Due ore e si parte, ultimi appunti prima del via

06.08.2023
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GLASGOW – Gli azzurri sono tornati sul percorso ieri mattina, fra la gara delle juniores e i colleghi maschi. Sono riusciti a fare due giri e sono tornati in hotel con una convinzione in più: non si riesce a fare le curve affiancati. Il gruppo sarà per forza lunghissimo. Ce ne siamo accorti nelle gare dei più giovani e lo toccheremo con mano a breve. Mancano due ore e mezza alla partenza della gara dei pro’, da Edimburgo a Glasgow. Quello che vi raccontiamo è successo ieri sera, nella fase degli ultimi progetti.

Bennati li ha ascoltati e preso nota, in questa fase di condivisione e crescente consapevolezza. Nella riunione di ieri dopo cena, fatta sul pullman Vittoria dopo che gli azzurri hanno seguito insieme le finali del quartetto, anche questi elementi sono stati utili. Parole se ne sono scambiate in tutti gli ultimi giorni, ma la riunione è un momento sacro, da preparare a puntino. Per questo il toscano si è appartato nella sua camera e con la gara degli juniores come sottofondo, ha scritto gli ultimi appunti con la stilografica ricevuta in dono dalle figlie di Alfredo Martini.

«Ho aspettato a dire altro – ha spiegato il tecnico degli azzurri – perché avevo piacere che i ragazzi toccassero con mano il percorso. Quando sono venuto a vederlo, con il traffico ancora aperto, non avevo avuto le stesse sensazioni loro, che sono riusciti anche a provarlo in velocità. E’ un percorso atipico. Fra tutti quelli che ho corso, quelli che ho visto e gli ultimi che ho seguito a vario titolo, io un mondiale così non me lo ricordo».

Chi l’ha detto che Evenepoel non possa andarsene ancora una volta da lontano: secondo gli azzurri, le sue quotazioni crescono
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Tanti asfalti diversi

E’ un bel casino, a tutti i livelli. Per le federazioni che devono assistere atleti di centomila discipline diverse. Per gli staff. E anche per gli atleti e i giornalisti, costretti a correre da un punto all’altro in questa insolita corsa a ostacoli che durerà fino al 13 settembre.

«E’ difficile da interpretare – ha proseguito Bennati, chiaramente tornando sul percorso – nessuno si immagina cosa potrà accadere quando entreremo nel circuito finale. Non è prevista pioggia, quindi avremo una certa pressione nelle gomme. Ma se comincia come per le ragazze, allora si complica tutto. Ci sono varie tipologie di asfalto. Nuovo e vecchio, sporco e liscio. Il pavé, i tombini. E poi è tutto arrotolato attorno alla stessa piazza, sembra di essere sempre nello stesso punto e invece non è vero. Ci si confonde, ma in corsa la concentrazione dovrà essere al massimo».

Il famoso allungo di Van der Poel sull’ultimo muro a 1,5 chilometri dall’arrivo
Il famoso allungo di Van der Poel sull’ultimo muro a 1,5 chilometri dall’arrivo

Ammiraglio al box

Se è così difficile per i corridori, immaginarsi per chi deve seguirli sull’ammiraglia. Quando venerdì sono andati a fare il primo assaggio, la macchina della nazionale è partita tre minuti dopo i corridori e ha impiegato un giro per riprenderli: come immaginare si seguire la corsa su un simile toboga?

«Il gruppo da dietro – ha confermato Bennati – non lo vedi mai. Allo stesso modo, devi sperare di bucare in zona box, altrimenti rientrare diventa un bel problema. E io credo che dopo i primi 2-3 giri, mi fermerò ai box e darò da lì le mie istruzioni. Credo che nel tratto in linea non succederà niente, mentre credo che l’approccio al circuito sarà come andare al primo Qwaremont al Fiandre: una rincorsa abbastanza selvaggia».

Van Aert aspetterà l’arrivo in volata o attaccherà a sua volta da lontano?
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Pasqualon riserva

Ci saluta con la spiegazione del ruolo di riserva affidato a Pasqualon, arrivato venerdì sera dal Tour de Pologne, dopo aver scortato Mohoric alla vittoria della corsa.

«Ero d’accordo con lui e con la squadra – ha spiegato – che si ritirasse un paio di giorni prima, per venire in ritiro con noi e recuperare bene. Invece giustamente è rimasto in corsa ed è stato decisivo per il compago che ha vinto. Molto bello e capisco che a 36 anni sarebbe stata una bella occasione, ma non sarebbe stato rispettoso verso gli altri azzurri che sono venuti in ritiro e hanno fatto le loro scelte in funzione di questo. Magari Andrea avrebbe fatto ugualmente una gran corsa, perché è uno che sa limare, ma arrivando venerdì sera tardi, il dubbio che una corsa a tappe non si recuperi in così poco tempo, lo avevano tutti. Per questo avevamo chiesto che si fermasse un po’ prima».