Che cosa avviene al Giro d’Italia nel giorno di riposo? Che cosa fanno i corridori? Il riposo è un concetto che può anche sembrare astratto, perché nel corso di una prova di tre settimane, molti sono i ciclisti che preferiscono rimanere in attività, provando a staccare la spina solo mentalmente. A chiarirci un po’ le idee è Davide Villella (Movistar) che sta affrontando il suo settimo Giro d’Italia e, dopo il ritiro del suo primo anno nel 2014, li ha sempre portati a termine.
«Normalmente durante il giorno di riposo due sono gli input che vengono dati ai corridori – esordisce il corridore di Magenta – il primo è dormire di più rispetto ai giorni di tappa, il secondo è comunque uscire per una sgambata in bici, dai 60 ai 90 minuti, per mantenere i muscoli agili. Se però la tappa dopo il riposo è piatta, molti non escono e cercano di riposare il più possibile. Me compreso…».
L’uscita quindi non è obbligatoria come si pensa…
Ci si regola in base alla propria esperienza, alle proprie abitudini. Dopo un po’ un corridore impara a conoscersi e a gestirsi. Io ad esempio – sottolinea Villella – nel giorno di riposo cerco di dormire finché posso e di recuperare perché so che poi ogni energia sarà preziosa, è la base per le tappe successive.


Dopo il pranzo, nelle ore nelle quali abitualmente si è in sella ed anzi le tappe sono nella fase decisiva, che cosa si fa?
Si riposa in camera, c’è anche chi fa un sonnellino pomeridiano, oppure ci si dedica a qualche film o programma televisivo. Un concetto che deve essere molto importante è che il riposo non deve essere solamente quello fisico, ma anche psicologico, è forse anche più importante. E’ chiaro che il pensiero a quello che ti aspetta c’è sempre, ma queste giornate servono anche per cercare di staccare la spina.
I massaggi si fanno anche nel giorno di riposo?
Rigorosamente, una volta al giorno. Non possono certo mancare, servono per mantenere la muscolatura reattiva per il giorno dopo.
In tanti anni a Villella è mai riuscito di avere 10 minuti per uscire dall’albergo?
Assolutamente no, so che è qualcosa che dicono tutti i ciclisti, ma è davvero così. Noi giriamo l’Italia, ma non riusciamo mai a vederla…