Vendrame, genesi di una tappa vinta a notte fonda

20.05.2021
4 min
Salva

Ma quanto la voleva Andrea Vendrame questa vittoria? Il corridore dell’Ag2R-Citroen ci aveva lasciato prima del Giro con un «Voglio una tappa, scegliete voi quale». Ebbene lui aveva puntato la Siena-Bagno di Romagna. Aveva capito che questa poteva essere l’occasione giusta. E ieri sera l’ha analizzata a tavolino con il suo staff fino alle 23. Da quella riunione sono emerse «motivazioni tattiche – come dice lui – perfette. L’ho studiata dal puntino zero al puntino dei 200 chilometri».

All’inizio la fuga non partiva e il gruppo era sempre allungatissimo
All’inizio la fuga non partiva e il gruppo era sempre allungatissimo

Come diavoli 

Stamattina la fuga proprio non voleva partire. Una difficoltà in più per chi voleva attaccare come il corridore veneto.

«E’ sempre più difficile prendere la fuga – spiega Vendrame – negli ultimi due o tre anni quando ci riesci sembra che hai vinto una tappa. Ieri sera con il mio mental coach, che tra l’altro è toscano delle zone da dove si partiva, avevamo studiato bene quel frangente e, fatalità, la fuga buona è andata via verso Firenze. C’erano dei restringimenti e le squadre dei leader volevano proteggere gli uomini di classifica, così dopo quel punto siamo riusciti a scappare. Un pizzico di fortuna serve sempre. Per 90 chilometri siamo andati come diavoli».

Il momento dell’attacco sul Passo del Carnaio per anticipare gli scalatori
Il momento dell’attacco sul Passo del Carnaio per anticipare gli scalatori

Andrea il rivoluzionario

Una volta sarebbe stata una rarità, oggi invece sono tanti i corridori italiani che corrono in squadre straniere.

«Sono un rivoluzionario – dice Vendrame – sapete perché? Perché un italiano che va a correre in Francia non può non esserlo. Italiani e francesi nel calcio, nel ciclismo e nello sport in generale sono stati spesso nemici. Poi i francesi hanno un modo di correre un po’ strano, molto all’attacco. E in qualche modo va bene per me. Guardate oggi: sono veloce, ma non ho aspettato lo sprint».

Questo aspetto infatti ci ha colpito. E quando glielo facciamo notare Andrea è molto tecnico nella sua spiegazione. «Ho attaccato nel punto più duro dell’ultima salita perché così avevo programmato. Temevo quel tratto. Sapevo che se fossi riuscito ad anticipare gli scalatori poi le mie chances sarebbero aumentate».

Nel finale ci ha messo una furbizia e una cattiveria pazzesche. Cercava questa vittoria da un bel po’.

«Vero sono stato cattivo e potevo aspettare lo sprint, ma mi sono ricordato di quando nel 2019 a San Martino di Castrozza mi è sfuggita la vittoria per un salto di catena. No, stavolta no: la vittoria me la devo andare a cercare, non la devo aspettare».

Il veneto non ci crede, per lui anche qualche lacrima di gioia
Il veneto non ci crede, per lui anche qualche lacrima di gioia

Rui, Faresin, Savio

Vendrame dopo l’arrivo si raccoglie su se stesso. Piange. Sono momenti unici nella carriera di un corridore. Abbraccia il suo massaggiatore e aspetta il compagno Bouchard in fuga con lui quest’oggi. Però di fronte a questo successo Andrea non dimentica il passato.

«Oggi ho realizzato un sogno che avevo da bambino. Voglio ringraziare Ciano Rui e Gianni Faresin che alla Zalf mi hanno fatto crescere e fatto diventare un corridore e soprattutto mi hanno ripreso quando stavo per smettere. Con Gianni Savio poi ho passato tre anni belli all’Androni Giocattoli, i primi tre da professionista».

E mentre tagliava il traguardo sapete cosa ci ha detto Gianni Savio? «Vendrame: sono proprio contento che abbia vinto questo ragazzo».

L’abbraccio tra Bouchard e Vendrame a fine tappa
L’abbraccio tra Bouchard e Vendrame a fine tappa

Bouchard, un fratello

Vendrame lo ha atteso sull’arrivo. Bouchard, in maglia azzurra, è colui che lo ha accolto meglio di tutti nel team. Ormai sono amici veri, anche fuori dalle corse.

«Adesso comincia un altro Giro per noi – dice Vendrame – la squadra è più rilassata e magari potremmo vincere ancora. In più c’è da difendere la maglia di Bouchard. “Goffredo”, per gli amici, è un fratello ormai. Siamo sempre in camera insieme. Quando sono scattato per radio mi ha detto un sacco di cose, mi ha incitato. Anche per questo è stato bello andare in fuga insieme».