Con poco meno di due minuti subiti ieri e la classifica che lo vede ora 8° a 2’24” da Bernal, Ciccone osserva la classifica con lo sguardo apparentemente disinteressato di chi lotterà un giorno per volta. Guercilena lo ha chiarito e a Giulio sta bene così. E’ il suo mantra, forse il modo di non risentire delle tensioni. La sua indole di attaccante infatti rende difficile restare a ruota dell’avversario e probabilmente l’abruzzese trova più difficile centellinare le energie che sparare tutto in attacchi spettacolari. Roberto Reverberi, con cui Ciccone è passato professionista e da cui ha imparato il mestiere, lo ha capito osservandolo e ripensando al ragazzino pelle e ossa che nel 2016 scortò alla vittoria di Sestola al suo primo Giro d’Italia (foto di apertura).
«Che possa vincere, secondo me no – dice – ma può essere da podio. Ieri è stata una corsa un po’ particolare. C’era tensione. Se uno non è tanto pratico su strade così, ha un sacco di tensione, paura di cadere e di rimanere dietro. Però in condizioni normali, il Giro è ancora lungo. Può tranquillamente arrivare sul podio. La giornata storta ci sta. Non la vedo così grave, ne voleranno di minuti ad andare alla fine… E’ più facile che i distacchi pesanti li prendano altri, piuttosto che lui».
D’altra parte nella terza settimana ha già fatto vedere di starci comodo…
Se andate a guardare due anni fa (lasciate stare l’anno scorso che è stato strano e poi ha avuto il covid), corse per la maglia dei Gpm ed andò forte. Nella terza settimana, nella penultima tappa a Monte Avena è stato in fuga per due volte e due volte lo hanno ripreso. E quando sotto l’ultima salita gli sono arrivati addosso i primi della classifica, è rimasto con loro ed è arrivato terzo. Se avesse fatto classifica, si è capito che sarebbe arrivato quarto o quinto già due anni fa. Adesso magari gli hanno dato i gradi di capitano, perché hanno visto che Nibali non va tanto bene, però secondo me nella terza settimana può andar forte.
Possibile che la vera fatica sia dosare le energie?
Secondo me soffre a stare a ruota. Gliel’ho detto anche io, l’altro giorno: «Stai lì, stai buono non ti muovere. Non avere la pressione di far classifica, hanno portato Nibali per quello. Dovrà essere lui a sentire la pressione. Poi quello che viene, viene. Se anche arrivi 10°-12°, non sei partito per quello. Che pressione puoi avere?». Invece lui risponde che adesso le pressioni si cominciano a sentire… Secondo me, se corre tranquillo, senza scattare, si accorgerà che ogni giorno ne salterà qualcuno. Nella terza settimana, Cicco può fare la differenza.
E’ difficile fargli accettare un modo di correre così freddo?
A lui piace andare all’attacco, perché sa che potrebbe vincere. Stare lì fermo gli costa. Ma finché non ha 6-7-8 minuti, non lo lasciano andare. Deve puntare a muoversi nei finali, chissà se l’ha capito. Lo sanno che è pericoloso, che se si avvicina la maglia, può far qualcosa sulle salite vere.
L’esempio di Nibali può aiutarlo.
Nibali sa come si corre, so che gli ha già detto più volte di stare tranquillo, ma quando uno ha l’indole dell’attaccante, è dura tenerlo a bada. Giulio fatica più a stare fermo che ad attaccare, sapendo com’è. Se viene l’ultima settimana e la gamba sta bene, poi può anche muoversi. Conta la testa, non puoi rischiare di saltare. Il ciclismo moderno è così, una volta facevano magari anche attacchi da lontano, adesso si aspetta l’ultima salita e nemmeno troppo lontano dall’arrivo per non rischiare di perdere il secondo, il terzo, il quarto posto…
Un bel cambio di mentalità, in effetti…
E’ uno che vincere non gli fa mica schifo! E’ uno che cerca di dare il massimo, è meticoloso nelle cose che fa. Però è evidente che devi cambiare se vuoi fare l’uomo di classifica in un grande Giro. Se attacchi oggi, domani rischi di lasciarci e penne. Ma d’altra parte è l’unico che in Italia può arrivare nei primi cinque. E per adesso la situazione è questa qui.