Caruso, i meccanici e la Scultura: premio alla concretezza

04.06.2021
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Damiano Caruso è così un bravo ragazzo da non rompere le scatole nemmeno ai meccanici. E certo i meccanici delle squadre più grandi ne vedono e ne hanno viste di tutti i colori. La sua Scultura è standard e questo da un lato depone a favore delle Merida con cui corre il Team Bahrain Victorious, dall’altro fa capire che quando un corridore si trova bene, non c’è poi molto da pretendere in regolazioni e sfumature.

Merida Scultura Bahrain
Questa è la Merida Scultura con cui Caruso ha corso il Giro d’Italia
Merida Scultura Bahrain
Questa è la Merida Scultura con cui Caruso ha corso il Giro d’Italia

«Damiano è un corridore normale – dice Ronny Baron – che non stressa i meccanici, ma è molto attento che la bici sia perfetta. Non vuole errori, ma una volta assodato questo, non fa richieste strane e si fida di noi. Quando al mattino scende dal pullman, arriva alla bici, la solleva, fa girare le ruote e controlla che il peso della valvola sia ben bilanciato. E’ uno dei pochi che prima di andare a cena sul camion ristorante passava da noi che ancora eravamo al lavoro, sempre col sorriso, a chiederci come stessimo».

Zoncolan con il 36×32

Quando ti va bene la bici di serie, c’è poco da raccontare, se non allungare lo sguardo ai componenti che di volta in volta durante un Giro d’Italia così eterogeneo, con tappe su sterrato e salite dalle pendenze proibitive, capita di utilizzare.

Ronny Baron è fra i meccanici più esperti del Team Bahrain Victorious
Ronny Baron è fra i meccanici più esperti del Team Bahrain Victorious

«Prima del Giro – continua Baron – i direttori sportivi avevano esaminato bene ogni tappa e visto se ci fossero state variazioni dell’ultima ora, per cui la scelta dei rapporti è abbastanza inquadrata. In tutto il Giro, Damiano ha usato una sola volta il 36×32 sullo Zoncolan. Di base, preferisce avere un plateau più piccolo davanti che dover usare il 32 dietro, in modo da far lavorare meglio la catena. Perciò, ad eccezione della tappa dello Zoncolan, davanti usava il 38. Anche nel giorno che ha vinto e sempre con pedivelle da 172,5. Queste piccole variazioni le riportiamo esattamente anche sulla bici di scorta. Deve essere identica a quella da gara, una cosa in più da guardare in un Giro in cui ha piovuto spesso e tutte le sere siamo stati costretti a lavare, asciugare e lubrificare tutte le bici».

Meglio i tubolari

Sul fronte delle ruote, Caruso ama sentire la bicicletta bella rigida, per cui usa sempre le ruote Vision Metron da 55 e solo in rare occasioni, come ad esempio nella tappa di Montalcino, ha usato quelle da 40.

Sulle strade bianche con cerchi da 40 e tubolari Continental ALX da 25
Sulle strade bianche con cerchi da 40 e tubolari Continental ALX da 25

«Quel giorno in particolare – spiega Baron – hanno usato tutti tubolari da 25, i Continental Alx, più spessi e zigrinati con cui avevamo già corso alla Strade Bianche senza forature. Proprio sul fronte delle gomme, Damiano è abbastanza netto. Ha provato i tubeless che gli piacciono, ma in corsa vuole i tubolari, soprattutto nelle tappe di salita. Per il resto, la sua bici è fedele alla Scultura di serie, misura 54 con sella Prologo Nago C3, per la quale abbiamo raggiunto davvero un ottimo livello. Pesa 6,880 chili e non scendiamo al limite perché dovendo montare il transponder di Velon, bisogna tenersi un centinaio di grammi di tolleranza. E ci si trova talmente bene, da non aver usato la doppia bici. Nelle tappe veloci avrebbe potuto usare la Reacto, ma ha preferito non lasciare la Scultura».

Crono sul Teide

Un altro fronte interessante riguarda la bici da cronometro, perché il siciliano è andato bene sia in quella di Torino che nell’ultima a Milano.

Questo il manubrio Metron 6D integrato che Caruso usa con attacco da 12 e larghezza da 42
Questo il manubrio Metron 6D integrato che Caruso usa con attacco da 12 e larghezza da 42

«Caruso ci ha lavorato – dice Baron – sin da inizio stagione. Aveva la bici da crono anche sul Teide, sia per fare i suoi carichi di lavoro, sia per abituarsi alla posizione. Tramite Fsa gli è stato fatto un body scan mentre era sul rullo, grazie al quale sono state rilevate le sue misure da cui è stato ricavato un manubrio su misura con poggia gomiti integrati. Come integrato è anche il manubrio sulla bici da strada, il Metron 6D, con attacco da 120 e larghezza da 42. Damiano non ha grandi richieste. Anche quando gli arrivano gli scarpini nuovi, li affida a noi per le tacchette. E noi sappiamo che devono essere perfetti».

Ha lavorato tanto a crono, anche sul Teide. Il manubrio è su misura
Ha lavorato tanto a crono, anche sul Teide. Il manubrio è su misura

Il giusto assetto

Magari a questo punto è anche sbagliato dire che Caruso si accontenti. Corre in una squadra di vertice che dispone di materiale eccellente. Ha raggiunto una posizione in sella che gli permette di esprimersi al meglio. E’ circondato da professionisti top di gamma che si occupano di lui. Perché perdere energie nervose inseguendo millimetri e variazioni cervellotiche quando hai la certezza di essere a posto?