Allocchio 2021

Tappe più lunghe nei grandi Giri? Sentiamo Allocchio…

04.12.2021
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Ogni volta che viene annunciato il percorso di un grande Giro, partono le discussioni sulla lunghezza delle tappe, sulla loro spettacolarità. E’ un prezzo che gli organizzatori sanno di dover pagare, ma il discorso non è peregrino e va affrontato in maniera compiuta. Anche per capire il recinto nel quale essi, che siano italiani o esteri, devono agire.

Già, perché la lunghezza di Giro, Tour o Vuelta non è scelta a caso, l’Uci ha messo mano ormai molto tempo fa ai regolamenti stabilendo restrizioni molto chiare, come testimonia Stefano Allocchio, ormai da 25 anni direttore di corsa alla RCS dopo essere stato un velocista di vaglia: «I grandi Giri hanno un tetto di chilometraggio pari a 3.500. Sono ammesse piccole deroghe, se in una tappa accade qualche interruzione, una frana o altro si può cambiare, ma c’è un limite di tre interventi. Un’altra regola è che è possibile inserire una tappa di montagna lunga fino a 240 chilometri, ma a condizione che l’arrivo sia in salita».

Queste regole da quando sono in vigore?

Almeno dalla fine del secolo scorso e dire così fa strano, mi fa sentire davvero vecchio… (Allocchio ride considerando i suoi 59 anni, ndr). Il ciclismo che ho vissuto io da corridore era ben diverso, bisogna considerare che si andava anche oltre i 4.500 chilometri. Addirittura ricordo che quando guardavo il Giro d’Italia da bambino, c’era un traguardo speciale ogni 1.000 chilometri di corsa. Erano altri tempi.

Allocchio Cipollini 2012
Allocchio insieme a Mario Cipollini: da quando gareggiavano, il ciclismo è profondamente cambiato
Allocchio Cipollini 2012
Allocchio e Cipollini: da quando gareggiavano, il ciclismo è profondamente cambiato
Tu hai vissuto da corridore un’epoca ciclistica molto delicata, nella quale il nostro sport era nell’occhio del ciclone per le vicende di doping e al tempo si discuteva molto se per combattere questa piaga non sarebbe stato necessario ridurre non solo i chilometraggi, ma le stesse giornate di gara dei grandi Giri. E’ una teoria che si sente ancora affermare nell’ambiente?

No, è un’idea che progressivamente è andata scomparendo. Ricordo che tempo fa ancora c’era chi pensava di lasciare il Tour a 3 settimane e ridurre Giro e Vuelta a 2, ma chiaramente non è mai stata presa in considerazione questa eventualità. Diminuire i giorni di gara dei grandi Giri non influirebbe, la vera battaglia contro il doping si combatte per altre strade. Bisogna dire che i tempi sono profondamente cambiati da questo punto di vista perché tutto il mondo del ciclismo, in tutte le sue componenti, ha lavorato per questo.

Tu sei stato vicepresidente dell’Associazione Corridori: qual è la posizione degli atleti a proposito della lunghezza delle tappe?

Più che su di essa, l’opinione comune era che si dovesse lavorare sui giorni di gara, come effettivamente è stato fatto nell’arco dell’intero anno, non delle singole gare a tappe. Non possiamo nasconderci che nelle epoche a me precedenti, il doping era uso comune, la piaga la si è combattuta proprio trovando una regolamentazione condivisa da tutti. Ora è difficile barare, per questo quando avviene fa ancora più scandalo. Ma a questo proposito c’è una vicenda recente che ritengo esemplare.

Sagan Dubai 2021
Sagan vincitore al Criterium di Dubai davanti a Bernal in maglia rosa. Per lo slovacco trasferta con fuori programma…
Sagan Dubai 2021
Sagan vincitore al Criterium di Dubai davanti a Bernal in maglia rosa. Per lo slovacco trasferta con fuori programma…
Quale?

Il 6 novembre eravamo a Dubai per il criterium. Arrivati sul posto gli organizzatori locali ci hanno avvertito dell’inserimento nel programma, per il giorno prima, di una pedalata per le vie del centro, chiuso appositamente al traffico, cosa che non avviene praticamente mai, perché lo sceicco aveva piacere di partecipare. La partenza era fissata per le 6 di mattina: Peter Sagan appena saputo si è messo in allarme, perché ha dato la sua reperibilità per i controlli ogni giorno dell’anno fra le 6 e le 8 ed ha dovuto subito avvertire e cambiare gli orari per quel giorno. I corridori ci tengono in maniera particolare e spesso non si tiene conto che questo influisce anche sulle loro vite di persone comuni.

Affrontiamo il tema della lunghezza da un’altra prospettiva, quella dello spettacolo: siamo sicuri che tappe meno lunghe siano davvero più spettacolari?

Dipende, lo spettacolo lo fa la corsa, la sua evoluzione. Normalmente si pensa che tappe di montagna meno lunghe permettano alle squadre di dare maggiore battaglia, ma abbiamo visto come spesso i “tapponi” siano densi di sorprese, colpi di scena, incertezza fino alla fine. Il nostro compito è costruire corse equilibrate, sapendo che qualcuno sarà sempre scontento e non parlo solo dei corridori o dei team.

Marmolada 2021
Il passaggio del Giro davanti alla Marmolada: quest’anno l’esperienza si ripeterà nella 20ª tappa
Marmolada 2021
Il passaggio del Giro davanti alla Marmolada: quest’anno l’esperienza si ripeterà nella 20ª tappa
A chi ti riferisci allora?

L’Italia è lunga, ha 20 regioni, con 3.500 chilometri a disposizione non puoi certo accontentare tutti. Ci saranno sempre realtà che resteranno fuori: da tempo ad esempio vorremmo andare in Sardegna, ma bisogna tenere conto delle difficoltà legate anche ai giorni di riposo che sono praticamente bloccati. Noi vorremmo realizzare davvero un Giro d’Italia passando dappertutto, ma è impossibile.

Nella costruzione delle tappe, nella riduzione dei chilometraggi, influiscono anche le esigenze televisive, che purtroppo stanno svilendo molti sport piegati a concentrare ogni evento negli spazi che la TV concede?

Non è il nostro caso. Noi abbiamo un accordo molto chiaro con la Rai, il nostro broadcaster, perché le tappe arrivino sempre intorno alle 17,15. Anche a Dubai sapevamo che la corsa doveva concludersi intorno alle 16, che sarebbero state per fuso orario le 13 in Europa per permettere la sua teletrasmissione. Il nostro compito è far sì che, per quanto possibile, si arrivi in orario. Dalle Tv non ci sono mai arrivate altre richieste, considerando anche le dirette integrali e sappiamo che è così anche per le altre gare in Italia e all’estero.

C’è possibilità che questa regolamentazione internazionale cambi?

Ne parleremo venerdì al consueto seminario indetto dall’Uci con tutte le realtà: squadre, organizzatori, associazioni di corridori, federazioni ma non ci sono spinte in tal senso. Se poi qualcosa cambierà, ci adegueremo.