Tra i tecnici nazionali volati a Glasgow per prendere visione dei tracciati mondiali di agosto c’era anche Marco Velo. Il suo taccuino è pieno di indicazioni, nomi e annotazioni che si sono aggiunte anche dopo il ritorno a casa. Dove gli è arrivata la notizia del grave infortunio occorso a Vittoria Guazzini che cambia un po’ le carte in tavola.
Nella particolare conformazione dei mondiali di quest’anno (tutte le discipline su due ruote convogliate in un unico luogo per una sorta di Olimpiade ciclistica, coinvolgendo tutte le categorie), Velo sarà chiamato a un vero tour de force, dovendo selezionare e guidare tutte le nazionali su strada impegnate contro il cronometro. Per questo il suo lavoro in terra scozzese è stato meticoloso.
«Per certi versi mi è andata meglio che a Bennati – racconta il tecnico bresciano – che si è fatto tutto il percorso della strada in bici. Abbiamo visionato i tracciati in normali giornate di lavoro, quindi significava anche pedalare contromano e in certi casi il Benna se l’è vista brutta… Per fortuna comunque non ci sono stati incidenti, solo un po’ di paura, non lo nego».
Partiamo dal tracciato per la cronometro mista…
E’ molto simile a quello dello scorso anno purtroppo e sottolineo questa parola tre volte. Mi sono molto arrabbiato: è mai possibile proporre per una cronosquadre un tracciato così pieno di curve, dove il rettilineo più lungo è di 800 metri? Non siamo motociclisti… In questo modo le doti tecniche dei corridori non vengono esaltate, al contrario.
Ci saranno problemi per entrambe le frazioni, quella maschile e femminile?
Sì, di interpretazione del percorso e non solo, perché è un continuo rilanciare, non c’è mai da spingere. Comunque questo è e dobbiamo farcene una ragione, si dovrà pensare bene a chi potrà farla, anche in base al calendario delle altre discipline e a come interpretarla. Noi lo scorso anno abbiamo perso per appena 2” e quella sconfitta ancora brucia, abbiamo tutte le possibilità per riprenderci il titolo. Molto dipenderà anche dalle formazioni che potremo schierare, l’incognita Guazzini pesa…
Hai notizie sulle possibilità di averla al via a Glasgow?
Diciamo che sono ottimista, ma in questo momento quel che conta è che faccia il giusto cammino di ripresa, senza bruciare le tappe. Dobbiamo considerare che rispetto ai mondiali ci sono ancora 4 mesi, la pista ci sarà a fine luglio e la strada a inizio agosto. Bisognerà vedere quanto sarà lunga la riabilitazione: è impossibile fare previsioni, ogni persona reagisce in modo diverso. Dopo la mia brutta caduta alla Gand-Wevelgem del 2007 dicevo che avevo chiuso già la stagione, invece presi parte alla Vuelta e andai anche forte. Quindi è impossibile fare previsioni sui tempi.
Resta però l’incognita delle sue eventuali condizioni atletiche…
Le mancherà sicuramente l’abitudine a queste gare. Considerate che la crono individuale femminile sarà di 36 chilometri, distanza inusuale per le donne. La cosa che mi dispiace di più – ammette Velo – è che Vittoria stava progredendo esattamente com’era nelle previsioni, sono convinto che stia attraversando un cammino di crescita che la porterà lontano e uso l’indicativo non a caso, perché ritengo questo solo un intoppo, del quale avremmo comunque fatto volentieri a meno.
Oltretutto su di lei, dopo il risultato dello scorso anno, ci sono forti aspettative per Parigi 2024, perché la sua gara sarà tra le primissime ad assegnare l’oro olimpico nel corso della prima giornata di finali…
A Parigi penseremo poi, su quell’appuntamento non c’è il minimo dubbio che la ritroveremo al massimo della forma. E’ quello l’obiettivo vero, lo sappiamo bene, ma intanto guardiamo a Glasgow con tanta speranza di averla nel gruppo.
Torniamo ai percorsi individuali…
A differenza di quello a squadre, questi sono belli, con poche curve, tecnicamente delle cronometro “vere”, che faranno emergere i veri valori in campo. Quello degli uomini si sviluppa in campagna, strade libere e molto scorrevoli, dove si possono liberare tutti i “cavalli”… La prima parte è pianeggiante, la seconda più ondulata, ma c’è un’incognita: l’arrivo è al termine di uno strappo di 900 metri, con pendenza al 9% e pavé sotto le ruote. Quella salita farà una gran differenza: servirà gestire bene lo sforzo e arrivare al finale con ancora energie per affrontarla come si deve, perché chi sarà a corto rischierà di perdere anche una ventina di secondi solo in quel tratto.
E’ difficile a distanza di così tanto tempo fare previsioni, ma su chi punteresti conoscendo le caratteristiche del tracciato?
Fra le donne penso che le protagoniste dello scorso anno resteranno le favorite e ci metto anche Vittoria perché voglio essere comunque fiducioso. In campo maschile – la voce di Velo si fa perentoria – il percorso sembra fatto su misura per Ganna per quel che ha dimostrato e anche per quel che ha fatto vedere sul Poggio alla Sanremo. Un Pippo così su quello strappo finale è in grado persino di guadagnare sugli avversari…