Basilico. Tonetti. Giuliani. Cipressi. L’appuntamento è fissato per il tardo pomeriggio. Tutte e quattro si presentano in collegamento con polo o tuta della nazionale. Tutte e quattro, nell’ultima gara che hanno fatto assieme in Argentina, hanno saputo farsi riconoscere in gruppo sia per i risultati ottenuti sia per la loquacità.
Le quattro azzurre, così come ci compaiono in video in senso orario, hanno animato la Vuelta a Formosa e tenuto viva la nostra chiacchierata. Correre a latitudini in cui sta per iniziare la cosiddetta bella stagione meteorologica, dopo che ne hai appena disputata una agonistica intensa, è decisamente un’esperienza di vita. Con loro abbiamo voluto scoprire meglio che tipo di trasferta è stata quella in Sud America. Dalle stravaganze in corsa alla spesa nei supermarket locali. E qualcosa di interessante ne è uscito, prendetevi qualche minuto in più del solito.
A rompere il ghiaccio ci pensa “prezzemolo” Basilico (BePink) con il primo giro di sensazioni, mentre le sue compagne ascoltano divertite: «Non ho avuto molta scelta. Mi hanno detto che dovevo correre e non ho detto di no (è stata in nazionale nel 2021 con la pista, ndr). Poi mi avevano spiegato che il percorso era adatto a me, quindi ero tranquilla ed è stato un piacere».
TONETTI (Top Girls Fassa Bortolo): «Io invece ho chiuso terza nella generale grazie alla prova a cronometro che mi ha avvantaggiata. Ed ho vinto la maglia bianca di miglior giovane. Era la prima volta che venivo convocata in nazionale. Benché la mia ultima gara fosse lontana e arrivassi da una settimana di influenza, non ho esitato ad accettare».
GIULIANI (GB Junior Team): «Anche per me era la prima convocazione. Il percorso era poco adatto, ma ho lavorato volentieri per le mie compagne. Siamo state come quattro sorelle, perché al di là della tattica ci siamo trovate bene fra noi.
CIPRESSI (Valcar Travel&Service): «Per me è stato un ritorno alla maglia azzurra. Abbiamo portato a casa bellissimi risultati lavorando di squadra. Ci siamo divertite. E’ stata un’esperienza diversa dal solito, anche per il luogo in cui ci trovavamo, e per le gare diverse da gestire. Alla fine abbiamo concluso il tutto con una gara di tuffi in piscina».
Voi avete tutte quasi la stessa età e vi conoscete bene o male dalle categorie giovanili. Ma è vero che avete dovuto sopportare Valentina?
BASILICO: «Ma come, sono io che ho sopportato loro!».
GIULIANI: «No, è stato un enorme piacere stare con Valentina perché è una ragazza solare e di compagnia».
TONETTI: «Dici così solo perché non ce l’avevi in camera».
BASILICO: «Non fatemi parlare… anzi no! Ogni volta che mi giravo, Cristina aveva in mano un cruciverba. A me non piacciono e non me ne viene uno. Si girava per chiedermi aiuto ma non potevo scrivere, non me lo lasciava fare. Non mi lasciava fare nulla (dice ridendo insieme alle altre, ndr)».
GIULIANI: «Non è vero, abbiamo risolto i rebus e gli indovinelli».
TONETTI: «Guarda, ho fatto più fatica a rubare la penna a Valentina che correre le quattro tappe. Però non mi lamento, mi ha dato una mano».
CIPRESSI: «Anche noi abbiamo preso questa abitudine. Anch’io ormai mi posso ritenere esperta. Ed essendo stata in camera con Giulia, mi sono fatta una cultura abruzzese».
Ma sapevate che Elisa Longo Borghini è una grande appassionata di enigmistica?
TONETTI: «Davvero? Le facciamo concorrenza.»
CIPRESSI: «Dai, lanciamo una sfida»
Con il cibo laggiù com’è andata? Vi eravate portate qualcosa da casa?
BASILICO: «L’asado quanto era buono e tenero. Non si poteva desiderare altro.»
TONETTI: «Io ho un forte spirito di adattamento. Quando è cibo a me va bene tutto. A me sono piaciute tanto le empanadas.»
CIPRESSI: «Invece io non sono come Cristina, resto più sul classico in generale. Con la carne andavo sul sicuro.»
GIULIANI: «Non c’erano gli arrosticini, ma andava bene lo stesso (mentre le sue compagne ridono, ndr). A me ha colpito che a colazione il 90 per cento erano tutte cose di pasta sfoglia. Dai cornetti ai rotolini. Io ci mettevo sia la marmellata che il prosciutto cotto. Per fortuna c’era un supermarket di fronte al nostro hotel, perché a colazione c’erano solo creme o marmellate di due gusti».
CIPRESSI: «Il nostro massaggiatore ci preparava paninetti, salati e dolci, con quello che trovava al supermercato».
BASILICO: «Pensavo e speravo avessero la Nutella, ma nulla. Loro hanno una crema al caramello, che sembrava una caramella mou e una di marshmallow, mentre le marmellate in effetti erano solo di arancia e fragole».
Chi è stata quella con lo spirito più da viaggiatrice?
BASILICO: «Sicuramente non io. Fossi stata da sola mi sarei persa almeno cinque volte già in aeroporto. La Cipressi era di certo quella più attrezzata col suo “secchiello” magico. Di solito guardo più o meno dove si va. Cerco di informarmi ma stavolta non ero troppo preparata»
CIPRESSI: «E’ una borsetta in cui ho un po’ di tutto, quasi per ogni evenienza. Tipo i cerotti che sono serviti un po’ di volte. Quest’anno avendo girato molto con la Valcar ero pronta a tutto. Infatti venivano tutte da me in caso di bisogno. Per me è stato il viaggio più lungo che abbia mai fatto».
GIULIANI: «Meno male che avevamo la Tonetti che è come Dora l’esploratrice. Sa tutto (Cristina sorride mentre accenna ad una replica pungente a Basilico, ndr). Anche per me è stato il volo più lungo. Quello che mi ha sballato maggiormente è stato il fuso orario quando siamo rientrate in Italia. I primi cinque giorni a casa andavo a dormire alle 3 del mattino. Non avevo sonno. Fortuna che eravamo in off season e potevo avere orari sballati».
Che cosa potete dirci del gruppo in corsa?
BASILICO: «Abbiamo insegnato alle nostre avversarie «l’hop hop», che in gruppo si dice per farsi sentire quando stai risalendo posizioni. E’ un avvertimento sonoro alle altre ragazze per non farti chiudere o per lasciarti passare. Le nostre rivali, a forza di sentirlo, ci hanno chiesto cosa significasse. Una volta capito, hanno iniziato a dirlo anche loro in corsa. Anzi, quando ci vedevano arrivare ci salutavano con «hop hop». E’ stata divertente questa cosa. Le ragazze colombiane ci hanno fatto notare che, nonostante le altre non siano pacifiche o silenziose, noi facevamo un gran casino in corsa. Per il resto mi hanno colpito le persone molto amichevoli e cortesi».
TONETTI: «In Europa ci sono diverse gerarchie in corsa, specie quando c’è un treno che tira una volata. Laggiù invece non era così. Noi ci abbiamo provato, ma non sempre le cose giravano come dovevano, anche perché hanno un modo di guidare la bici diverso dal nostro. In ogni caso, noi per non aver mai corso assieme, abbiamo fatto grandi risultati.»
GIULIANI: «Ho visto molte cose estreme, come bici e abbigliamento. Confermo quello che diceva Cristina, che non sanno guidare. In una tappa stavamo procedendo in fila indiana ad andatura normale. Ero in terza ruota, ma quella davanti a me è riuscita a cadere, non so come. E sono finita a terra pure io, dovendo cambiare pure una scarpa che si era rotta (inizia a ridere, ndr)»
CIPRESSI: «Giulia, quando ti ho vista rientrata in gruppo sembravi arlecchino! Ti facevi riconoscere. Avevi una scarpa bianca, una verde, la divisa azzurra e il casco arancione fluo. Non potevamo non ridere».
Cosa si può dire invece dei percorsi?
GIULIANI: «Le tappe erano tutte simili. Strade larghe e dritte, pochissime curve. Addirittura nella prima tappa abbiamo fatto 133 chilometri solo di lunghissimi rettilinei con un asfalto perfetto poi gli ultimi 2 erano pieni di curve, angoli, buche e ghiaia. Incredibile. In partenza e arrivo c’erano tantissime persone. Sembrava il loro mondiale. E abbiamo visto tantissimi poliziotti. Col pick-up, a cavallo, con le moto da cross o col quad».
CIPRESSI: «C’era tanto pubblico in corrispondenza dei traguardi volanti. Mentre lungo quei drittoni non c’era gente, anche perché attraversavamo zone poco abitate. In pratica le strade delle tappe le facevamo sempre due volte. All’andata in bici, al ritorno in pullman. I paesaggi si somigliavano tutti. Case basse, alcune vecchie e non troppo attaccate fra loro».
Invece l’organizzazione era di buon livello?
CIPRESSI: «Di base avevamo tutto, come nelle gare in Europa. Diciamo che nella crono sembrava tutto un po’ improvvisato. La rampa di partenza non era una di quelle classiche. I ritmi di gara erano strani. Si andava a momenti. Quasi tutte le squadre erano piuttosto disorganizzate, tranne la Colombia e la Eneicat RBH Global, che poi è la formazione spagnola della cilena Villalon che ha vinto la generale. E dobbiamo dire che ci siamo trovate molto bene con Rossella (Callovi, che ha guidato la selezione al posto del cittì Sangalli, ndr)»
TONETTI: «Era difficile avere riferimento in un contesto nuovo. La prima tappa la Munoz ha vinto grazie alla sua esplosività e perché non la conoscevamo. Poi nelle altre due in linea abbiamo vinto noi, anticipandola con una volata lunga. Personalmente quello che avevo ho dato, difficile dire se avrei potuto vincere la generale. La ragazza che ha vinto l’avevo già trovata in Europa e so che non va male. Così come la seconda, la paraguaiana Espinola, corre nel team development della Canyon Sram. Quindi alla fine ci hanno battuto le due che era più probabile che ci battessero»
In conclusione, lo rifareste?
BASILICO: «Esperienza positiva. Erano avversarie agguerrite. Destreggiarsi in sprint diversi dal solito è stato importante. La rifarei volentieri, anche in altre parti.»
GIULIANI: «E’ stato un onore vestire la maglia azzurra. Sono contenta perché abbiamo corso bene nonostante fossimo in quattro. E perché mi sono trovata bene con le ragazze e con lo staff.»
TONETTI: «E’ stata un’esperienza umana importante. E’ vero che viaggiare apre la mente. In questa trasferta siamo entrate in contatto con gente nuova di culture lontane, con usanze diverse dalle nostre. Ci siamo gustate l’atmosfera, anche grazie al fatto che non avevamo lo stress del risultato. Probabilmente avremo fatto qualche errore, però siamo andate giù per imparare, anche per gestire i primi fusi orari in ottica futura.»
CIPRESSI: «Sono d’accordo con Cristina. Non dobbiamo vedere questo viaggio solo sotto il punto di vista agonistico perché i risultati si sono visti. Con gli errori abbiamo saputo correggerci da sole. E’ stato importante saperci comportare al di fuori dell’Italia. Abbiamo fatto un bellissimo gruppo. Tant’è che ci siamo ritrovate qualche giorno fa in Abruzzo a casa di Giulia.»
Il tempo a disposizione è finito, anche se la sensazione è che le cose che avrebbero voluto dirci le quattro ragazze sarebbero state ancora tante. Sicuramente se le saranno dette nella loro reunion abruzzese.