Vingegaard ha detto che non è preoccupato di aver perso quei pochi secondi e che le tappe alpine che arrivano sono più adatte a lui. «Bene – dice Pogacar con un sorrisetto sottile – vedremo sulle Alpi a chi si adattano meglio quelle salite. Piacciono anche a me, ho fatto le ricognizioni, alcune montagne le ho già fatte in corsa. Ogni anno miglioro anche nelle lunghe esposizioni al caldo. Dobbiamo aspettare e vedere cosa succederà nell’ultima settimana».
Giorno di riposo, il primo. Il Tour sembra iniziato da un mese, tante sono state finora le emozioni smosse da quei due e dai poveretti che cercano di stargli dietro. Quei pochi metri guadagnati sul Puy de Dome hanno lasciato nella mente dello sloveno il senso di potercela fare. Vingegaard e la sua squadra sembrano una barriera inscalfibile, ma da un paio di giorni Pogacar ha intravisto una breccia e tanto basta per infilarsi dentro, cercando di spaccare il muro.
E’ cambiata la tua motivazione?
Sento qualcosa di speciale, ma non so se sia legato a Jonas. Mi sento meglio ogni giorno. Oggi (ieri, ndr) è stato un buon giorno di riposo e sono pronto per tornare a correre. Sono davvero contento finora di questo Tour, posso solo migliorare.
Si dice che non avendo corso prima, potresti soffrire nella terza settimana. Sei preoccupato?
No, per niente. Anzi, penso che l’ultima settimana dovrebbe essere anche migliore della prima. Ho una buona base, in primavera stavo davvero bene, quindi la resistenza c’è. Mi sarebbe piaciuto fare qualche corsa prima del Tour, ma sono due cose diverse. Confido di stare bene nella terza settimana. Intendiamoci, potrebbe anche succedere che peggiorerò, ma non credo.
Sei sorpreso per le tue prestazioni visto che vieni da una lunga inattività?
No, non sono sorpreso. Mi sono stupito semmai quando ho perso terreno sul Marie Blanque. Sapevo che stavo bene, invece qualcosa non è andata. Mi conosco, andrò sempre meglio.
Come definiresti la tua rivalità con Vingegaard?
Bella. Già l’anno scorso, è stato uno dei migliori Tour di sempre e penso che quest’anno sia successo molto già nella prima settimana. E’ un buon momento. Sganciamo bombe quotidianamente l’uno sull’altro. Abbiamo vinto una tappa ciascuno, mi sto proprio divertendo.
Sembra che tu corra con molta più avvedutezza degli anni scorsi. Perché questo cambiamento?
Finora ho fatto tre Tour de France e ogni edizione ti dà esperienza in più. E’ bello vincere una corsa con 50 chilometri di fuga solitaria, ma siamo al Tour de France e bisogna essere consapevoli. Ci sono tre settimane e ogni giorno puoi pagare il prezzo per lo sforzo fatto il giorno prima. Devi correre davvero con la testa, non puoi semplicemente impazzire e pensare di ottenere tutto in un solo giorno.
Stai invecchiando? Nel 2021 hai vinto con una fuga di 48 chilometri a Le Grand Bornand…
Sì, probabilmente sto diventando vecchio. Infatti (sorride, ndr), è il mio ultimo anno con la maglia bianca.
Adam Yates sarà a tua disposizione o farà la sua corsa?
Averlo accanto può essere un vantaggio. E’ in super in forma e penso che stia migliorando sempre di più. Quindi penso che nelle prossime tappe possiamo correre d’intesa. Adam è un grande compagno di squadra e averlo così vicino in classifica generale mi toglie pressione di dosso.
Sei entrato in questo Tour dicendo che non hai niente da perdere, la pensi ancora così?
E’ più divertente correre senza niente da perdere rispetto a dover difendere una maglia gialla. Ora che siamo nel cuore del Tour, non sembra così diverso. Ti concentri solo sulle corse, ma di sicuro ho avuto meno pressione arrivando al Tour. E’ stata una sensazione un po’ diversa rispetto a quando avevo il titolo da difendere.
In casa Jumbo Visma hanno detto che sul Puy de Dome hai fatto i tuoi migliori 35 minuti. Sei d’accordo?
Non lo so. Non conoscono tutti i miei allenamenti o tutti i miei dati di gara, quindi non sanno tutto su di me. Quindi non possono presumere certi numeri con esattezza. Però posso dire che è stata un’ottima prestazione, forse davvero la migliore.
Come sta Urska?
Sta molto meglio, oggi è andata di nuovo in bici. Non è in condizioni perfette, avrà bisogno ancora di qualche giorno per riprendersi. Quando perdi il manubrio ad altissima velocità è uno degli incidenti peggiori. A volte penso alle discese, come domenica, quando andavamo a 90 all’ora in gruppo sull’ultima grande discesa prima del Puy de Dome. Meglio non pensare a ciò che può succedere e che tutto possa andare in malora. E’ il nostro lavoro. Abbiamo cercato di essere rispettosi in gruppo e affrontarla con più calma, ma a volte è tutto così caotico. E allora ti chiedi se ne vale la pena.
E’ tutto così caotico, al punto da chiedersi se ci sia ancora tempo per fare i propri bisogni…
Normalmente nel ciclismo tradizionale succede che quando la maglia gialla si ferma, tutti si fermano con la maglia gialla e poi rientrano (sorride, ndr). Poi ci sono quelli che la fanno dalla bici. Personalmente, provo a fermarmi al massimo due volte per tappa, sempre quando c’è un momento in cui sai che puoi rientrare abbastanza velocemente. Oppure quando c’è più gente che si ferma, mai da solo. E se hai bisogno di fare qualcosa di grosso, sei fottuto. E’ difficile rientrare.
Cosa ti aspetti dalla Jumbo Visma?
Proveranno di tutto per preparare un grande attacco. Proveranno a farmi crollare di nuovo, ma staremo a vedere. Preferisco andare avanti giorno per giorno, sono motivato e pronto a tutto. Anche per le loro tattiche, cercherò di essere pronto qualsiasi cosa facciano.
E’ vero che per il prossimo anno stai ragionando di fare il Giro, lasciando che Almeida venga in Francia, dato che il Tour finisce solo tre giorni prima delle Olimpiadi?
Lo vedremo. Almeida è un ottimo corridore e quest’anno l’ha dimostrato al Giro. E’ pronto per andare al Tour e magari l’anno prossimo sarà possibile. Penso che lo voglia da molto tempo. Potremmo farlo insieme, come quest’anno sono con Adam Yates. Con Almeida ho fatto poche gare, ma abbiamo buoni rapporti. Sarà l’argomento di cui discutere fra otto mesi o giù di lì. Adesso no, per favore. Domani (oggi, ndr) ricomincia il Tour de France.