Malucelli, dietro quell’urlo non c’è solo rabbia

12.04.2022
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«Quando parti da davanti – dice Malucelli – devi essere forte da cavarli tutti di ruota. Altrimenti diventi un punto di appoggio e se qualcuno ti punta, non puoi farci più niente. Quando Moschetti è partito, a un certo punto ho pensato che non l’avrei più ripreso. Ma avevo dentro troppa grinta e troppa rabbia repressa. Così l’ho affiancato e nella mia testa gli ho detto: “Adesso ti passo!”. Ieri sera ho fatto togliere il 54 che era rimasto dal UAE Tour e ho detto al meccanico di rimettermi il 53. L’arrivo tirava al 3-4 per cento, mi è sembrato durissimo. Anche perché abbiamo fatto 200 chilometri e io non correvo dal 26 febbraio…».

Sul podio di Bagheria negli occhi di Malucelli un mix fra gioia e tristezza di fondo
Sul podio di Bagheria negli occhi di Malucelli un mix fra gioia e tristezza di fondo

Aspettando il TAS

Bagheria si specchia nel Tirreno, Palermo è là in fondo con la sagoma di Monte Pellegrino. Il pubblico del Giro di Sicilia aspettava Fiorelli, nato e cresciuto su queste strade. Ma quando nella scia di Moschetti è apparsa la maglia azzurra di Malucelli, conoscendo le recenti vicende della Gazprom, non abbiamo avuto nessun dubbio che avrebbe vinto lui. Nulla da togliere a Moschetti e Fiorelli, ma non poteva essere altrimenti.

«Tanta grinta – ammette Malucelli – e anche rabbia repressa. Se mi chiedete come sto, rispondo meglio di ieri, ma lo stesso non posso dire di stare bene. Non ho squadra, non ancora. Stiamo aspettando il Tas. Doveva venir fuori la scorsa settimana, dicono di aspettare anche questa. Sono stato per due mesi rinchiuso in casa. Le domande erano sempre le stesse, così pure le risposte. Ho detto a mio babbo di non chiedermi più del ciclismo, di non chiamarmi per sapere se c’erano novità. Però mi sono allenato. Lo sapete: noi corridori siamo delle teste di… e io da giorni avevo fatto un pensierino a questa tappa. Sapevo di avere una sola occasione».

Altri due Gazprom in gara con la nazionale: Scaroni e Carboni
Altri due Gazprom in gara con la nazionale: Scaroni e Carboni

Il segnale giusto

Mentre gli altri correvano con la maglia azzurra, Malucelli era a casa. Troppo duri il Coppi e Bartali e poi Larciano, ma Bennati aveva cerchiato il suo nome pensando proprio alla Sicilia e lui l’ha ripagato con la prima vittoria in Italia, alla prima convocazione in maglia azzurra della carriera.

«Senza questa convocazione – racconta Malucelli con il vento per sottofondo – avrei visto questa corsa in tivù. Quando ci guardiamo in faccia, vedo tanta voglia di fare bene. Perché se l’UCI non concede la benedetta deroga, rischiamo di stare per un mese e mezzo senza correre. E questa per me era l’ultima possibilità. Sono contento. E’ bello, mi dà morale e spero serva per mandare un bel segnale. Siamo tutti incazzati neri. Sono stato tutto marzo a casa a pensare. I giorni passavano e nel ciclismo conta vincere».

Fra Damiano e Martina

Due abbracci sono sembrati più intensi degli altri dopo l’arrivo: quello di Damiano Caruso, ragazzo dal cuore grande, che lo ha guardato con la gioia negli occhi. E poi quello con Martina, la sua ragazza, venuta in Sicilia per vederlo correre.

«Dopo l’arrivo, Damiano mi fa: “Fermati, che voglio abbracciarti!”. Quando un campione come lui lo vedi veramente felice per una tua vittoria – la voce gli trema – dà una bella soddisfazione. Alla fine ci siamo emozionati davvero. Quanto a Martina… Quando mi ha chiesto se poteva venirmi a vedere, le ho detto: “Perché no? Magari sarà la mia ultima corsa da professionista…”. Lei mi ha guardato e mi ha mandato a quel paese. Ha sofferto. Ognuno a casa vive i suoi problemi come se fossero i più grandi del mondo. Abbiamo passato notti senza dormire, parlando di quello che potrà accadere. E ultimamente la convivenza stava diventando pesante. Ma adesso che viene la Pasqua, speriamo che arrivi un uovo Kinder con dentro la sorpresa che aspettiamo da due mesi. E se non fosse l’uovo di cioccolata, andrà bene anche un cannolo…».

La prima tappa si è corsa per buona parte sulla Settentrionale Sicula: Italia in testa al gruppo
La prima tappa si è corsa per buona parte sulla Settentrionale Sicula: Italia in testa al gruppo

Il mare scivola nella sera, domani il Giro di Sicilia andrà da Palma di Montechiaro a Caltanissetta, terreno per gente da salita. L’ingegner Malucelli, approdato alla Gazprom-RusVelo per costruirsi un grande futuro, vincitore di tappa al Tour of Antalya e poi incappato in una guerra più grande di lui, aveva una carta da giocare e l’ha fatto alla grande. Questa dovrebbe essere la settimana in cui il TAS si pronuncerà sul ricorso della squadra russa e solo allora l’UCI prenderà posizione. Farlo prima significherebbe dover ammettere di aver commesso un grossolano errore.