Non vedremo più Rigoberto Uran nel gruppo. Il simpatico… bresciano di Urrao, arrivato in Italia nel 2006 per correre con la Tenax e avviare così una carriera da professionista lunga 19 stagioni, ha salutato domenica ottomila tifosi allo stadio Atanasio Girardot di Medellin. Qui il sindaco gli ha consegnato la Medaglia Categoria d’Oro, massima onorificenza della città (in apertura Uran con il presentatore Mario Sabato, foto El Giro de Rigo).
Grazie bicicletta
Una giornata allegra, come da par suo, ma questa volta insieme toccante, inaugurata in mattinata con El Giro de Rigo, la gran fondo scelta da tempo come gara per l’addio. Al suo fianco sono arrivati due campioni molto speciali che lo hanno scortato al passo d’addio: Joaquim Purito Rodriguez e Alejandro Valverde. Due giganti spagnoli che non si sono mai amati troppo, ma concordi nell’onorare il grande Rigo. E poi anche corridori in attività, da Dani Martínez e Sergio Higuita, Santiago Buitrago e Fernando Gaviria.
«Questo è un momento molto speciale per ogni ciclista – ha detto commosso Uran – e io non ho potuto farlo alla Vuelta a España, a causa della frattura dell’anca. Ma Dio conosce il perché delle sue scelte. E oggi a Medellín, davanti a tutta la mia gente e ai partecipanti al Giro de Rigo, do l’addio al ciclismo professionistico. Voglio solo dire: grazie, bicicletta. Grazie a te ho potuto ottenere molto, ho potuto sostenere la mia famiglia, ho potuto lottare e ispirare un intero Paese».
Felicità contagiosa
Valverde e Purito hanno condiviso con Uran i colori della Caisse d’Epargne nel 2008 e nel 2009. «E’ stato un orgoglio – ha detto Rodriguez – aver corso nella stessa squadra con Rigo. Non immaginavo che fosse possibile una corsa come El Giro de Rigo, sei davvero un fenomeno in tutto. Sapevamo tutti che ci avrebbe reso felici quando ti avessimo incontrato nel gruppo».
Un concetto simile a quello espresso da Rodriguez è arrivato anche da Valverde: «Stare con lui – ha detto – è sempre stata una gioia. In più ha fatto davvero tantissimo per il ciclismo del suo Paese».
L’oro di Medellin
Tra gli ospiti di lusso c’era anche la ciclista Mariana Pajón, tre volte medaglia olimpica della BMX, che aveva ospitato Uran e anche Bernal pochi giorni prima in occasione della sua Gran Fondito per bambini. E proprio lei, che ha toccato più volte con mano l’entusiasmo della sua gente, ha detto parole molto vere.
«La città è in festa – ha notato – e anche l’America Latina ti abbraccia. Siamo venuti per celebrare quello che è Rigo: non solo la sua carriera ma il suo modo di essere».
E lui dall’alto del palco su cui lo hanno intervistato, al momento di accettare il premio dal Sindaco Federico Gutierrez, ha commentato la sua carriera con una battuta. «Abbiamo perso l’oro a Londra, ma abbiamo vinto l’oro a Medellín», commentando così l’affetto che la sua gente gli ha sempre tributato.
Una storia difficile
Tra le vittorie più importanti di Uran si ricordano due tappe al Giro, una al Tour e una alla Vuelta. Il Gp Quebec. Il secondo posto alle Olimpiadi di Londra e la doppia piazza d’onore a Giro d’Italia: nel 2013 dietro Vincenzo Nibali e nel 2014 dietro Nairo Quintana. Anche il Tour de France del 2017 lo vide secondo dietro Froome, ad appena 54 secondi.
La sua storia di emancipazione dalla povertà attraverso la bici dopo l’uccisione del padre resta uno dei capitoli più toccanti del ciclismo contemporaneo. Le sue risate restano la colonna sonora di decine di interviste. E anche se negli ultimi tempi la sua presenza in gruppo è stata meno incisiva, siamo certi che davvero in gruppo se ne sentirà la mancanza.