Fiorelli su Sciortino: «Fare il ciclista è difficile se nasci al Sud»

08.11.2023
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La notizia del ritiro di Carlo Sciortino ha aperto il sipario su un mondo lontano dagli occhi di molti ma sul quale è giusto porre l’accento. Lasciare il ciclismo a 18 anni perché si fa fatica a stare lontani da casa e ci si accorge di essere distanti dal mondo degli under 23. Molti taglierebbero corto dicendo «se non sei pronto a fare sacrifici non puoi andare avanti in questo sport». Ma i sacrifici non sono uguali per tutti, questo lo si vede. I ragazzi che abitano nelle regioni del Nord corrono e vanno a scuola all’interno della stessa provincia.

Due anni fa Sciortino e Fiorelli si incontravano in un bar di Palermo per parlare di ciclismo e futuro
Due anni fa Sciortino e Fiorelli si incontravano in un bar di Palermo per parlare di ciclismo e futuro

L’esempio di Fiorelli

Uno che di questo ha sofferto, ma al tempo stesso ne ha fatto una forza, è Filippo Fiorelli. Ora il corridore della Green Project-Bardiani-CSF Faizanè si trova nella sua Palermo ancora nel limbo tra vacanze e ripresa. Con Fiorelli e Sciortino avevamo fatto una bella intervista che si chiudeva così: «Il 17enne (Sciortino, ndr), parlando con Fiorelli, ha gli occhi colmi di speranza, di voglia di fare, di sogni… che vede concretizzati nel professionista-amico». Quei sogni Sciortino li ha messi da parte, e questo deve far male a noi, perché non siamo più in grado di far sognare un giovane

«Ho incontrato Sciortino a fine stagione – racconta Fiorelli – e abbiamo avuto modo di parlare e confrontarci. Da un punto di vista l’ho assecondato perché lo capisco, non è facile stare lontano dagli amici, dalla famiglia e dalla propria terra. Sono queste le cose che ti pesano di più. La cosa più importante è la salute, se stai male non fai le cose al 100 per cento e non serve a nulla. Dall’altra parte, però, gli ho detto che avrebbe potuto aspettare di finire la scuola e vedere come sarebbe andato un anno fatto “normalmente”».

Negli anni da dilettante Fiorelli deve un grande grazie ai sostegno della famiglia (photors.it)
Negli anni da dilettante Fiorelli deve un grande grazie ai sostegno della famiglia (photors.it)
Ma il problema della distanza non si sarebbe azzerato.

Vero. Lo vedo su me stesso, soprattutto in questo periodo di preparazione dove ancora la bici la uso per fare delle passeggiate o uscite molto blande. Mi piace farle nella mia terra perché esco con degli amici amatori, qualche junior e non sono mai solo. E’ piacevole avere compagnia quando si va in bici, anche per non pensare troppo agli impegni. 

Anche tu sei stato e stai spesso lontano da casa. 

So cosa significa e pesa anche a me, per questo mi piace tornare qui in Sicilia appena posso. Però, per dove sono arrivato, è tutto più semplice perché da professionista il calendario è gestito in maniera diversa. Si lavora a blocchi di corse, una volta finiti me ne torno qui e sto bene. Quando sei dilettante questa cosa non succede, il calendario è più fitto, devi correre tutti i giorni e non hai occasione di tornare mai a casa. Ora quando ho voglia prendo l’aereo e torno, chiaro che c’è anche l’aspetto economico.

Uno dei momenti più difficili nel 2017, quando i risultati non arrivano a causa di diverse problematiche
Uno dei momenti più difficili nel 2017, quando i risultati non arrivano a causa di diverse problematiche
Sono sempre spese…

Ora sono libero visto anche il contratto che ho con la Green Project, ma se sono qui devo fare una statua d’oro a mia madre. L’ho pensato spesso, fare quello che ha fatto lei è stato come iscrivere un figlio all’università. A mia sorella hanno pagato gli studi, a me hanno pagato la vita da ciclista. Mia madre credeva in me e anche se non capiva bene quello che facevo vedeva che i risultati arrivavano e quindi era tranquilla. 

Si vive tutti in maniera diversa, con la consapevolezza che una famiglia intera sta facendo sacrifici importanti.

Ho sempre pensato che quando un siciliano va al Nord per correre, non va per divertirsi: non è un passatempo. Cosa che invece accade per molti ragazzi che sono vicini a casa e corrono in bici per passione. Io per la mia famiglia facevo dei veri e propri sacrifici. 

Filippo Fiorelli_Giro2020
Nel 2020 il passaggio tra i professionisti con la Bardiani, a 26 anni
Filippo Fiorelli_Giro2020
Nel 2020 il passaggio tra i professionisti con la Bardiani, a 26 anni
Come hai visto Sciortino quando ci hai parlato?

Tranquillo. Quando arrivi a prendere una decisione del genere ci rifletti per mesi, non è una cosa che arriva all’improvviso. 

C’è un punto in cui tu hai capito che ce l’avresti fatta?

Quando fare il ciclista è diventato il mio lavoro, arrivi a quel punto in cui non puoi tirarti indietro, devi andare avanti per forza, perché ce l’hai fatta. Capisco molto di più Sciortino che altri corridori che sono arrivati a correre tra i pro’ e dopo sei mesi hanno deciso di smettere…

Una volta tra i grandi le motivazioni vengono da sé, il problema è arrivarci
Una volta tra i grandi le motivazioni vengono da sé, il problema è arrivarci
Anche tu hai avuto i tuoi momenti difficili?

Certamente, nel 2017 volevo mollare, perché mi sentivo troppo lontano dalla mia famiglia. Quello fu un anno problematico dove ho preso la mononucleosi e non andavo forte come avrei voluto. Mi trovavo alla Beltrami e non ero sereno, così sono tornato in Toscana, alla Gragnano Sporting Club, dove le corse erano più adatte a me. Nel 2019 con loro ho vinto spesso arrivando a correre nel 2020 alla Bardiani. 

Una grande differenza si nota nel mondo degli juniores, che in Sicilia è un movimento ridotto.

Tutto questo lo dicevo a Sciortino. Gli ho sempre detto che quando fosse andato a correre con gli under 23 sarebbero state solo sberle. Qui sei abituato a vincere, ma al Nord il ritmo è diverso, mentalmente è difficile, arrivi a fare tanta fatica. Lo dico spesso: il ciclismo è il 70 per cento testa, 20 per cento cuore e 10 per cento gambe