L’anno scorso di questi tempi, mentre si celebravano le nozze di Peter Sagan con la Total Energies, suo fratello Juraj era ancora a piedi. Non era infatti così scontato che la squadra francese avrebbe preso anche lui, anche se alla fine l’operazione andò in porto e il grande dei due fratelli slovacchi firmò il tredicesimo contratto della sua carriera da professionista.
Per quelli che giudicano le persone sulla base dei watt e dei successi, Juraj Sagan è ben poca cosa. Chi invece guarda all’umanità delle persone, sa che stiamo parlando di un ragazzo d’oro.
Un post su Facebook
Mentre domenica scorsa si andava al foglio firma di Helensbourgh in Australia, sulla pagina Facebook di Peter è comparso un post che annunciava il mondiale come ultima corsa di Juraj.
«Non c’è dubbio che, per qualsiasi corridore – c’era scritto – il campionato del mondo sia una delle corse più importanti. E’ dove puoi guadagnarti il diritto unico e il privilegio di indossare la maglia iridata per un anno. Tuttavia, per me, oggi è un giorno emozionante per un motivo in più. Oggi è l’ultimo giorno in cui condividerò ufficialmente il percorso di una gara con un corridore che è mio fratello, il mio compagno di squadra e il mio migliore amico. Juraj si ritirerà dal ciclismo professionistico alla fine dell’anno, quindi Wollongong segnerà il suo finale ufficiale di carriera. Grazie, fratello, per essere stato sempre al mio fianco, nei giorni buoni e in quelli cattivi. Grazie per tutto quello che hai fatto per me in tutti questi anni, dentro e fuori dal ciclismo. Sono sicuro che il gruppo sentirà la tua mancanza».
Una vita faticosa
Nello stesso momento in cui abbiamo finito di leggere, Juray ci è passato accanto e abbiamo pensato di fermarlo per farci raccontare la sua decisione.
«Dovrei chiudere qui – ha detto con un sorriso – e sono contento di averlo potuto fare. Sono tanti anni che viaggio, questa vita è pesante ed è arrivato il momento di dire basta. Per i corridori italiani è più semplice. Ma per noi che viviamo in Slovacchia, l’inverno è pesante e questo significa doversi sempre trasferire per dei lunghi periodi in luoghi caldi. Non mi pesa dire basta, ho fatto la mia strada. Ho aiutato mio fratello nelle sue vittorie e mi sono tolto piccole soddisfazioni. Va bene così, nessun rammarico».
Consigliere e amico
Juraj ha iniziato a correre prima di Peter, diventandone ben presto l’ispiratore. E quando poi il fratello è diventato il campione che tutti conoscono, lui si è trasformato in consigliere, compagno di mille trasferte e allenamenti, il timone in una quotidianità nella quale a Peter servivano soprattutto riferimenti certi e fidati. Nel Team Peter, suo fratello ha sempre occupato con discrezione un posto chiave. Ecco perché, al netto dei tempi della burocrazia, lo scorso anno non avemmo dubbio alcuno che alla fine anche lui sarebbe approdato nel team francese.
«Sono stato molto contento di arrivarci – ci ha detto – è una bella squadra. Mi mancava aver provato anche il ciclismo francese. A fine mia carriera, posso dire di averle provate quasi tutte. Le arabe ancora no (ha aggiunto ridendo, ndr)».
Le vittorie di Peter
Quattro vittorie nel campionato slovacco su strada e Gp Boka nel 2009 sono state le sue uniche vittorie, ma Juraj ha sempre rivendicato con orgoglio il fatto di essere stato accanto al fratello in occasione delle vittorie più importanti.
«I momenti più belli – ha raccontato – restano quelli accanto a Peter quando ha vinto i tre mondiali, ma anche il Fiandre e la Roubaix. Queste sono storie e ricordi che mi resteranno per la vita. E anche se tanti hanno pensato che fossi solo il fratello di Sagan, io so di aver fatto la mia parte».
Lo ha detto con un sorriso orgoglioso sul volto. E ancora ridendo di gusto, quando gli abbiamo fatto notare che era arrivato al mondiale con le guance scavate, ha detto che non era condizione, ma semplicemente vecchiaia.
Il team e l’hotel
Juraj non ha concluso il mondiale in cui suo fratello ha colto il settimo posto. Si è avvicinato ai box e si è ritirato dopo aver concluso il lavoro.
«Le cose da fare non mancheranno – ha detto – ci sono la squadra e anche l’hotel che stiamo costruendo e che dovrebbe essere pronto per dicembre. Speriamo sia una bella cosa, lo potremo dire solo quando sarà pieno di gente. Peter dice che gli mancherò? Lo so e mi fa piacere che lo abbia detto lui».
Poi ha sorriso e quando è arrivato Peter i due fratelli hanno fatto una foto insieme. L’ultima in un campionato del mondo.