Tagliani e Bisolti, il tricolore è una boccata d’ossigeno

12.06.2023
5 min
Salva

Dalla Colombia all’Italia. La GW Shimano Sidermec vanta un organico di 15 atleti atleti colombiani, un norvegese e due italiani, Filippo Tagliani e Alessandro Bisolti. Due corridori che rappresentano l’avamposto tricolore di una squadra sudamericana che gli ha dato fiducia e i mezzi per gareggiare.

Poche corse, ma tanta voglia di raccogliere risultati e fare da chioccia ai giovani talenti che crescono sotto le indicazioni di Gianni Savio. Filippo e Alessandro abitano nella stessa zona, hanno 10 anni di differenza, ma condividono la stessa ambizione di fare bene nel ciclismo nostrano. Il 24 giugno andrà in scena a Comano Terme il campionato italiano e per loro la corsa ha la valenza di un piccolo iride travestito da tricolore.

Tagliani sta preparando l’appuntamento con poche corse nelle gambe
Tagliani sta preparando l’appuntamento con poche corse nelle gambe
Filippo Tagliani, come sta andando la tua stagione?

Sto correndo poco, direi benino. Ho fatto solo il Giro di Sicilia e il Tour de Bretagne, più due corse di un giorno, Giro dell’Appennino e il Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Un blocco unico e molto ravvicinato. 

I tuoi allenamenti come procedono?

A livello di allenamenti, sto lavorando molto bene. Le sensazioni sono buone. Spero si sblocchi qualcosa per fine stagione e in ottica 2024. Mi mancano un po’ gli appuntamenti per dimostrare chi sono e misurarmi con il lavoro che sto facendo. 

Tra circa venti giorni ci sarà l’italiano, che appuntamento rappresenta per te?

Per le mie caratteristiche devo dire che è durissimo. Sto cercando di prepararlo al meglio, arrivare in forma, magro per non avere rimpianti, però sono consapevole che sia ostico per me. Sinceramente non so nemmeno io cosa aspettarmi. Arriverò al 100 per cento, questo è sicuro. 

Quando ha avuto l’occasione ha saputo dimostrare di esserci, qui al Tour de Bretagne ad aprile
Quando ha avuto l’occasione ha saputo dimostrare di esserci, qui al Tour de Bretagne ad aprile
Con Bisolti siete gli unici italiani della formazione, vi sentite spesso?

Ci sentiamo frequentemente. Sono appena tornato da un allenamento con lui. Ci conosciamo da sempre, anche prima di correre insieme. Abitiamo a 30 chilometri, siamo sempre usciti con lo stesso gruppo di pro’ della zona. Quest’anno siamo gli unici due italiani e ci appoggiamo a vicenda per molti aspetti. 

Qual è la vostra figura all’interno della squadra?

Siamo i due con più esperienza e cerchiamo di fare un po’ da chioccia ai giovani ed essere dei riferimenti per quando la squadra viene a correre in Italia. Essendo uno staff colombiano, tutti i ragazzi sono di là, non è facile per loro arrivare qui e ambientarsi subito. La squadra in realtà corre tanto, ma solo in Colombia, vengono in qua a blocchi. Ne hanno fatto uno a inizio stagione con cinque ragazzi. Adesso ne sono arrivati altri cinque per il Giro Next Gen e sarà lo stesso per settembre. 

Come vedi Bisolti per l’Italiano?

E’ stato sfortunato perché ha fatto una brutta caduta all’Appennino. Non si è rotto niente, ma pedala male ed è parecchio dolorante. Sarebbe stato un percorso adatto alle sue caratteristiche. Tra l’altro si corre a 30 chilometri da casa sua. Mancano 20 giorni ma non è facile riprendersi dopo quello che ha subito. 

Bisolti ha dovuto fermarsi forzatamente a causa di una caduta all’Appennino
Bisolti ha dovuto fermarsi forzatamente a causa di una caduta all’Appennino

«Avevo iniziato abbastanza bene – conferma Bisolti, 38 anni compiuti a marzo – poi mi sono ammalato in concomitanza con la corsa di Reggio Calabria. Ho quindi avuto una sosta un po’ lunga. Mi ero ripreso bene per l’appuntamento del Giro dell’Appennino, ma ho avuto una brutta caduta e ora mi ritrovo molto acciaccato e con un grosso punto interrogativo sull’italiano». 

Che infortunio hai subito?

Fratture per fortuna non ne ho però, sono caduto in discesa a causa di un tamponamento. Ho fatto come un “high side” di quelli che si vedono in MotoGP.  Ho sbattuto la testa, tutt’ora ho un occhio e la fronte nera. Faccio fatica ad alzare un braccio, ho dolore alla schiena con abrasioni in ogni parte del corpo. Sono stato fermo “solo“ quattro giorni ma ora ad ogni pedalata devo stringere i denti per il dolore. Ho male dappertutto tranne che alle gambe (ride, ndr). Ghiaccio tutto il giorno e Tecar. Sta di fatto che il casco si è aperto in due, quindi forse è andata bene così…

Sarai pronto per l’italiano?

Tutto sommato in allenamento sto iniziando a fare qualche uscita normale. Il problema è che devo cambiare garze ogni tre ore e la notte non dormo. Il percorso mi è piaciuto fin da subito. E’ duro ed è vicino a casa quindi conosco gran parte delle strade. 

Rimane un tuo obiettivo?

Giugno per me era ed è un mese importante. Uno, perché le due corse in programma (Appennino e italiano, ndr) si addicono alle mie caratteristiche. Due, perché sono le uniche due in programma per me e Filippo questo mese. Però devo dire che sarà difficile essere a posto per quel giorno.

La squadra colombiana ha un numero di trasferte prefissate in Italia
La squadra colombiana ha un numero di trasferte prefissate in Italia
Conosci il percorso?

Non sono ancora andato a vederlo, perché nella mia testa avrei avuto tutto il tempo. Purtroppo è capitato questo imprevisto, quindi ci andrò solo nei prossimi giorni. I miei genitori sono di Pinzolo, devo solo capire quali strade sono del percorso, ma sono sicuro che le ho già fatte più di una volta. 

Con Tagliani che rapporto hai?

Abitiamo vicino. Io sto sul lago d’Idro mentre lui sta a Soprazocco sul lago di Garda. L’inverno vado io ad allenarmi nelle sue zone per recuperare qualche grado, mentre in estate viene lui, per prendere un po’ di fresco. 

E dopo l’italiano?

Spero che si riesca a correre di più di quanto previsto. In programma abbiamo solo settembre, ma è facile capire che se così fosse, vorrebbe dire fermarsi per più tempo di una pausa invernale… Il paradosso è che i miei compagni colombiani hanno già fatto 40 corse, quindi è anche difficile per loro gestire un organico in Italia quando hanno così tante opportunità di correre in Colombia. Non è facile andare avanti, ma questo è. E siamo pronti a fare il meglio quando ne avremo la possibilità.

Con Savio avete già parlato del tricolore?

Al momento è molto concentrato sul Giro Next Gen, ci sono giovani promettenti quindi sicuramente affronteremo il discorso prima dell’italiano.