CALPE (Spagna) – «Quasi come alle Maldive», facciamo scherzando con Manlio Moro. Il friulano guarda fuori verso la spiaggia e lo sguardo va alle vacanze concluse da poco. La sua ragazza, Rachele Barbieri, si trova pochi chilometri più a nord nell’Hotel Diamante Beach con il Team DSM-Firmenich, ma finora non sono riusciti a incontrarsi. Eppure nonostante questa nota stonata, Moro ha gli occhi che brillano. L’avventura tanto attesa nel WorldTour è iniziata, la Movistar l’ha accolto molto bene e il 2024 promette di essere un bell’anno. A ben vedere, il suo percorso ricalca quello di Jonathan Milan nel 2021, con il passaggio dalla continental alla WorldTour all’inizio dell’anno olimpico. Entrambi friulani, entrambi parte del quartetto. Parigi è alle porte.
Manlio comincia dall’Australia ed è questo il motivo per cui a un certo punto sparisce per andare a rinchiudersi sui rulli in una stanza con le finestre chiuse, in cui la pompa di calore riproduce la temperatura che troveranno ad Adelaide. Dovrà farlo anche a casa nei giorni che precedono la partenza. Giusto da poco l’UCI ha annunciato l’introduzione per le corse che si corrono con temperature troppo elevate: staremo a vedere.
Sei diventato grande, insomma…
Sono in squadra con Cimolai e con Formolo (ride, ndr), che fino all’anno scorso li vedevo in tivù e adesso ci alleniamo insieme. Fino a 2-3 anni fa a “Cimo” chiedevo di passarmi qualche maglia, invece ora siamo compagni di squadra. L’anno scorso ero qui a Calpe con la nazionale della pista e quelli del WorldTour mi sembravano extraterrestri, ora sono uno di loro. Ci stiamo allenando molto, sento un po’ la differenza di ritmo. Ieri abbiamo fatto un bell’allenamento, lungo e con molto dislivello, e ho dovuto stringere i denti. Soprattutto perché hanno spostato Formolino nel mio gruppo (ride ancora, ndr) e quando menava in salita, io ero bello a tutta. Mi hanno tirato il collo, però il giorno prima mi era toccato a loro. Abbiamo fatto delle sessioni di cronosquadre e gli ho restituito un po’ di fatica.
Hai notato anche tu le somiglianze con il percorso di Milan?
Credo che il passaggio alla WorldTour sarà un toccasana anche in termini di preparazione per la pista. Oltre al fatto di essere più motivato, secondo me arriverò con una gamba migliore, perché qui ci si allena sempre a tutta. Qui siamo divisi in tre gruppi e io sono in quello che inizierà dall’Australia. Per cui, partendo un mesetto prima degli altri, si va già forte. Facciamo allenamenti abbastanza tirati e di sicuro tutta questa fatica mi servirà.
Come si fa a mettere d’accordo i lavori della strada e quelli della pista?
Ne stavo parlando anche stamattina con Piepoli. Il mio obiettivo sarebbe cercare di non trascurare nessuno dei due. Lui mi ha fatto notare che comunque l’Olimpiade è un’occasione che capita una volta nella vita, quindi sono concentrato molto sull’obiettivo. Sono d’accordo con la squadra, anche loro ci puntano molto. Perciò stiamo cercando di lavorare al meglio. Ora questo ritiro di Calpe, dopo Natale farò un ritiro in pista e andrò a fare anche delle gare: probabilmente una madison a Novo Mesto. Cerchiamo di far combaciare al meglio le cose per non perdere in nessuno dei due ambiti.
E in Australia farai anche la Coppa del mondo, come Viviani e Ganna?
Esatto, infatti resterò in Australia per un mese: dal 5 di gennaio al 5 di febbraio. I lavori che servono su strada sono diversi, per cui prima del Tour Down Under, mi concentrerò a fare dei lavori più incentrati su sulla strada. E subito dopo, dato che ci sono 10 giorni, non potrò andare in pista, ma faremo sessioni più brevi ma intense, per richiamare la pista.
Il fatto di essere così brillante in pianura potrebbe farti finire ad esempio nel treno di Gaviria?
Di sicuro anche la Movistar cercherà di sfruttare le qualità della pista, quindi il fatto che abbia questi 3-4 chilometri a tutta può tornare utile per aiutare Fernando o lo stesso Cimolai. Potrei provare a fare l’ultimo o il penultimo. Potrei essere il corridore che li tiene davanti negli ultimi chilometri. Non vedo l’ora di iniziare a capire a che livello sono rispetto agli altri, così dopo le prime gare riuscirò a capire a cosa potrò servirgli.
Immaginando di tirare una riga dopo le Olimpiadi, dove vorresti andare a quel punto?
Di sicuro mi piacerebbe aiutare la squadra, ma avrei anche l’ambizione di vincere una grande classica. Però prima devo vedere a che punto sono, è difficile dirlo adesso. Magari vado di là e mi trovo subito bene o magari mi ci vuole un anno per ambientarmi, quindi non non lo so. Però, appunto, l’obiettivo è cercare di far bene, per vincere o far vincere un compagno. Penso che sia bello lo stesso.
Aver firmato già l’anno scorso ti ha fatto vivere il 2023 più serenamente?
Da un lato sì, avevo il contratto. D’altra parte avevo molta più ansia perché volevo dimostrargli di essermelo meritato. La medaglia ha mostrato entrambe le facce. Il fatto di essermi allenato con Piepoli per tutta la stagione mi ha permesso, tra virgolette, di guadagnare un anno. Mi ha cambiato completamente gli allenamenti, per cui quando sono arrivato qui, non ero così lontano. L’allenamento lungo di ieri lo avevo fatto sullo stesso percorso anche l’anno scorso, perché ero venuto in ritiro con loro. L’anno scorso l’ho finito che ero morto, quando arrivai in albergo, quasi non ricordavo come mi chiamassi. Quest’anno invece l’ho fatto tutto, nonostante in salita tirasse Formolo e nonostante io fossi il più pesante (Moro è alto 1,90 e pesa 81 chili, ndr). Ho fatto la prima salita, la seconda, la terza, la quarta, tutta la quinta e non sono arrivato morto alla fine. Quindi vuol dire che sono cresciuto molto.
Che cosa puoi dire di Piepoli come preparatore?
Secondo me è molto umano. Avendo corso anche lui, sa cosa vuol dire la fatica in bici e quindi riesce a capire come calibrare il lavoro. Mi fa molto anche da psicologo, è quello che mi dà la carica. Quando sono un po’ demotivato, lui cerca di farmi ritrovare la motivazione e questo è molto importante. Non lo vedo solo come un preparatore che fa le tabelle, ma anche come una persona che mi incoraggia a fare sempre meglio.
Com’è stato fare i rulli in una stanza tropicale, per adattarsi al caldo australiano?
L’ho fatto già una volta lo scorso, nel giorno di recupero. Qui è caldo, ma quando andrò a casa dovrò allenarmi con cinque gradi e passare di colpo a 35°C non sarà troppo graduale. Dovrò fare una sessione di allenamento simile anche a casa, per 2-3 volte a settimana. Hanno visto che funziona, perciò…