Un mese al Tour de Pologne, corso per la prima volta nel 1928. La partenza sarà data il 9 agosto da Lubin, conclusione il 15 a Cracovia. L’ufficio comunicazione sta facendo un gran lavoro. Gli aggiornamenti arrivano in continuazione, sulla corsa e sugli eventi collaterali. L’ultimo in ordine di tempo è una gara per amatori che si svolgerà il 10 agosto ad Arlamow. Ma il Tour de Pologne è anche la corsa in cui nel 2020 si registrò la brutta caduta di Jakobsen, per la scorrettezza di Groenewegen, l’arrivo troppo veloce di Katowice e transenne non all’altezza. Per questo e per fare il punto della situazione ci siamo rivolti ad Agata Lang, colonna portante del Lang Team e membro della Commissione strade della Uec.
Situazione normale
Agata ha un tono di voce che mette di buon umore e il solito ottimo italiano, mentre racconta che in Polonia è caldissimo e nel pomeriggio piove sempre, per fortuna alla larga dalle inondazioni che stanno colpendo Germania e Belgio.
«Rispetto allo scorso anno è diverso – dice – eravamo la prima gara a tappe nella prima estate Covid, poi ci sarebbe stato il Tour. Bisognava capire come fare, adesso invece è tutto chiaro. La situazione in Polonia è abbastanza tranquilla, per il momento sembra una vita normale. All’aperto non mettiamo le mascherine, molte persone sono state già vaccinate e tutti i servizi sono in funzione».
Ci saranno limitazioni di pubblico?
La corsa avrà i suoi tifosi. Sulle strade, mantenendo le distanze, potranno stare tranquillamente. Da parte nostra cercheremo di salvaguardare le bolle delle squadre alla partenza e all’arrivo. Non sarà come eravamo abituati a vedere, ma ad esempio al Tour è pieno di gente. Il pubblico fa parte del ciclismo e la corsa senza tifosi è triste. Devo essere sincera, è un’altra atmosfera. Però l’importante è lavorare e andare avanti. Dare ai corridori l’opportunità di correre.
L’anno scorso siete stati eletti evento sportivo dell’anno…
Il Tour de Pologne è una corsa storica, ha 90 anni, per cui è importante per il nostro pubblico e per la gente. E soprattutto passiamo dai piccoli villaggi, organizziamo eventi per i ragazzi, per i bambini e per gli amatori. In pratica coinvolge tutti.
L’anno scorso c’è stata anche la caduta di Jakobsen, ma bisogna ammettere che avete avuto una bella reazione.
Ci siamo rivolti a Boplan e sono molto contenta della collaborazione che siamo riusciti a creare, perché comunque ora abbiamo delle transenne innovative.
Le abbiamo presentate ad aprile su bici.PRO, altra cosa rispetto alle vecchie barriere…
Le nostre erano da regolamento, ciò non toglie che essendoci nuove tecnologie ci teniamo ad innovare per implementare la sicurezza. Sono contenta che ci sia questa nuova opportunità. Li ho contattati appena le ho viste, quando sono apparse nelle gare in Belgio. A parte tutte le schede tecniche che ho letto, è arrivato anche il feedback positivo dei corridori. Sono barriere innovative che piacciono. E poi abbiamo preso anche i totem, perché sia al Giro d’Italia sia in Ungheria abbiamo visto che il lavoro dei segnalatori è rischioso. Almeno così anche lo staff lavorerà in sicurezza.
Boplan si accontenta davvero di entrare in sponsorizzazione, oppure avete dovuto pagare?
Questo fa parte del contratto, per cui non so se sono informazioni che posso divulgare. Comunque abbiamo una partnership. Anche loro sono molto contenti di collaborare con noi e speriamo entrambi di continuare negli anni futuri, anche se logisticamente è molto complicato.
Come mai?
Bisogna capire che una transenna pesa 40 chili, per cui per portarle dal Belgio servono sei camion e poi tutti i giorni bisognerà installarle nei vari arrivi. E’ diverso rispetto a usarle nella gara di un giorno.
Il montaggio è a carico vostro?
Tocca a noi. Per il trasporto abbiamo l’aiuto di Drutex, che è nostro partner. Magari li conoscete, perché erano sponsor nel calcio. Producono porte e finestre, però hanno un sacco di mezzi, con cui ci aiutavano già prima. Adesso hanno fatto lo sforzo in più di andare in Belgio a recuperare i materiali di Boplan. Ci tengo a precisare che li abbiamo già usati nella gara under 23, per cui prima siamo andati a ritirarli, poi li abbiamo riportati indietro. Adesso torneremo in Belgio e faremo la stessa cosa, però ne vale davvero la pena.
Da quest’anno il Tour Pologne avrà transenne Boplan: un accordo fortemente voluto Il totem viene invece utilizzato per rendere sicuri gli spartitraffico Le transenne proseguono per 100 metri dopo l’arrivo La barriera è alta 140 centimetri e inclinata di 70 gradi
Com’è invece la situazione del ciclismo polacco?
Viviamo ancora dell’ondata di Kwiatkowski e Majka, però speriamo che emergano nuovi talenti. Per esempio Kamil Malecki, un bravo ragazzo. Purtroppo ho avuto un incidente in allenamento e sta ancora recuperando. Può fare grandi cose, l’abbiamo visto anche l’anno scorso al Tour de Pologne. Ci auguriamo che i giovani seguano le orme di Kwiatkowski e che portino grandi successi come ha fatto lui.
In che modo fate promozione della corsa?
Ne facciamo tanta. Abbiamo media nazionali e regionali. Abbiamo ripreso con gli spot al cinema. Eravamo in dubbio perché i cinema non si capiva se li avrebbero riaperti, in realtà funziona molto bene. Poi abbiamo tutta la cartellonistica nelle città. E a parte quello, la cosa più importante è che abbiamo la televisione che ci trasmette l’intera tappa, per cui sono ore di diretta televisiva. E poi tutti i web e tutti i nostri media partner. Insomma, se vieni in Polonia in quei giorni (sorride, ndr), ti accorgi che si sta svolgendo il Tour de Pologne…
Quindi non resta che ripartire?
Sono stati due anni difficili per noi, ma siamo pronti per affrontare questa stagione. Siamo intervenuti sulla giornata di Katowice, che non sarà una tappa in linea, ma una cronometro. Abbiamo cercato di cambiare rispetto agli anni passati, le prime due tappe ad esempio saranno completamente nuove. Per cui dai, ci siamo. Sistemiamo le ultime cose, com’è normale che sia a un mese dalla corsa, e poi davvero non resta che ripartire…