Il Lombardia da dentro. In corsa c’era anche Elisa Longo Borghini

08.10.2023
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BERGAMO – Il Lombardia visto da dentro. Questa è stata la giornata di Elisa Longo Borghini nell’ultima Monumento della stagione. Una gara che l’ossolana della Lidl-Trek adora dichiaratamente e che ha seguito sull’auto di Stefano Allocchio, direttore delle corse targate Rcs Sport.

La stagione agonistica di Longo Borghini è finita anzi tempo per una serie di sfortunate vicissitudini fisiche. Non ha mai fatto mistero di quanto abbia sofferto chiudere prima il 2023, quindi tanto vale fare le cose che uno ama di più e, se possibile, divertirsi per guardare oltre. Elisa ha già superato questo step, anzi ha gli ultimi preparativi del matrimonio col suo Jacopo Mosca che l’attendono. E ne racconta alcuni divertenti di prima mattina a Como mentre è davanti al bus della sua squadra prima della partenza.

Così, tra una chiacchiera e l’altra, ne approfittiamo per rendere Elisa nostra inviata per sapere come un’atleta vive una gara da un altro punto di vista.

Stefano Allocchio è il direttore di corsa di Rcs Sport. Nella sua auto passano tutte le informazioni della gara
Stefano Allocchio è il direttore di corsa di Rcs Sport. Nella sua auto passano tutte le informazioni della gara

Dopo il traguardo

I mezzi dell’organizzazione scorrono sotto la linea d’arrivo di Bergamo anticipando le ultime pedalate solitarie di Pogacar. L’appuntamento con Longo Borghini ce lo abbiamo in zona palco premiazioni per il suo racconto.

«Avevo già vissuto questa esperienza nel 2016 – spiega Elisa – Rispetto al passato stavolta partiva Jacopo ed è stato particolare durante il trasferimento iniziale al chilometro zero vederlo di fianco a me. Io sull’auto del direttore di corsa, lui in bici. Anche se della gara in sé si vede poco, se non la testa, ho seguito la corsa da amante del ciclismo da una postazione privilegiata. Di mestiere faccio la professionista, amo profondamente questo sport e mi piace guardare le corse ma vederle dal vivo è tutta un’altra cosa, specie in questo modo.

«Se mi aspettavo Jacopo in fuga? – risponde – Diciamo che sapevo che, mancando Ciccone, doveva andare in fuga uno dei nostri compagni di squadra. Sapevo che ci avrebbero provato anche se poi le dinamiche di gara sono diverse e non sempre così semplici. Alla fine lui non c’era ma ci è andato in fuga Hellemose ed è stato bello vederlo tutto il giorno davanti».

Dentro l’auto

Qualcuno dice che se non si vuole vedere o sapere nulla di una gara di ciclismo, bisogna salire su un’auto in corsa. In realtà non è proprio così, però certamente si percepisce l’emozione e l’adrenalina ti fa trascorrere sei ore di gara senza quasi accorgertene.

«In macchina ci sono tantissime comunicazioni radio – prosegue Longo Borghini – tra direttore e radio corsa, staffette, cambio ruote, polizia, squadre e altri mezzi. É un continuo scambio di informazioni per avere la situazione sempre sotto controllo. Sono importantissime per tutti, e di conseguenza per i corridori».

Il Giro di Lombardia regala sempre grandi panorami, soprattutto se il clima è più estivo che autunnale
Il Giro di Lombardia regala sempre grandi panorami, soprattutto se il clima è più estivo che autunnale

«Secondo me – va avanti nella analisi – sono fondamentali alcune segnaletiche, anche laddove uno possa pensare che sono superflue. Bisogna tenere conto che negli 30/40 chilometri di gara si è sempre al gancio, può mancare un po’ di lucidità. Ad esempio le insegne luminose, accompagnate da un suono che attirano l’attenzione, penso che abbiano portato molta più sicurezza per noi corridori in curva o nei punti in cui possono esserci ostacoli sul percorso».

«Tuttavia da amante della velocità – ci dice col sorriso sulle labbra – mi è piaciuto particolarmente essere nella macchina del direttore perché deve sempre allungare rispetto corridori, quindi eravamo sempre un po’ di traverso nelle curve. Mi sono divertita in quei momenti e scusate se non vi ho fatto nessuna foto dal finestrino. Significava avere la nausea e far passare una brutta giornata a tutti».

Amore per il Lombardia

L’anno scorso quando il Giro Donne arrivò a Bergamo, Longo Borghini lo disse subito che quel traguardo profumava di Giro di Lombardia. E la versione femminile sarebbe il suo sogno. II panorami, le grandi salite e il pubblico possono stimolare il corridore a non sentire la fatica.

Il pubblico ha salutato l’ultima gara di Pinot. Ma bisogna fare attenzione a non esagerare col contatto per non far cadere l’atleta
Il pubblico ha salutato l’ultima gara di Pinot. Ma bisogna fare attenzione a non esagerare col contatto per non far cadere l’atleta

«Mi piace l’atmosfera che si respira. Di questa gara mi piace veramente tutto. Si passa in zone in cui il ciclismo è nel cuore delle persone, che sono sempre tante sulla strada. I paesaggi sono stupendi e quindi per me il Lombardia ha sempre un fascino particolare. E’ per questo che vorrei un giorno poter correre il Lombardia femminile. So che c’è la volontà per farlo ma tuttavia so che ci sono delle difficoltà logistiche che comprendo pienamente. Però ripeto, sarebbe bello poterlo correre.

«Il ciclismo è lo sport del popolo – chiude – oggi ne ho avuto l’ennesima riprova. Il pubblico del ciclismo non paga un biglietto per i propri idoli in gara. E’ il bello del ciclismo. Il pubblico non può essere contenuto però deve essere più disciplinato, questo sì».