LIENZ (Austria) – Una delle ultime occasioni per guardare negli occhi i protagonisti del prossimo Giro d’Italia ce l’ha offerta il Tour of the Alps. Così, al termine di cinque giorni davvero tosti nei quali ci sono stati continui rimescolamenti di classifica, è giunto il tempo di fare dei bilanci concreti. O per lo meno di cercare di farli. Se la Lidl-Trek e la Tudor hanno trovato le risposte che cercavano da parte dei loro leader non si può dire lo stesso della Red Bull-Bora-hansgrohe.
Il team tedesco era venuto a correre con Jai Hindley nei panni del capitano e leader unico. Dopo il ritiro in altura le sensazioni sono state altalenanti, con prestazioni che sono andate di pari passo. Lo squillo del campione è arrivato con il secondo posto di San Candido. Per il resto l’australiano con la verve del surfista è stato lontano dai riflettori ogni volta che la strada saliva e lui, inesorabilmente, si staccava.


Cosa porti a casa da questa corsa, ti aspettavi molto…
Vero, mi aspettavo sicuramente un risultato diverso. Sono state tutte giornate complicate a loro modo, sia per la difficoltà del percorso sia per il maltempo che ha colpito la penultima tappa.
E’ stata una corsa molto aggressiva?
Siamo stati tutti al limite, credo. I protagonisti hanno corso alla grande e sono andati tanto all’attacco. Storer su tutti ha fatto vedere ottime cose. Non è stata una corsa ottimale per me, ma certe cose vanno così e va bene. Non resta che sperare di star meglio.


Dopo questo Tour of the Alps quale sarà il tuo passaggio verso il Giro?
Rilassarmi e prendere qualche giorno di riposo. Si è trattata di una corsa davvero dura, con salite impegnative. Penso sia stato un bene prendervi parte ed essere qui per fare un altro passo importante.
Al Giro tutti per Roglic o dividerete i gradi di capitano?
Saremo tutti per lui e al suo servizio. Sarà lui il grande leader. Il Giro però è una corsa lunga e bisogna sempre aspettarsi l’inaspettato.


Con l’arrivo di Roglic sono cambiati un po’ gli equilibri per te e la squadra?
Sicuramente le occasioni di essere il capitano unico in corsa sono meno rispetto a prima e bisogna sfruttarle (al Tour of the Alps Hindley non è riuscito in questo intento, ndr). Nonostante tutto credo che il ciclismo moderno, soprattutto nei grandi appuntamenti, sia destinato a questo. Le squadre forti come la nostra devono avere più di un leader.
E’ una cosa che preclude qualche chance?
In realtà non proprio. Ci si può giocare le occasioni e controllare meglio il finale. Penso sia una modalità che possa aiutare tutti.