Giacomo Nizzolo, campionato italiano 2020

Giacomo Nizzolo, il tricolore e gli europei

15.09.2020
5 min
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Giacomo Nizzolo indosserà la maglia di campione europeo sino alla prossima sfida di Trento, infilandola sopra a quella tricolore vinta a Cittadella quattro anni dopo la vittoria del 2016.

Nel mezzo, fra un titolo italiano e il successivo, la sua carriera ha subito una serie di rallentamenti. Causa di tutto: l’eterna tendinite al ginocchio destro, che avrebbe potuto minare la solidità di chiunque. Di tutti, tranne la sua. Perché a sentirlo parlare durante questa prima intervista con bici.PRO, sembra che i guai fisici siano stati essi stessi una parentesi nella parentesi della vita. Una volta risolti grazie all’intervento di fine 2018, ogni cosa è tornata magicamente al suo posto.

Cittadella tricolore: la più dura

Nella personale classifica di Nizzolo, la vittoria di Plouay ha conquistato la prima posizione, ma quella di Cittadella gli è parsa forse più difficile. Per questo il tricolore si colloca piuttosto in alto, anche se i festeggiamenti sono stati in risicati, partito subito per i campionati europei e da quelli con un charter verso il Tour de France, in questa stagione mordi e fuggi, senza il tempo di digerire tra una portata e la successiva.

«Sono arrivato a Plouay – dice Nizzolo – sicuramente rilassato dal fatto di aver vissuto l’italiano e poi l’europeo focalizzandomi prima sull’uno e poi sull’altro. A Cittadella ero solo con Battistella: due uomini di cui uno era il capitano e abbiamo fatto un capolavoro. Il tricolore è sempre una soddisfazione. E’ stata una bellissima corsa, arrivata dopo anni non semplicissimi e dopo il lockdown, che inizialmente mi ha portato un po’ di sconforto. Dopo il periodo buio, aver vinto in Australia e poi alla Parigi-Nizza faceva pensare a una partenza col botto, ma il cattivo umore è durato poco. Giusto il tempo di capire che ci trovavamo in una situazione più grande di noi e del ciclismo. A Plouay invece avevo la squadra tutta per me e ho dovuto pescare nel mio bagaglio di esperienza per restare freddo e concentrato nella pancia del gruppo, mentre davanti si scatenavano gli attacchi».

I guai al ginocchio

Eliminati i problemi, Nizzolo era certo che gli sarebbe bastato allenarsi bene per tornare competitivo. Semmai inizialmente il dubbio era se si potesse davvero sistemare il ginocchio, che è un… mondo particolare. Può sembrare che sia tutto a posto e poi all’improvviso ti tradisce. Invece a dicembre 2018 si è operato, ha seguito una lunga riabilitazione e alla fine ho ritrovato le sensazioni.

La sua storia a dire il vero ha conosciuto diversi infortuni, a cominciare da quello che lo fermò al primo anno da under 23 e gli fece saltare tutto il 2008, al punto che ottenne la prima vittoria il 5 ottobre al Trofeo S.C. Marcallo con Casone.

Giacomo Nizzolo, Arnaud Demare, Campionato europeo, Plouay, 2020
Nella volta di Plouay, ha infilzato Arnaud Demare ed è diventato re d’Europa
Giacomo Nizzolo, Arnaud Demare, Campionato europeo, Plouay, 2020
Nella volta di Plouay, ha infilzato Arnaud Demare ed è diventato re d’Europa

«Purtroppo – sorride Nizzolo – ho sempre avuto a che fare con delle ripartenze e non a caso quella prima vittoria, cui arrivai partendo davvero dal basso, resta per me una delle più importanti. Da quel momento e fino al 2016 sono stato sempre in crescita, con buoni risultati. Prendete il mondiale di Doha, in cui Davide Cassani mi volle capitano della nazionale. Avevo una serenità mentale ottimale, la pressione non mi schiacciava. Sentivo di non essere ancora nel pieno della maturazione, ma ero sicuro. Non voglio dire che mi sentissi invincibile, ma pensavo che poco avrebbe potuto frenare la mia crescita. Invece sono venuti fuori i primi problemi al ginocchio. Ad ogni ripresa però, ho salito un gradino. Sono orgoglioso di aver vinto per due volte la maglia a punti del Giro, anche se allora forse l’avrei barattata con una tappa. Il fatto è che oggi mi ritrovo con una consapevolezza diversa, che mi permette di gestire le difficoltà e fare le giuste valutazioni».

Ma alla Trek, Nizzolo stava bene

L’ultimo gradino, in ordine di tempo, è stato il passaggio dalla Trek-Segafredo alla Ntt, con la certezza che il cambio di casacca avrebbe portato nuovi stimoli.

«Non cercavo la spinta a fare meglio – spiega Nizzolo –  quella non è mai stata un problema, però volevo fare uno switch mentale. Con Trek e con Luca Guercilena ci siamo lasciati in ottimi rapporti, alla Ntt ho trovato un diverso gruppo di lavoro, più internazionale. E cambiano in parte anche gli obiettivi, perché quest’anno per la prima volta, dopo il secondo posto di Kuurne e dopo aver scollinato il Kwaremont con i migliori, avrò un approccio diverso con le corse del Nord. E’ l’anno giusto per andare lassù e mettermi davvero alla prova, per cui dopo il Tour si farà rotta sul Nord, cercando di trovare anche i momenti giusti per recuperare, perché una stagione come questa ti svuota e avendo impegni tanto ravvicinati è difficile staccare per rimettersi in sesto».

Marco Velo, Giacomo Nizzolo, Davide Cassani, campionati europei 2020, Plouay
L’abbraccio con Davide Cassani e Marco Velo poco dopo aver tagliato il traguardo
Giacomo Nizzolo, Davide Cassani, campionati europei 2020, Plouay
L’abbraccio con Davide Cassani poco dopo il traguardo di Plouay

Ciclista, un’immagine da rifare

L’ultima riflessione va al suo mestiere e ai suoi colleghi e alla voglia di allargare il bacino di utenza del ciclismo. Ci arriviamo ricordando quando alcune stagioni fa creò per sé un sito internet nel segno del glamour, proponendo di sé un’immagine lontana da quella in lycra e scarpini.

«Credo che i corridori abbiano altre cose da dire oltre al ciclismo e alla loro bicicletta – dice Nizzolo – e mi piacerebbe che fuori si parlasse anche di questo. Alla gente potrebbe interessare quali siano le nostre passioni oltre la bici e così potremmo allargare la tipologia del nostro pubblico. La parola chiave ovviamente è evitare le forzature, altrimenti tutto questo potrebbe essere preso per una forzatura o un esibizionismo. Ci vuole poco a ritrovarsi con l’etichetta sbagliata. Io per molti sono schivo e un po’ snob, mentre in realtà sono solo riservato e quando posso do anche il cuore».

Giacomo Nizzolo, campionato europeo 2020
Giacomo Nizzolo, nel giro di pochi giorni tricolore ed europeo
Giacomo Nizzolo, campionato europeo 2020
Indosserà la maglia di campione europeo fino al giorno di Trento 2021

Lo stesso cuore che d’ora in avanti batterà sotto i colori della maglia di campione nazionale e d’Europa, sulla porta di una possibile svolta della carriera nel segno della maturazione fisica e mentale. Basterà cercare quelle strisce sulle strade del Nord e sulle future rotte della Sanremo, con le dita incrociate e un bel carico di ottimismo sulle spalle.