Daniel Savini ha una voce gentile e nel raccontarci la sua storia si percepisce un velo di rammarico misto a voglia di fare e riprendersi quel che ha perso. Il contatto con la MG.K Vis, squadra con cui correrà nel 2022, sembra averlo rilanciato, dandogli quella speranza di cui un corridore così giovane ha bisogno. Esce da quattro anni passati nei professionisti, alla Bardiani. Leonardo Scarselli ci aveva dato lo spunto di lettura del diesse, ma è giusto dare spazio al protagonista della storia per raccontarci cosa non è andato e cosa invece sì.
Quando hai avuto il primo contatto con la Bardiani?
Presto, il contratto per passare professionista con loro l’avevo firmato al mio ultimo anno da juniores, nel 2015. La clausola era che sarei andato a correre con la Bardiani-CSF-Faizanè solamente dopo il secondo anno della categoria under 23.
Non pensi che questo possa aver influenzato il tuo percorso nei dilettanti?
No, al contrario mi ha motivato, al primo anno da under ho vinto anche delle gare. Nel 2017, invece, dopo una buona prima parte di stagione ho preso il citomegalovirus che ha condizionato anche la prima parte del 2018.
Questo ha compromesso parte della prima stagione da pro’?
Non voglio trovare scuse, ma di certo non mi ha aiutato nel trovare la condizione migliore. Fare il salto di categoria non è stato facile, le difficoltà sono tante, un conto è fare una o due gare, un altro è correre una stagione intera.
Molti atleti parlando delle difficoltà incontrate dicono che la differenza si fa nelle ultime due ore di gara.
Sono proprio due modi di correre differenti. Negli under 23 vai a tutta per l’intero arco della corsa, mentre tra i pro’ la gara è più spezzettata. La prima ora la fai a “blocco”, poi il gruppo si apre e il ritmo si abbassa un po’. La più grande difficoltà che ho riscontrato è il rialzare il ritmo dopo dei periodi di “quiete”.
Per trovare il ritmo è importante allenarsi con la squadra, magari con qualche compagno…
Con la Bardiani abbiamo sempre fatto tre ritiri durante l’anno nei vari momenti della stagione. Effettivamente a casa mia, a Massa, ci sono pochi atleti con cui allenarsi, ma questo dal mio punto di vista fa poca differenza.
E nei tre anni successivi?
Nel 2019 avevo fatto qualcosa di buono in Slovenia, stavo iniziando a divertirmi. Ho trovato il primo podio al Matteotti, come nel 2020. L’anno in cui mi sono sentito meglio è stato il 2021, ma i risultati non hanno tenuto il passo delle sensazioni. Non sempre si riesce a far combaciare le cose. Come valori generali sono cresciuto ma è la conseguenza del correre in una categoria superiore.
Ora la tua avventura in Bardiani si è interrotta, cosa non è andato?
Il mio contratto era di 3 anni e nel 2020 è stato prolungato fino al 2021. Alla base del mancato rinnovo non c’è stata una vera e propria spiegazione del team (Roberto Reverberi, richiesto in tal senso, ha detto che, pur riconoscendogli alcune qualità per le corse di un giorno, ha ritenuto di non voler più puntare su di lui, ndr). Mi è stato comunicato dalla squadra che non avrei fatto più parte dell’organico a fine settembre, ma avevano già parlato con il mio procuratore, che però mi ha tenuto all’oscuro di tutto.
Quando era stato avvisato?
Lui a fine giugno. Dopo il colloquio con la Bardiani sono come caduto dal pero ed avevo il morale molto a terra. Forse muovendomi con un po’ di anticipo sarei riuscito a trovare una squadra, ma così non è stato, io sono uno che non guarda né troppo avanti né indietro, vivo il momento.
Il presente parla di MG.K Vis, come sei arrivato da loro?
Mi ha contattato Angelo Baldini, un massese come me. Non lo conoscevo di persona, ma di nome sì, nella zona è molto conosciuto. Mi ha colpito subito l’ambiente, mi sento di dire che corro in casa praticamente.
Gli obiettivi per questa stagione?
Voglio correre tanto e riscattarmi. L’obiettivo è far ricredere tutti quelli che pensano che io sia già finito o che non mi meriti di correre con i pro’. Il calendario della squadra è interessante, ci sono molte gare con i professionisti ed è quel che mi interessa.
La squadra da quanti corridori è composta?
Undici, ma siamo tutti di posti e Nazioni diverse, ci saranno due australiani, due inglesi ed un olandese. Avrò modo di scoprire anche nuovi modi di correre grazie a loro. Sono molto curioso di vedere cosa fare già dal primo ritiro che sarà a metà gennaio.
Un ambiente più familiare e ristretto dove il contatto con il team sarà più diretto e nel quale sarà facile scambiarsi feedback.
Sì, mi aspetto una gestione più familiare e diretta dove la comunicazione è importate per progredire tutti insieme.