Consonni fra il Tour e il primo inverno (quasi) senza pista

11.09.2025
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Ho vinto un viaggio in Cina? Cosa, un viaggio in Cile? «Hanno cominciato ad ammalarsi tutti – dice Consonni – e a un certo punto ho avuto la sensazione che sarebbe toccato a me. Infatti l’altro giorno è arrivata una mail che lo confermava. In Cina, non in Cile. Quello mi sarebbe piaciuto». In Cile si svolgeranno i mondiali della pista in ottobre, ma Consonni non ci sarà. Della vecchia guardia ci sarà forse Viviani, mentre per il resto si darà spazio al nuovo che avanza. Fa uno strano effetto, ma tutti erano al corrente e il programma sarà rispettato.

Ganna e Consonni, come pure Milan: per il primo inverno da 5 anni non correrano in pista
Ganna e Consonni, come pure Milan: per il primo inverno da 5 anni non correrano in pista
Che effetto fa sapere di non essere nel gruppo del mondiale?

Mi hanno tagliato perché sono troppo vecchio (scoppia a ridere, ndr). E’ strano, molto strano e dispiace, però in questo modo riusciamo a prendere un po’ d’aria. Non dico che s’è cominciato da Rio, ma quasi. Ogni anno si è tirato dritto. Questo probabilmente è il primo anno che abbiamo un quadriennio pieno tra un’Olimpiade e l’altra, quindi vediamolo come il meritato riposo dopo anni di dedizione.

Combattuto fra sentimento e ragione?

La verità è che il mio cuore appartiene alla pista. Se dovessi scegliere tra pista e strada, pochi dubbi. La pista è dove mi sono tolto le emozioni più forti, dove ho sempre vissuto con i miei amici, dove c’è un gruppo che non è solo un gruppo di atleti. Il dispiacere è legato a questo, per il resto va bene così.

Durante l’anno sei andato qualche volta a girare a Montichiari?

Sono andato un paio di volte. Dovevo passarci anche prima nel Tour, però la pista è stata chiusa per dei lavori e quindi la preparazione indoor è stata un po’ un po’ a singhiozzo. Ma visto che siamo sul discorso, questa settimana sono tornato a girare e a fine mese dovrei debuttare in gara a Aigle. La pista non si molla mai.

Dopo la caduta di Carcassonne, il Tour di Consonni è diventato fortemente in salita
Dopo la caduta di Carcassonne, il Tour di Consonni è diventato fortemente in salita
Tua sorella Chiara ha detto di aver avuto difficoltà su strada avendo perso tante giornate in pista.

Qualche giorno fa ho parlato con Manlio Moro, che dieci giorni fa è andato in pista ad allenarsi. Mi ha detto che da una parte gli mancava l’idea di girare, ma non gli mancava il lavoro. Nel senso che quando stai tanto senza girare, senti proprio che ti mancano lo sforzo e il lavoro che fai in pista.

Fine stagione, tempo di pagelle: che voto dai al 2025?

Un bell’otto pieno. I due o tre obiettivi che ci eravamo prefissati li abbiamo raggiunti. Normale che se guardi indietro, qualcosa abbiamo sbagliato o lasciato per strada. Però gli obiettivi grandi li abbiamo centrati e siamo contenti, la squadra è contenta e questo è importante.

La fetta più grande ruota attorno al Tour: quali ricordi risveglia?

Come tutte le grandi corse a tappe, il Tour è stato una montagna russa di emozioni. Siamo partiti male, perché la prima tappa è andata come è andata per una serie di motivi. Poi la prima vittoria con Johnny, la maglia verde sempre presente, la seconda vittoria. Per me personalmente le prime due settimane sono state positive anche come sensazioni, come recupero, come feeling in corsa. Poi invece, a partire dalla doppia caduta prima del secondo giorno di riposo, nell’ultima settimana ho dato poco aiuto in corsa. Ero devastato e i ragazzi sono stati bravi a sopperire alle mie mancanze e ad aiutarmi anche nelle giornate dure.

Del resto la compattezza della Lidl-Trek quest’anno è stata sottolineata più volte.

Questo è il nostro sport e la forza e la grandezza del nostro gruppo è che quando c’è qualcuno più in sofferenza, l’altro riesce a sopperire e aiutarlo sia fisicamente sia mentalmente.

La scorsa settimana, Consonni è stato ospite di Italian Bike Festival a Misano Adriatico
La scorsa settimana, Consonni è stato ospite di Italian Bike Festival a Misano Adriatico
Nel frattempo da un lato la squadra si sta rinforzando e dall’altro il tuo contratto, come quello di Milan e di Mosca, è stato rinnovato.

In qualsiasi corsa siamo partiti, la squadra è stata pronta a tirare dal chilometro zero per il capitano di giornata. La Lidl-Trek è in continua crescita, con l’ingresso di grandi sponsor come Lidl un anno fa e come Unbroken al Tour. Penso che stiamo diventando una delle potenze del ciclismo e aver ricevuto fiducia per altri due anni è motivo di grande orgoglio. Mi definisco sempre un bel corridore, ma non un corridore da grandi numeri e quindi questa attenzione mi fa molto piacere.

Una squadra che ha diversi leader, ma due che si staccano sopra la media. Ci sono punti in comune fra Pedersen e Milan?

Sì, entrambi vogliono vincere, questa è la loro forza più grande e il motivo per il quale li vedete correre poco insieme. Quando partono hanno una sola cosa in testa, cioè vincere. Ed entrambi stanno portando tutta la squadra ad un altro livello. Non si pongono limiti. Questo lo notano tutti, i corridori e lo staff, e ne traggono forza e morale per migliorare e progredire ogni volta.

Diventano di stimolo per gli altri?

Ti costringono a stare al loro passo. Un po’ come nel quartetto, quando si mettono davanti Pippo e Johnny e devi solo chiudere gli occhi e cercare di stare al loro ritmo.

Il super Tour di Milan e Consonni era stato anticipato dalla 1ª tappa al Delfinato, con tanto di conquista della maglia di leader
Il super Tour di Milan e Consonni era stato anticipato dalla 1ª tappa al Delfinato, con tanto di conquista della maglia di leader
Peccato che Stuyven abbia scelto di non farne più parte e andrà alla Soudal…

Jasper che va via è una perdita molto importante per tutto il team e anche per la lunga storia che hanno vissuto insieme (il belga è in questo gruppo da 14 stagioni, ndr). Sono scelte. So che si sono lasciati in buoni rapporti e mi spiace perché penso che tutto dipenda da un fatto di spazi. Ci sono tanti innesti e poi con Mads e Johnny che vuole progredire anche nelle classiche, penso che la scelta di Stuyven sia stata –  tra virgolette – anche un po’ forzata. E’ stata accolta da tutti con dispiacere, però. Di certo, personalmente, sarà brutto ritrovarselo come avversario l’anno prossimo.