Il ciclismo moderno fa sorgere tante domande, dubbi e perplessità. Claudio Chiappucci, che di questo mondo ne sa davvero tanto, ha accettato di rispondere a cinque domande su cinque temi di attualità e ci ha dato la sua visione…
Come sta cambiando il ciclismo?
«C’è stata una grande crescita tecnologica – dice Chiappucci – è mutato molto il mondo attuale sia per la programmazione che per la preparazione. C’è sicuramente in atto un cambiamento».
Italia sempre Nibali dipendente?
«Attualmente – risponde Chiappucci – non abbiamo un giovane che lo possa sostituire. Aspettiamo che alcuni, come ad esempio Ciccone, riescano a crescere da questo punto di vista e farsi valere in un grande Giro. Trovare altri nomi non è impossibile, ma attualmente è difficile; dobbiamo solo aspettare e, nel frattempo, Nibali rimane la nostra grande punta».
Ganna può vincere i grandi Giri?
«E’ presto per dire cosa potrebbe fare lui. E’ un corridore che sta emergendo e che sta subendo un po’ di pressioni. Va molto bene a cronometro – suggerisce Chiappucci – ma bisogna dargli il tempo di crescere e maturare per affrontare anche la salita, che è centrale nelle corse a tappe. Un conto è correre fuori gara per quanto riguarda la classifica generale e vincere una tappa anche abbastanza dura, come ha fatto lui nello scorso Giro d’Italia. Un altro è correre per far classifica, con i migliori ti controllano e non ti fanno andare via così facilmente».
Come vedi il ciclismo femminile?
«C’è stato un salto di qualità per quanto riguarda tutto ciò che riguarda gli aspetti tecnici e pratici del mondo femminile. Le squadre ci tengono ad avere il meglio per le loro atlete e di fatto le più grandi nel WorldTour hanno lo stesso equipaggiamento dei team maschili corrispondenti. E soprattutto, noi italiani – dice Chiappucci – dovremmo essere orgogliosi di avere atlete di un certo livello che in campo internazionale riescono a farsi valere e ad avere la meglio».
Atleti di ieri e di oggi: le differenze?
«Gli atleti di un tempo – riflette Chiappucci – avevano caratteristiche diverse rispetto agli attuali. Avevano la capacità di farsi da soli, erano grandi atleti. Oggi i ciclisti di grande livello hanno tutto a disposizione grazie alla tecnologia e hanno uno staff ben composto e articolato che li aiuta in vari ambiti. Uno come me è stato capace di fare tutto da sé. Non ho avuto bisogno di manager o altre figure a sostegno della mia immagine, ci pensavo io».