Oggi l’allenamento si è prolungato oltre il tempo previsto, segno che le distanze aumentano mentre diminuiscono i giorni che lo separano dalle gare. Bettiol in questi giorni sta pedalando tanto sulle strade della sua Toscana, mettendo chilometri e metri di dislivello nelle gambe.
Il 12 giugno inizia il Giro di Svizzera e Alberto sarà al via con i suoi compagni della EF Education Easy Post. Il corridore toscano non corre dal 24 aprile, giorno della Liegi-Bastogne-Liegi. La sua “campagna del Nord” non è andata come sperava, complice il Covid che ha fatto sentire i suoi strascichi per un lungo periodo.
Un bel maggio
Dopo la tempesta esce sempre il sole. In questo caso, volendo sposare l’animo scaramantico di Alberto, potremmo dire che il sole non è ancora uscito, ma le nuvole si stanno diradando.
«Complici le complicazioni – ci dice Alberto con il suo inconfondibile accento toscano – ho corso anche Liegi e Freccia Vallone. Sono stato in supporto alla squadra dando sempre il meglio. L’idea era, dopo la Liegi, di fermarmi una settimana, recuperare e riprendere gli allenamenti in vista della seconda parte di stagione.
«Le aspettative dopo il Giro delle Fiandre erano pari a zero ma, dopo qualche ritiro (al Fiandre, appunto, e poi alla Freccia del Brabante, ndr) ho trovato la motivazione e la carica per riuscire a concludere le gare successive. Certe corse è importante anche riuscire a finirle per avere qualcosa in più nel serbatoio nella seconda parte di stagione».
Un passo alla volta
A maggio Bettiol è stato in ritiro con la squadra, insieme ai suoi compagni ha lavorato molto ed ora le sensazioni sono migliori rispetto a qualche mese fa. Le prossime gare sono importanti e il Giro di Svizzera sarà un bel banco di prova per vedere i progressi fatti.
«Ora si riparte con il Giro di Svizzera – spiega Bettiol – e poi ci saranno i campionati italiani, l’obiettivo principale di queste gare è riprendere il colpo di pedale e fare qualche fuori soglia per riprendere il ritmo gara. Quello ad Andorra con la squadra è stato un bel ritiro, siamo stati 12 giorni, il meteo era favorevole e ci siamo allenati bene, siamo tutti motivati per fare un bel Tour de France.
«Dal Giro di Svizzera non so cosa aspettarmi, le gare che anticipano il Tour sono tutte dure, vedi anche il Delfinato. Sicuramente il livello degli avversari sarà alto, le formazioni principali saranno già tutte settate per il Tour».
Verso la Francia
Bettiol è stato al Tour nel 2020, mentre lo scorso anno ha corso il Giro, vincendo la tappa di Stradella, la più lunga di quell’edizione.
«Al Tour dipenderà tutto da me – dice – se starò bene, avrò il sostegno della squadra, altrimenti mi metterò a disposizione. Come corsa altimetricamente non è difficile, lo è di più il Giro, tuttavia il livello è altissimo. Nelle tappe in cui non sarò di supporto al capitano, potrò tentare di giocarmi le mie carte, entrando in qualche fuga. Sicuramente la terza settimana sarà fondamentale perché i livelli tra noi atleti si pareggeranno, dipenderà tutto da come si saranno superate le due settimane precedenti».
Il caro vecchio pavé
Il Tour affronterà anche dei tratti in pavè: nella quinta tappa le pietre saranno protagoniste, un crocevia importante per gli uomini di classifica ma una bella occasione per chi vuole mettersi in mostra.
«Sono sincero – dice – mi aspetto una tappa nervosa. I tratti di pavé saranno pianeggianti, non in salita come i classici muri, quindi la vedo più lontana dalle mie caratteristiche. In quell’occasione sarò chiamato più ad un lavoro di supporto del capitano, anche se tutto è relativo. Prevedo che ci sarà una grande bagarre, dove tutti lotteranno per sé, ognuno deve cercare di andare avanti il più possibile».
Rispetto al periodo di marzo sentiamo un Alberto più sereno, forse anche rilassato. Il corridore toscano non si sbilancia, ma ha detto più volte che le sensazioni sono buone.
«Triste non lo sono mai stato, si è tristi per altre cose. Sicuramente ero un po’ abbattuto, mentalmente ora sto bene. Il programma di lavoro fatto con la squadra è stato buono, mi sento soddisfatto. Insieme al preparatore in ritiro abbiamo messo giù un bel piano di allenamento con tanta distanza, lavori specifici in salita e anche con la bici da crono. I chilometri nelle prove contro il tempo tra Giro di Svizzera e Tour saranno tanti (25 in Svizzera e 53 alla Grande Boucle, ndr)».