Bertazzo riparte dal Maloja Pushbikers. E ci racconta tutto…

22.02.2022
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A volte capita che un oro non basti come biglietto da visita. La medaglia del metallo più prezioso conquistata da Liam Bertazzo nell’inseguimento a squadre agli ultimi mondiali su pista a Roubaix non gli è servita a mantenere un ingaggio, quanto meno, tra i team professional.

Il padovano di Tribano – fresco dei trent’anni compiuti il 17 febbraio – era in uscita dalla Vini Zabù, società con cui è stato nelle ultime sette stagioni e che si sapeva avrebbe chiuso a fine 2021. Prima della fine dell’anno anche la Federciclismo e Marco Villa avevano provato ad aiutarlo a trovare una squadra. «Se lo merita», aveva detto il cittì della pista. Ma niente fino a pochi giorni fa.

Ora Bertazzo un contratto ce l’ha. Lo ha firmato con la Maloja Pushbikers (formazione continental tedesca) e si è concretizzato grazie alla intercessione, diciamo così, della pista. Mentre sta rientrando dal ritiro della nazionale a Peschiera del Garda, Liam ci spiega tutto al telefono, commentando in diretta anche la sua partecipazione per i mondiali eSports sulla piattaforma Zwift del 26 febbraio insieme a Matteo Cigala, Martina Fidanza ed Elena Pirrone. «Quella – ci dice ridendo – non sarà una passeggiata, anzi sarà una vera sofferenza».

Bertazzo parla con Fortin, suo amico e futuro compagno. Gli farà da apripista nelle volate (foto Facebook/Maloja Pushbikers)
Bertazzo parla con Fortin, suo amico e futuro compagno (foto facebook Maloja Pushbikers)
Liam finalmente hai trovato una squadra, non potevi restare a piedi. Come è nata questa trattativa?

E’ stato un insieme di cose. Conoscevo già di fama il loro general manager Christian Grasmann, che è stato un ottimo pistard e aveva corso una Sei Giorni di Berlino con Villa. Poi ho scoperto meglio questa formazione grazie al mio compagno di allenamento Filippo Fortin, che aveva firmato con loro a ottobre e me ne parlava bene. A quel punto abbiamo approfondito i contatti e qualche settimana fa sono stato a Monaco di Baviera per firmare (la loro sede però è a Holzkirchen, 30 chilometri a sud del capoluogo bavarese, ndr).

Che impressione hai avuto?

E’ una squadra piccolina, ma ben organizzata. Hanno una bella mentalità, tanta voglia di fare e con un buon clima. Ragionano come un’azienda. Dopo sette anni in un team italiano, qui troverò un ambiente differente. Sarà una esperienza di vita. Avrò per lo più compagni tedeschi, poi uno statunitense ed uno neozelandese. Con loro potrò migliorare il mio inglese.

Abbiamo guardato sul loro sito e sui loro profili social per capire meglio alcuni aspetti tecnici. Sai qualcosa dei loro marchi?

Il team è supportato da belle realtà aziendali. Useremo biciclette Wiawis. Sono sudcoreane e già le conoscevo perché la loro nazionale le utilizza in pista e vedevo i mezzi nelle varie competizioni internazionali. So che hanno già pronto un telaio per me. Maloja, che è il main sponsor, invece è un brand di abbigliamento tecnico, principalmente da outdoor (sono i fornitori ufficiali della nazionale di biathlon degli Stati Uniti che ha partecipato alle Olimpiadi invernali di Pechino, ndr). Le nostre divise saranno arancio-grigie, esteticamente colpiscono. Sono prodotte proprio da Maloja e ogni anno le hanno cambiate anche per un discorso di marketing.

Liam Bertazzo veste già i colori arancio-grigio del suo nuovo team (foto Facebook/Maloja Pushbikers)
Liam Bertazzo veste già i colori arancio-grigio del suo nuovo team (foto Facebook/Maloja Pushbikers)
Perché hai scelto questa squadra?

Per un po’ di fattori. Voglio continuare a puntare sulla pista. Parigi 2024 è un mio obiettivo dopo che per me è stato un onore essere riserva a Tokyo. Però volevo tornare a fare strada ed essere competitivo. Grazie a Grasmann, che conosce bene entrambe, ho pensato che la sua squadra fosse quella giusta per me per ripartire dopo la chiusura della Vini Zabù.

Che calendario avrai?

Lo vedremo poco alla volta, però fino alla fine di aprile ce l’ho già pianificato. Esordirò il 2 marzo al Trofeo Umag in Croazia, dove farò un altro paio di corse fino al 13. Poi correremo a Rodi sia il 20 marzo che dal 24 al 27. Infine dal 21 al 24 aprile ci saranno le prime prove di Nations Cup su pista a Glasgow. Dovrò calibrare bene gli impegni tra le due attività nel resto della stagione.

Che obiettivi ti sei prefissato?

Non ne ho uno in particolore, in pratica riparto da zero. Vorrei recuperare il tempo perso a causa dell’infortunio alla schiena per il quale mi avevano dovuto operare per forza due anni fa (una microdiscectomia, ndr) dopo la caduta nella gara a tappe in Colombia ad inizio 2019. Non riuscivo quasi più a camminare. Adesso sto decisamente meglio. Vorrei ritrovare un po’ di feeling con la volata, tornare a comparire in qualche ordine d’arrivo. Ma soprattutto aiutare Fortin, che sarà il velocista principale.

Nel Velodromo di Montichiari Bertazzo ha provato la bici Wiawis che userà nel Maloja Pushbikers (foto Facebook)
A Montichiari, Bertazzo ha provato la bici Wiawis che userà nel Maloja Pushbikers (foto Facebook)
Come mai nessun’altra formazione ti ha cercato?

Non c’è stato tanto interesse da parte di alcuna professional, sia italiana che straniera. La Federazione ha provato ad aiutarmi e la ringrazio tanto, però non ha sortito alcun effetto. Sinceramente non so il perché ma non accuso nessuno. Le motivazioni potrebbero essere diverse. Un po’ perché si sapeva che ho corso poco per i problemi alla schiena. E quindi ho avuto risultati scarsi. Oppure perché in Italia, malgrado abbiamo campioni come Consonni, Ganna, Viviani e Milan, ancora non c’è una grande considerazione per la doppia attività strada-pista. Peccato, perché nei velodromi adesso si possono svolgere tanti lavori in sicurezza che portano frutti su strada. E viceversa.

Chiudiamo Liam, siamo contenti di sentirti carico. Sei pronto ad iniziare?

Assolutamente sì. Andremo in ritiro da oggi al 27 febbraio (sul Lago di Garda, ndr). Prima però ho fatto una visita nella sede della squadra e della ditta Maloja (a Rimsting, sempre in Baviera, ndr). E’ nuova e bellissima, ero molto curioso di vederla. Loro vogliono crescere e io voglio dare il mio contributo al loro progetto.