Bennati alla partenza, parlando di Sanremo con Ganna e Milan

16.03.2024
4 min
Salva

PAVIA – Bennati si è trattenuto a lungo con Ganna e poco prima anche con Jonathan Milan. Il lavoro del cittì è una lunga osservazione fino al momento di fare le convocazioni e a quel punto devi essere certo di averli inquadrati tutti nel modo giusto. Per questo parliamo con lui quando il countdown scandito da Paolo Mei dà il via alla Milano-Sanremo. Pavia ha accolto la carovana con un bel sole tiepido e sedici gradi: la primavera è già qui.

«Quando ero corridore – dice Bennati – mi sarà capitato sicuramente di parlare con Franco Ballerini alla partenza. Però a quel tempo la Sanremo era diversa. Quando si partiva dal centro di Milano, dal Castello Sforzesco, si avvertiva anche un po’ più la tensione o almeno io ricordo così. Ovviamente parlo da corridore ed era più complicato di ora fermarsi a parlare con qualcuno e poi il rapporto che avevo con Franco era tale che per parlarci non mi serviva aspettare la Sanremo».

Bennati ha vissuto le fasi di partenza parlando con i suoi azzurri
Bennati ha vissuto le fasi di partenza parlando con i suoi azzurri
Di cosa hai parlato con i tuoi corridori?

Anche del più e del meno, non necessariamente della Sanremo. E’ anche un modo per sdrammatizzare la tensione, anche se poi ovviamente abbiamo parlato anche della corsa, con Pippo e soprattutto con Milan. Abbiamo parlato di come potrebbe andare.

Come li hai trovati?

Ho trovato un atteggiamento sereno per tutti, soprattutto quelli su cui magari puntiamo di più. Trentin stesso, Bettiol, tutti con caratteristiche diverse. Sicuramente per Jonathan la speranza è quella di arrivare più numerosi possibili, mentre per gli altri sicuramente un arrivo a ranghi più compatti sarebbe più complicato. Pippo alla Tirreno non ha mostrato la stessa condizione dello scorso anno, però anche per lui un arrivo a ranghi ristretti potrebbe essere congeniale, perché sa essere veloce dopo una gara così lunga.

Grande serenità per Trentin, che nella Tudor correrà da leader
Grande serenità per Trentin, che nella Tudor correrà da leader
Questa corsa per te è un buon momento di osservazione?

Alla fine, anche se è la corsa più semplice dal punto di vista altimetrico, arrivare in via Roma e fare la volata, come pure essere protagonisti sul Poggio e prima la Cipressa è sempre sinonimo di avere la distanza giusta nelle gambe. E poi è una di quelle corse che ti danno maggiori indicazioni per poi scegliere i corridori per le Olimpiadi. Che sono pochi, speriamo che siano pochi ma buoni (ride, ndr).

Quanto stai ragionando su quei tre posti?

La lista è lunga, però i corridori che possono far bene in quel tipo di percorso non sono tantissimi. Come ho detto alla maggior parte dei ragazzi: «Dovete cercare di mettermi in difficoltà attraverso le prestazioni e soprattutto i risultati». Che non vuol dire vincere, perché poi vincono sempre gli stessi, però essere là a giocarsela è comunque importante. Per loro, ma anche per me per poi scegliere.

Con Milan nei giorni della Tirreno si è ragionato molto sul calendario olimpico, che impedisce ai pistard di correre su strada…

Questo ormai lo sappiamo, è un argomento vecchio perché la stessa cosa è successa anche a Glasgow. Dispiace perché si parla sempre giustamente della multidisciplina e poi i calendari non vengono fatti per agevolare chi ne fa la sua bandiera. Personalmente dispiace, però anche con tutta la buona volontà di Jonathan, che si è espresso a favore del fare la prova su strada, non si può fare tutto. Non è propedeutico alla pista fare una gara di 280 chilometri e dopo un giorno e mezzo avere la qualificazione del quartetto. E io devo guardare anche all’economia delle medaglie che possiamo portare alla Federazione. E quella del quartetto è una medaglia molto possibile.

Vieni a Sanremo?

Certo, si parte. Ci vediamo sul mare..