Trek Italia: la bici è rientrata nella nostra cultura

01.03.2021
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Che cosa sia successo in Trek Italia alla ripresa della vita dopo il lockdown di marzo 2020 e in che modo vadano avanti gli affari è il focus di questo incontro con Davide Brambilla, Amministratore Delegato della filiale italiana del marchio del Wisconsin. E’ una fortuna, per quello che è emerso finora nel nostro viaggio attraverso il mondo dell’industria ciclistica, essere agganciati a colossi commercialmente così forti. In un modo o nell’altro, infatti, le risorse e le competenze della casa madre riescono a puntellare le situazioni che più di altre sono andate in sofferenza. Così è stato per Specialized e Cannondale, così è stato per Bianchi e per il marchio Cervelo inserito nella colossale holding olandese Pon.

«Abbiamo la fortuna di far parte di una multinazionale – conferma Brambilla – per cui già a febbraio, quando da noi ancora non si era fermato nulla, dal Far East ci arrivavano segnali incoraggianti sulla ripresa del mercato. Sapere con un paio di mesi di anticipo quello che sarebbe successo ci ha permesso di prevedere qualcosa e di iniziare con gli approvvigionamenti».

Davide Brambilla accoglie in sede Pedersen iridato 2019 (foto Trek)
Brambilla accoglie in sede Pedersen iridato 2019 (foto Trek)

Come avevamo già spiegato in un nostro precedente incontro, Trek Italia si occupa più direttamente della diffusione commerciale del marchio nel nostro Paese, mentre il rapporto con il team di Nibali e Ciccone, Longo Borghini e Paternoster viene tenuto direttamente dalla casa madre. Ugualmente, gli atleti italiani della Trek-Segafredo sono all’occorrenza i migliori testimonial per le campagne sul territorio nazionale. Anche via social, quando il Paese si è fermato.

Per cui a febbraio si inizia a intuire che dopo il panico ci sarà la ripartenza: quali strategie avete messo in atto in Trek Italia?

Negli Stati Uniti si è capito quello che stava per succedere, per cui a marzo abbiamo iniziato a raccontare in videoconferenza ai nostri dealer quello che avremmo fatto. In questo modo anche noi di Trek Italia siamo riusciti a mantenere gli ordini senza ricevere cancellazioni. Alla riapertura dei negozi, avevamo già un programma di consegne da rendere esecutivo e abbiamo ripreso subito a spedire. Anche se, al netto di ogni previsione possibile, quello che è successo ci ha spiazzato parecchio. La domanda è stata tale che le scorte si sono assottigliate e siano entrati in una fase di sofferenza.

I pro’ aiutano nello sviluppo della bici: la Madone con cui oggi vince Pedersen è… figlia di Cancellara (foto Trek)
La Madone di Pedersen è… figlia di Cancellara (foto Trek)
Che cosa non era stato previsto?

Che stava per nascere un pubblico nuovo. Che la bicicletta non sarebbe rimasta uno strumento per fare esercizio, ma stava diventando un fenomeno culturale. Non c’erano altre opportunità. Le famiglie non avevano più la possibilità di progettare le vacanze e la bici è arrivata a un uso diverso da quello che se ne faceva in passato. E il distanziamento sociale ha fatto il resto.

In che senso?

Nel senso che quando si è iniziato a parlare con terrore dell’affollamento degli autobus e dei treni, chi ha potuto ha scelto mezzi alternativi e la bici è entrata nel novero delle possibilità. Anche per persone che non l’avrebbero mai nemmeno considerata. Lo sapete com’è. Te ne innamori e ne diventi subito il più accanito sostenitore. Si è creato un passa parola che ha innescato la valanga degli acquisti.

La bicicletta è rientrata nella cultura italiana, per grandi e piccini (foto Trek)
La bicicletta è rientrata nella cultura italiana, per grandi e piccini (foto Trek)
Nel nome dell’attenzione per l’ambiente?

Sono state toccate le abitudini e le idee. Poi è chiaro che l’auspicato cambiamento radicale delle abitudini non ci sarà, ma tante persone hanno sposato i concetti del green e del rispetto dell’ambiente e hanno cominciato a guardare verso altri Paesi europei, in cui la mobilità sostenibile ha cambiato le città. Per questo non credo sia una fase destinata a chiudersi.

Pensa che le città italiane saranno… salvate dalla bicicletta?

In alcune grandi come Milano, se ne vedono già molte più di prima, anche a Roma. Ci sarà una crescita costante, se il Governo saprà assecondarla.

Probabilmente rispetto ad aziende votate esclusivamente (o quasi) al settore corsa, il fatto di avere una gamma praticamente completa vi ha dato un bel passo, giusto?

E’ stata la nostra fortuna. Tutti i tipi di bici e tutti i segmenti di mercato sono cresciuti in modo omogeneo e sostanziale, forse con l’elettrico in testa al gruppo.

L’elettrico dà modo a tutti di avvicinarsi al ciclismo (foto Trek)
L’elettrico dà modo a tutti di avvicinarsi al ciclismo (foto Trek)
E’ un po’ il ritornello di questi tempi…

La pedalata assistita agevola l’avvicinamento. La bici è sempre stata dipinta quasi come uno strumento di tortura, poter alleviare la fatica ha convinto tanti a fare il passo in più su tutti i terreni. Anche a quelli che non erano allenati. Il prodotto elettrico è destinato a crescere, ma in Italia l’appassionato utilizzerà sempre il prodotto tradizionale. Devo dire che malgrado quello che si dice e che abbiamo letto, non ci aspettiamo un cambiamento radicale.

Di fatto però, stando a quanto ci siamo detti, il ciclismo sportivo resta nel suo ambito meraviglioso e a crescere è il resto: in che modo avere una squadra WorldTour è un investimento vantaggioso?

Siamo l’unico gruppo proprietario di un team e la scelta è dovuta sostanzialmente a due motivi. Il primo è che siamo sicuri che il prodotto corsa rimarrà trainante. Il secondo è che tutti i nostri atleti partecipano quotidianamente allo sviluppo dei prodotti. Attualmente il loro apporto è fondamentale. Avevate già scritto del ruolo di Cancellara nel progettare la Madone, ma la raccolta dei loro feedback non si ferma mai. Senza la Trek-Segafredo, non esisterebbero questi prodotti.

Corre su Trek anche Lucinda Brand, vincitrice di tutti i titoli di cross 2020
Corre su Trek anche Lucinda Brand, dominatrice nel cross 2020
All’inizio abbiamo parlato delle conferenze con i dealer. Crede che il negozio di biciclette sia destinato a cambiare aspetto?

E’ una mutazione già iniziata prima, a dire il vero. Il livello si alza e noi di Trek Italia siamo i primi a credere nella necessità di formare i nostri rivenditori. Spendiamo milioni di dollari su corsi online, in cui il dealer può entrare per sviluppare le sue competenze, mentre con il retail interveniamo anche nello sviluppo degli spazi interni. La vecchia bottega esisterà sempre meno oppure dovrà specializzarsi, che poi è il passo più intelligente, allo stesso modo in cui è cresciuta la competenza della clientela.

Il bonus bici ha aiutato?

E’ stato un supporto ulteriore per questa spinta verso la bicicletta, ma ho idea che il boom ci sarebbe stato lo stesso. Ricordate quale grande voglia avessimo di uscire di casa? I più hanno comprato la bicicletta credendo che un giorno avrebbero riavuto indietro una fetta dei soldi spesi, ma per loro la cosa più importante era salire in sella e uscire all’aria aperta.

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