Open Bike Fest, facciamo il punto con il presidente

23.02.2021
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Luca Businaro, classe 1971, è stato da sempre un grande appassionato di sport. Presidente per 8 anni di AssoSport (l’Associazione nazionale dei produttori di articoli sportivi), inizialmente il cuore batteva soprattutto per il rugby e lo sci. Di recente tuttavia s’è trovato catapultato nel ciclismo come presidente di OBF, l’Open Bike Fest trevigiano, di cui avevamo già iniziato a raccontare qualche tempo fa. Non è proprio semplice mettere in piedi una tale organizzazione nel periodo Covid – fra eventi pedalati, esposizione ed enogastronomia – così siamo andati a vederci più chiaro, facendoci raccontare il punto della situazione e le prospettive concrete, approfittando di un tono di voce sereno e davvero disponibile.

Luca Businaro, classe 1971, Presidente di OBF
Luca Businaro, classe 1971, Presidente di OBF
Prima domanda: quando Businaro arriva in OBF è già tutto pronto oppure c’è ancora tanto da fare?

C’era un embrione di progetto, da cui siamo partiti a più mani. Il settore bici tira molto a livello industriale, con una crescita che dalla pandemia in avanti è a doppia cifra. Abbiamo pensato di coniugare questo dato con un territorio che si addice al ciclismo e può mettere a bilancio, come contraltare alla produzione di bici, il turismo e l’enogastronomia. L’idea funziona.

Non è un mistero che si abbia tutti una gran voglia di ripartire, qual è stata la risposta del territorio?

C’è una grandissima voglia di un evento di questo tipo, che ben si sposa con il trevigiano. E sarà un evento destinato a durare, si aggiornerà anno dopo anno, andando a pescare in un tessuto produttivo e turistico locale che è già importante però vorrebbe uscire dalla nicchia per diventare più internazionale. Questa continuità è ciò che invoglia a crederci.

Avete avuto risposte positive dalle aziende?

Le aziende, come tutti del resto, hanno bisogno di uscire. Vediamo già sui social la grande voglia di esserci. In una fase storica in cui la nostra vita si svolge sul web, avere un’area espositiva fisica e così ampia come l’ex Pagnossin (fabbrica di ceramiche dismessa nell’area circostante l’aeroporto di Treviso, ndr) è molto importante.

Ma c’è di mezzo il Covid…

A dire il vero, OBF ben si sposa con le richieste di attenzione del periodo. Si svolge tutto all’aperto in spazi immensi. Per ora quindi, stando alle normative del momento, si riuscirà a fare tutto com’è nelle nostre idee, mettendo in atto i necessari controlli e gestendo flussi e sanificazione degli spazi. Se servisse il tampone per entrare, già significherebbe non avere libertà di movimento. Quello che ancora incide è l’incertezza se a giugno la situazione sarà effettivamente più aperta. Per cui diciamo che il Covid non condiziona l’evento, ma a marzo dovremo guardarci negli occhi e prendere una decisione.

Perché marzo?

Perché abbiamo tracciato una linea tre mesi prima dell’evento, che è un periodo cruciale per rispetto verso le aziende che hanno scelto di crederci e un tempo tecnico per noi che dobbiamo organizzare l’evento. Il pubblico avrebbe bisogno di minor preavviso.

State ottenendo appoggio dalle Istituzioni?

La Regione Veneto sta definendo l’entità dell’appoggio economico. I grandi eventi sono competenza del Presidente Zaia e la nostra speranza è che si tratti di un contributo significativo per avere di conseguenza una miglior ricaduta sul territorio. Di sicuro a livello di Autorità Locali hanno compreso perfettamente la portata dell’evento, soprattutto in favore della produzione alimentare locale.

Fermarsi, stazione di servizio…
Fermarsi, stazione di servizio…
Già, perché l’industria ciclistica tira, ma l’accoglienza e l’enogastronomia soffrono, stanti i mille divieti…

Si parla tanto di alimentare che tira, esatto, ma si omette di dire che si sta parlando della grande distribuzione. La produzione locale è ferma o comunque non trova sbocchi, non si vede l’ora di ripartire.

A metà marzo si decide: è prevista un’opzione di programma ridotto per stare eventualmente nelle regole?

No, nel dubbio rinviamo. Vogliamo organizzare un grande evento in modo professionale, per cui dovrà essere come lo abbiamo pensato. Vogliamo evitare un flop e di svilire la nostra immagine. Se non sarà nel 2021, sarà certamente l’anno successivo. Un pensiero per volta, lavoriamo perché la prossima edizione si svolga fra tre mesi.