Ripartito il ciclismo, pur con le ombre della situazione internazionale, si rimette in moto anche il mondo delle Fiere di settore. E così Eurobike, che ha scritto a Friedrichshafen pagine memorabili ma sembrava ormai destinata al declino, si sposta a Francoforte e ritrova la spinta. Appuntamento dal 13 al 17 luglio.
In un mondo che vive spesso di ricordi e ti sbatteva in faccia i numeri di quando non esisteva internet e la fiera era la sola piazza – non virtuale – per presentare al mondo la novità, il ritornello era piuttosto un de profundis: le fiere sono ormai destinate a morire.
I grandi marchi le snobbavano e, onta persino maggiore, allestivano eventi privati nella stessa città e negli stessi giorni. Ebbene, internet o non internet, il Covid ha imposto un cambio di direzione. Prima ha costretto alla cancellazione, poi ha riaperto le porte.
«Eurobike a Francoforte – dice Marco Rossignoli – ha rilanciato completamente la fiera. Le aziende che prima si erano defilate, sono tornate a farsi sentire. Per dare un’idea dei numeri e ricordando che a Friedrichshafen occupavamo 12 padiglioni, adesso ne servirebbero 17».
Destinazione Francoforte
Rossignoli è l’Amministratore di Expotime Srl, la società milanese cui si rivolge chiunque voglia esporre in un evento fieristico. Il suo legame con l’evento tedesco è diretto perché sin dall’inizio è stata Expotime a seguire gli espositori italiani interessati e poi coinvolti in Eurobike.
«La grande città cambia la prospettiva – prosegue Rossignoli – e Francoforte è stata preferita a Monaco perché la fiera si trova praticamente in città, ad appena 15 minuti dal Duomo e dal centro storico. Per chi parte dalla città il miglior modo di raggiungerla è proprio la bicicletta. Gli hotel sono di più e hanno prezzi migliori rispetto a Friedrichshafen. A ciò si aggiunga che l’aeroporto è uno dei più grandi al mondo e bastano 20 minuti di treno per accedere direttamente all’expo. Per noi milanesi forse era più comodo prima perché si arrivava bene in auto, ma il passo in avanti è decisamente notevole».
Torna Specialized
C’è piuttosto da ragionare sul modello di fiera, la sua efficacia e appetibilità per grandi aziende che da anni gestiscono autonomamente la propria comunicazione con eventi su misura sui vari territori. C’è da dire che gli organizzatori di Eurobike sono stati bravi a leggere i segnali e spostarsi nella grande città, con l’idea di rimanere nel sud della Germania.
«Si pensava che il concetto di fiera fosse in calo – ammette Rossignoli – invece già l’anno scorso ci siamo accorti di una rinnovata voglia di esserci. Stanno rientrando aziende che erano uscite. Addirittura Specialized, sia pure con una presenza limitata all’area esterna, è tornata in partita. Scott ha aumentato i metri espositivi, idem KTM. Se proprio devo dire una cosa, le aziende italiane che un tempo davano il trend, per ora si sono mostrate riluttanti. Ne ho sentite tante, soprattutto le grandi, ma nomi come Colnago, Bianchi, Wilier e Santini si sono chiamate fuori, nonostante ci siano concorrenti diretti come Sportful e gli altri grandi brand del settore abbigliamento che sono dentro. Ma ci saranno anche Campagnolo, Shimano e Sram sul fronte della componentistica. E le bici Cipollini, fra i primi marchi ad aderire».
Modello EICMA
Per rendere l’offerta più appetibile e stimolante per il pubblico, cambia anche la formula. Non più solo esposizione, ma festa ad uso del grande pubblico.
«Eurobike si allunga di un giorno – conferma Rossignoli – e si allinea al modello di EICMA che ha tracciato una nuova via. Dopo il Covid, la gente ha voglia di bicicletta, per cui dopo i primi due giorni rivolti agli operatori, ci si aspetta un afflusso record di persone, in un quadro in cui la città di Francoforte diventa la patria delle biciclette. E’ stata indetta una settimana dedicata alle due ruote e sono previste iniziative collaterali, che magari non partiranno tutte al primo anno perché la struttura di Eurobike non è poi così grande. Ma credo che sia solo l’inizio. Il tempo di capire come sia la risposta di Francoforte e poi verranno messe sul tappeto tutte le iniziative».
Voglia di condivisione
Il Covid ha riscritto le priorità. La socialità e la condivisione sono tornate al centro dell’interesse e niente come la fiera può sottolineare la vitalità di un settore che ha bisogno di rendere concreta la proposta tecnica e commerciale. Le lunghe attese dei prodotti e la promessa di ciò che verrà sono bocconi difficili da masticare per clienti che vorrebbero stringere fra le mani alla svelta ciò che hanno ordinato. Vedere di che cosa si tratta, metterci sopra una mano e riscontrare la disponibilità dei costruttori dei propri sogni è forse il modo migliore per restare legati a un mondo che l’e-commerce, comodo ed efficace, rischia comunque di sbriciolare. Mai come questa volta, fare un passo indietro sarà il modo giusto per andare avanti.