Tra le professional italiane, per ora, la Bardiani CSF Faizanè è la più attiva sul fronte del ciclomercato. Dieci nuovi innesti e una rosa che arriva a 22 corridori. La strategia sembra un po’ cambiata rispetto agli ultimi anni, in cui Bruno e Roberto Reverberi andavano a cercare quasi esclusivamente giovani o neoprofessionisti. Quest’anno infatti sono entrati in squadra anche Enrico Battaglin e Giovanni Visconti, quest’ultimo più che un veterano.
La perla Visconti
Visconti è senza dubbio il colpaccio. Corridore di calibro, esperto, dal palmares importante.
«Giovanni – racconta Bruno Reverberi – era già un po’ che voleva andare via. “Dai vengo con voi”, mi diceva al Giro. Dopo la corsa rosa ci siamo risentiti e siamo riusciti a mettere insieme, grazie agli sponsor, quello di cui avevamo bisogno. Siamo contenti di averlo preso. Noi storicamente abbiamo insistito sui giovani, ma forse ne avevamo troppi e ci serviva proprio una figura come quella di Visconti. Una persona a cui piace il suo mestiere, che può stare vicino ai ragazzi nelle corse e soprattutto durante la settimana».
Oltre a Visconti, come accennavamo, c’è il ritorno di Enrico Battaglin. “Battaglia” aveva trovato l’accordo già prima del Giro. Veniva da esperienze nel WorldTour ma non aveva brillato come aveva fatto ai tempi in cui vestiva proprio la maglia della Bardiani. Anche questa sarà una sfida e uno stimolo. Per squadra e corridore.
Anche gli stranieri
Ma che l’aria sia cambiata lo dice anche l’ingaggio di due stranieri: Kevin Rivera, costaricano di 22 anni, e Johnatan Canaveral, colombiano di 24. Soprattutto Rivera si dice abbia dei valori in salita estremamente elevati.
«Abbiamo preso anche degli stranieri – continua Reverberi – perché il livello è altissimo da una parte e basso dall’altra. Oggi i migliori dilettanti passano nelle WorldTour e vanno a fare i gregari. Restano i dilettanti di seconda fascia, ma quelli di adesso poi nel professionismo fanno fatica. Una volta andavi a prendere i Pozzovivo, i Brambilla, i Colbrelli. Se non hai qualità è dura».
«Guardiamo ai risultati: cosa abbiamo vinto noi tre professional italiane? In Italia solo Visconti ha ottenuto un secondo posto al Giro, basta. Savio dice che vince, ma dove? In Malesa, Cina… anzi che quest’anno si è portato a casa una tappa dall’Argentina dove il livello è già diverso. L’unica possibilità che abbiamo è di metterci in mostra al Giro, alla Sanremo perché se dovessimo ripagare gli sponsor con i risultati sarebbe dura».
Due promesse
Un corridore che si potrebbe mettere tra i veterani, ma che certo non è “vecchio” è Andrea Garosio. Da dilettante lui era davvero bravo, poi si è perso un po’ tra WorldTour e infortuni. Ma il saggio manager emiliano rilancia su due giovani. Anzi, su un giovane e un giovanissimo: Samuele Zoccarato (22 anni) e Tomas Trainini (19 anni).
«Zoccarato è un bel corridore. Ha grinta, come piace a me. Quest’anno nell’ultima tappa del Giro d’Italia U23 è andato molto bene sul Mortirolo e Trainini l’ho preso per anticipare un po’ le WorldTour. Questo ragazzo era alla Colpack Continental, alla fine poteva fare, in Italia, un calendario molto simile a quello che posso proporgli io e così l’ho preso».
«Qui comando io»
In tanti anni Bruno ne ha avute di soddisfazioni. E’ stato il ponte tra il dilettantismo e il professionismo d’elite. Senza contare che la sua stessa squadra ne ha vinte di belle corse, ma certo Bruno è famoso anche per il suo carattere forte. E per questo chissà che non possa scontarsi con un corridore di personalità come Visconti.
«Ah questo è impossibile perché qui comando io e si fa come dico io. Se non ti sta bene quella è la porta. Con me è così. Tenni questo comportamento persino con Van Impe che aveva vinto il Tour. Vai a tirare gli, dicevo. “Perché?”, mi rispondeva lui. Perché te lo dico stasera, tu intanto vai davanti.
«Chi mi ha colpito in tanti anni? Giulio Ciccone. Sapevo che era forte ma non credevo così tanto. E le delusioni, beh quelle potete immaginarle voi…».