Gaudu studia da leader al Tour, ma Hinault…

14.06.2021
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Una dozzina di giorni ci separano dal Tour de France. Se il richiamo della Grande Boucle è fortissimo per tutti i corridori del mondo, per i cugini transalpini e per i loro tifosi, che aspettano l’erede di Bernard Hinault dal lontano 1985, è una sorta di percorso sacro. E il predestinato potrebbe essere ancora un bretone e risponde sempre più al nome di David Gaudu. Tra l’altro questa edizione della corsa gialla parte proprio dalla Bretagna. Per chi crede a sorte e simbolismi è un indizio non da poco. 

In questi giorni David è in ritiro sulle Alpi della Savoia, con una “ruota in Italia e una in Francia”. Giusto ieri ha scalato Bonette, Colle della Maddalena e Colle della Lombarda. Questo è per lui l’ultimo blocco di lavoro in altura prima della grande lotta.

Gaudu in ritiro in altura, eccolo sul Colle della Lombarda (da Instagram)
Gaudu in ritiro in altura, eccolo sul Colle della Lombarda (da Instagram)

Al Tour con fiducia

Il giovane atleta della Groupama-Fdj esce da un buon Delfinato. Ha chiuso l’antipasto del Tour in nona posizione nella generale e primo tra i giovani: sempre nel vivo della corsa, ma ancora con qualcosa da “limare”. Sul fronte dei cavalli gli manca qualcosina rispetto ai leader della corazzata Ineos-Grenadiers e anche sulle tempistiche degli attacchi diciamo che poteva giocarsi meglio alcune carte, specie nella prima delle due tappe vinte da Padun. Ma di base il ragazzo c’è.

«Dopo il mio grande incidente a Tenerife mentre ero in altura (era caduto a 70 all’ora, ndr) non sapevo realmente dove fossi – aveva dichiarato a Cyclisme Actu, Gaudu – Ho avuto sensazioni altalenanti sin dall’inizio del Delfinato. Sono stato bene il secondo giorno e meno bene gli altri due. Questa prestazione mi dà fiducia per il futuro».

Vedendo la posizione il bretone deve lavorare ancora molto a crono
Vedendo la posizione il bretone deve lavorare ancora molto a crono

Crono e salita

Risposte importanti Gaudu le cercava dalla crono, che quest’anno non mancherà al Tour. Ci sono due frazioni: una di 27 chilometri, nella quinta tappa, e una di 30, nella ventesima. David non aveva mai fatto crono a tutta di un certo livello da quando era pro’. Lui stesso ammette che non è il gesto che preferisce ma che tutto sommato non è andata male. Tutto sommato i 16,4 chilometri contro il tempo al Delfinato sono stati “buoni”. «Ci ho preso confidenza – ha detto – ci ho lavorato ed è importante sentire la pressione in certi momenti. I valori sono stati buoni».

E in salita? Se la “contre la montre” come i francesi chiamano la crono non è la sua specialità preferita, la strada che sale è invece il terreno di caccia del vincitore del Tour de l’Avenir 2016. 

«Le sensazioni in salita sono state ottime – dice Gaudu – specie nelle due tappe finali. Ho esitato a seguire Porte verso La Plagne (prima tappa vinta da Padun, ndr) perché ho creduto mancasse troppo all’arrivo. Poi dietro abbiamo giocato un po’ al gatto con topo. Per fortuna fare scatti è il mio modo di correre e questo mi andava bene».

Il giorno dopo invece ci si aspettava una sua azione sul Joux Plane ma evidentemente il ritmo della Ineos ha bloccato ogni iniziativa e alla fine si è dovuto accontentare di essere il migliore del gruppetto dei leader sull’arrivo di Les Gets. Ma anche in questo caso ha avuto indirettamente delle conferme: quando la strada sale Gaudu c’è.

A Les Gets Gaudu ha tagliato il traguardo con i migliori della classifica
A Les Gets Gaudu ha tagliato il traguardo con i migliori della classifica

Avanti così

«È stato bello salire sul podio per aver conquistato la maglia bianca. Dopo la caduta in altura, il Delfinato mi ha rassicurato. Anche il fatto di essere rimasto davanti sul Joux Plane (la salita più dura della corsa, ndr) con i migliori vuol dire molto per me». Sono consapevolezze importanti. Consapevolezze che servono anche alla sua squadra.

La Fdj-Groupama al Tour avrà anche Demare e quindi una parte del team sarà a disposizione del forte velocista, ma riguardo a David c’è entusiasmo. «Vero – ha dichiarato il diesse Thierry Bricaud sempre a Cyclisme Actu – David continua a crescere, sprona i compagni, c’è fermento intorno a lui».

Gaudu ha vinto la maglia bianca di miglior giovane all’ultimo Delfinato
Gaudu ha vinto la maglia bianca di miglior giovane all’ultimo Delfinato

L’avvertimento di Hinault

L’obiettivo quindi è fare bene. La stampa francese già lo vorrebbe sul podio e il rischio maggiore per Gaudu è di finire nel “tritacarne dell’erede di Hinault” come in passato è successo a Chavanel, Rolland, Pinot e Bardet. Per fortuna che a fargli da “parafulmine” in parte e indirettamente c’è Alaphilippe

Gaudu parte per fare classifica, per fare il massimo e provarsi in ottica futura. Un piano abbastanza lineare e condivisibile. Eppure non tutti la pensano così. La voce fuori dal coro, e che voce, è proprio quella di Hinault

«Se fossi il direttore sportivo di Gaudu – ha detto il “Tasso” – gli direi di non occuparsi della generale. Alla fine è solo il primo posto che conta (e qui parla da fuoriclasse, ndr). David dovrebbe andare a caccia di tappe. Se vincesse ad esempio il 14 luglio da francese, resterebbe a vita nella memoria dei francesi. Se finisse quarto nella generale lo dimenticherebbero. Deve ragionare così: posso vincere il Tour o andare sul podio? No, e lo sa. E allora meglio cercare le tappe. Non credo che sia mirando ai primi dieci della generale che fai esperienza».