Officina Battaglin

Officina Battaglin, un viaggio tra passato e futuro 

30.12.2025
6 min
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MAROSTICA – La sede di Officina Battaglin, a Marostica, è un po’ showroom e un po’ museo. Alle pareti, in bella mostra, ci sono la una maglia rosa del Giro e una maglia gialla della Vuelta, assieme a diversi altri trofei.  Ad accoglierci c’è Alessandro Battaglin, figlio di chi quelle maglie e quei trofei li ha vinti: Giovanni Battaglin.

Al centro, invece, sono esposte le nuove bici prodotte dall’azienda del campione vicentino, appena uscite dalla fabbrica. I nuovi modelli sono Modena e Cortina rispettivamente strada e gravel, entrambe in carbonio e titanio. E Siena e Matera, anche qui strada e gravel, ma in acciaio. 

Bici Modena Officina Battaglin
Il modello stradale Modena, tra le novità appena realizzate dalla produzione
Bici Modena Officina Battaglin
Il modello stradale Modena, tra le novità appena realizzate dalla produzione

Artigianalità, ma in sette taglie

Mentre passeggiamo per la sala e guardiamo da vicino questi gioiellini appena usciti dalla fabbrica, Alessandro ci parla della nuova scelta aziendale. Non più, o non solo, telai su misura, ma sviluppati in sette taglie.

«Ci siamo accorti che le persone non vogliono più aspettare, e in questo modo si risparmia molto tempo. Non dobbiamo più fresare i tubi in modo differente per ogni telaio e predisporre la dima ogni volta in modo diverso. Così invece basta tarare le misure su una taglia e si possono produrre in serie».

Una scelta che però non cambia la vocazione artigianale dell’azienda. Le bici di Officina Battaglin rimangono infatti un prodotto di altissima gamma, di cui si possono scegliere colore e allestimenti. Una scelta molto apprezzata soprattutto all’estero.

Continua a spiegarci Alessandro: «Vendiamo quasi tutto all’estero, diciamo per oltre il 95 per cento. Ma abbiamo una clientela affezionata che conosce la nostra qualità, al punto che appena sanno che stiamo lavorando ad un modello nuovo ci dicono già di mandargli la fattura».

Giovanni Battaglin
Giovanni Battaglin ha avuto fin da corridore una grande attenzione alla meccanica
Giovanni Battaglin
Giovanni Battaglin ha avuto fin da corridore una grande attenzione alla meccanica

Giovanni, il corridore/meccanico

Ed ecco che arriva Battaglin senior, vincitore di tappe in tutti e tre i Grandi Giri e, soprattutto, capace di conquistare la doppietta Giro e Vuelta nel 1981, nell’arco di soli 48 giorni. E’ vero che siamo qui per vedere in anteprima i nuovi gioiellini dell’azienda, ma ne approfittiamo anche per farci raccontare qualcosa della sua carriera.  E Giovanni non si fa pregare. Scopriamo per esempio che la tripla all’anteriore è stata una sua invenzione, con una storia molto interessante.

«Nel 1980 ero al Brescia Tour, un breve giro di tre tappe. Nella seconda c’era la salita di Val Cava, sterrata e con punte al 20 per cento. Quando l’ho vista in ricognizione ho preso paura, ho pensato: “Chi è che viene su per di qua?”. Tenete conto che all’epoca avevamo 6 velocità dietro, e il 41 davanti. Allora la sera prima della tappa mi è venuta un’idea. Sono andato dal meccanico, abbiamo preso una corona da 36, io ho fatto il segno sulla guarnitura col pennarello nel punto giusto, lui l’ha forata con il trapano e in qualche modo siamo riusciti a montarla».

Chiediamo, con un certo pudore, se abbia funzionato. «Naturalmente ho dovuto cambiare a mano, perché il deragliatore aveva solo due velocità. Ma funzionare ha funzionato, infatti sono passato in cima con 3-4 minuti di vantaggio su tutti gli altri».

Bici Cortina Officina Battaglin
Anche l’ultimo modello gravel Cortina ha, come le altre bici, impresso sul carro posteriore la scritta “Fatto a mano in Italia”
Bici Cortina Officina Battaglin
Anche l’ultimo modello gravel Cortina ha, come le altre bici, impresso sul carro posteriore la scritta “Fatto a mano in Italia”

I famosi “48 giorni”

Una trovata che ha poi migliorato per utilizzarla anche l’anno successivo, per la tappa delle Tre Cime di Lavaredo. Durante l’inverno con l’aiuto di un amico meccanico ha perfezionato il tutto e così al Giro del 1981 ha potuto affrontare la salita con il 36×23. Un altro successo, meccanico e sportivo, che gli ha permesso di staccare Saronni e indossare, proprio quel giorno, la maglia rosa.

Approfittiamo per farci raccontare qualcosa di più di quei famosi 48 giorni, in cui vinse Vuelta e Giro senza quasi fermarsi tra una e l’altro. «A quel Giro c’erano gli abbuoni che erano più favorevoli a Saronni che a me, quindi abbiamo deciso di partecipare prima anche alla Vuelta, che al tempo si correva in primavera.

Ho fatto una preparazione mirata, 20 giorni facendo 8 ore di bici un giorno sì e uno no, con calma, cercando di crescere con calma. Infatti all’inizio della Vuelta non ero al massimo, ma dopo 8 giorni ho vinto la cronoscalata di Sierra Nevada e poi ho sempre tenuto la maglia senza grandi sforzi. Finita la Vuelta ho fatto due giorni di pausa e il terzo ero già in sella a Trieste per la prima tappa del Giro. Nessuno mi dava favorito, ma quell’anno avevo una condizione eccezionale, e quando stai così ti viene tutto facile».

Giovanni e Alessandro Battaglin
Giovanni e Alessandro Battaglin nelle loro azienda ci mostrano i vari passaggi nella produzione dei telai
Giovanni e Alessandro Battaglin
Giovanni e Alessandro Battaglin nelle loro azienda ci mostrano i vari passaggi nella produzione dei telai

Modena e Cortina, i due modelli di punta

Staremmo ore a farci raccontare aneddoti di quel ciclismo, ma la mattinata prevede anche una visita alla fabbrica vera e propria, che è appena ad un piano di scale dallo showroom. Fanno tutto qui, dalla produzione, ai test, al montaggio. Qui riprende in mano la spiegazione Alessandro Battaglin, e ci racconta la genesi dei modelli Modena e Cortina, i nuovi (e bellissimi) telai fatti in carbonio e titanio.

«Quando siamo partiti con questo progetto – racconta – siamo andati a vedere non cosa facevano gli altri nel ciclismo, ma negli sport motoristici. Ne abbiamo parlato con gli ingegneri di quel settore e ci hanno detto di non saldare il titanio, perché altrimenti avrebbe perso molte delle sue proprietà. Così abbiamo deciso di incollare i tubi alle congiunzioni».

I giunti in titanio stampati in 3D
I giunti Battaglin in titanio stampati in 3D sono delle piccole opere d’arte
I giunti in titanio stampati in 3D
I giunti Battaglin in titanio stampati in 3D sono delle piccole opere d’arte

Congiunzioni stampate in 3D

Ci spiegano inoltre che le congiunzioni in titanio sono stampate in 3D, mentre i tubi sono Columbus. Qui, come in tutte le officine artigianali di alto livello, si lavora sui millimetri, anzi sui decimi di millimetro. Hanno creato un dima apposta soltanto per tagliare i foderi in carbonio con l’inclinazione perfetta. Per esempio occorre, ci spiegano, che nelle congiunzioni ci sia lo spazio necessario per la colla: mezzo millimetro, ma non di più, altrimenti ci sarebbe gioco.

Questa scelta di incollare i tubi invece che saldarli permette anche di abbattere i tempi di produzione.  Quando tutti i pezzi sono pronti, in tre ore e mezza un telaio Modena o Cortina viene assemblato, con un risparmio di circa quattro volte rispetto ad un telaio saldato

I primi esemplari sono già in produzione, e le richieste sono già molte, ci dicono i due Battaglin, senza nascondere un certo orgoglio. E non possiamo biasimarli. Anzi, non vediamo l’ora di provare anche noi una delle loro nuove creazioni.