Martinez ha già scelto. Al Tour non si può rinunciare…

Martinez ha già scelto. Al Tour non si può rinunciare…

19.12.2025
5 min
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Si dice sempre che il primo anno è quello dell’apprendistato, quello che serve per prendere le misure. Per Lenny Martinez, che nel 2024 ha lasciato la Groupama per approdare alla Bahrain Victorious, è stato un anno ricco di emozioni, di momenti importanti soprattutto per definire chi realmente è il figlio d’arte transalpino, per darsi un ruolo.

Lenny viene da una stagione dove i giorni di gara sono stati ben 67, conditi da 4 vittorie, ultima proprio nella gara conclusiva dell’annata alla Japan Cup. Il suo bilancio non può essere che positivo: «Sono molto contento di quello che ho fatto. Non pensavo di vincere così tante corse World Tour davvero fantastiche, dalla Parigi-Nizza al Romandia fino al Delfinato, tutte prove con la crema del ciclismo attuale e io ho messo la firma su tappe prestigiose, ma non c’è stato solo quello. Essere 16 volte nella top 10, dall’inizio alla fine della stagione, credo che significhi molto, che dimostri la sua costanza ad alto livello. Sono davvero super felice, è stata una stagione di successo».

Il transaplino a braccia alzate alla Japan Cup, quarto successo stagionale con 32" su Baudin e Izagirre
Il transaplino a braccia alzate alla Japan Cup, quarto successo stagionale con 32″ su Baudin e Izagirre
Il transaplino a braccia alzate alla Japan Cup, quarto successo stagionale con 32" su Baudin e Izagirre
Il transaplino a braccia alzate alla Japan Cup, quarto successo stagionale con 32″ su Baudin e Izagirre
A 22 anni hai già due esperienze al Tour de France: quale dei due hai vissuto meglio e ti ha dato più soddisfazioni?

Sicuramente quello di quest’anno. E’ stato il miglior Tour de France per me, per i progressi che ho fatto, per essere stato protagonista in alcune tappe alle quali tenevo anche se non sono arrivati squilli come ci si poteva attendere. Ma penso che sarà ancora migliore nei prossimi anni, è chiaro che voglio incidere di più.

L’ultima edizione è stata più dura fisicamente o mentalmente?

Penso che mentalmente un grande giro sia molto lungo, molto difficile. Non mi riferisco solo al Tour, ho fatto anche la Vuelta e so di cosa parlo. E’ la corsa più dura della stagione, incide sicuramente su tutto il resto, ma anche se è un grande sforzo fisico, la differenza si vede proprio nella tenuta mentale.

Martinez durante il media day, tra appuntamenti Tv e fuoco di fila di domande sul futuro
Martinez durante il media day, tra appuntamenti Tv e fuoco di fila di domande sul futuro
Martinez durante il media day, tra appuntamenti Tv e fuoco di fila di domande sul futuroMartinez durante il media day, tra appuntamenti Tv e fuoco di fila di domande sul futuro
Martinez durante il media day, tra appuntamenti Tv e fuoco di fila di domande sul futuro
Come si affronta l’ansia di una corsa di tre settimane dove ci si attende molto da te?

Molto incide l’approccio che si ha. Mi dico semplicemente: do il massimo, faccio del mio meglio ogni giorno e se funziona, funziona. Altrimenti non avrò comunque rimpianti, sapendo di averci provato davvero. So che non è facile, che si si attende molto da me per il mio passato giovanile e per il fatto che si corre nella mia patria, ma tutto quel che posso fare è avere la consapevolezza di non aver trascurato nulla.

Ti capita mai di confrontare le tue esperienze con tuo padre?

Oh sì, credo che abbia passato la stessa cosa, l’ha già fatto. E a volte gli faccio domande a riguardo. A volte parliamo al telefono, e lui che ha sicuramente vissuto tutto sia in un ambiente diverso come la mountain bike, sia da professionista portandosi dietro la sua fama di atleta olimpionico, può ispirare anche me.

Al Tour c'era grande attenzione sul francese, visto come elemento promettente per la caccia alla maglia gialla
Al Tour c’era grande attenzione sul francese, visto come elemento promettente per la caccia alla maglia gialla
Al Tour c'era grande attenzione sul francese, visto come elemento promettente per la caccia alla maglia gialla
Al Tour c’era grande attenzione sul francese, visto come elemento promettente per la caccia alla maglia gialla
Hai lasciato una squadra con forte impronta francese per una multinazionale: perché questa scelta?

Volevo un cambiamento, crescere come persona, provare altre cose, andare all’estero, e lo dico in piena coscienza. E’ una scelta originata sicuramente dal discorso ciclistico ma non solo. Penso che provare cose nuove nella vita cambi davvero un uomo. Era un passaggio obbligato se volevo davvero crescere e credo che i frutti si stiano vedendo non solo dal punto di vista di vittorie e piazzamenti.

In un team francese, il Tour è vissuto con una pressione particolare?

Oh no, penso che sia lo stesso. Non cambia una volta che sei in sella, hai un compito a prescindere dalla maglia che indossi o dalla lingua che si parla nel team. E’ chiaro che per un francese il Tour ha un sapore particolare, i tifosi non ti chiedono altro che quello, ma sto davvero cercando di concentrarmi su me stesso, e fare le cose nel miglior modo possibile. So che ci sono aspettative, ma non devo pensarci e concentrarmi su quel che devo fare.

Puoi essere un corridore da corse a tappe, intanto per la classifica di quelle fino a una settimana?

Preferisco vincere le tappe. Almeno per ora, preferisco davvero puntare ai successi parziali. Forse un giorno cambierà. Preferirei vincere la classifica generale, è normale e vale per tutti, ma per ora adoro la sensazione di tagliare il traguardo davanti a tutti.

Lenny insieme ad Almeida, il loro duello ha infiammato l'ultimo Giro di Romandia
Lenny insieme ad Almeida, il loro duello ha infiammato l’ultimo Giro di Romandia
Lenny insieme ad Almeida, il loro duello ha infiammato l'ultimo Giro di Romandia
Lenny insieme ad Almeida, il loro duello ha infiammato l’ultimo Giro di Romandia
D’altronde nelle prove medio-brevi hai dimostrato che la classifica può anche essere un obiettivo, arrivando secondo…

Sì, è vero, avevo quasi vinto quella gara lottando alla pari con uno specialista come Almeida. Quindi penso che in futuro, forse, sarà possibile vincere gare come quella, lo spero davvero. Ma sono ancora giovane, so che serve tempo per crescere e imparare anche a gestire le corse in maniera diversa, se si ha quell’obiettivo.

Quali sono i tuoi obiettivi per la nuova stagione?

Non ho una corsa specifica nel mirino, a me interessa essere più forte dell’anno scorso, ottenere ottimi risultati, vincere gare importanti, questa è la cosa che conta. Il mio programma mi vedrà impegnato nelle corse francesi d’inizio anno, la Parigi-Nizza, le classiche ardennesi per poi passare dalle corse a tappe svizzere. Voglio davvero vincere, perché alzare le braccia in segno di vittoria è importante e per me vale più di tutto, sempre cercando di fare il meglio possibile.

Ma hai già scelto quale Grande Giro correre?

Ah, il Tour de France, questo è certo…