Chissà se alla fine, avendo avuto meno fretta, Cjan Uijtdebroeks sarebbe già arrivato ai traguardi che sognava, restando in quella che sarebbe poi diventata la Red Bull-Bora-Hansgrohe. Invece nell’autunno fra il 2023 e il 2024, con un colpo di mano di avvocati e procuratori che provocò reazioni di vario fastidio nel gruppo, il talento belga indicato come il nuovo Evenepoel passò alla Visma con un contratto di quattro anni fino al 2027. Purtroppo però i contratti sono ormai una via di mezzo fra la carta straccia e una tutela dell’investimento, per cui nessuno si è stupito quando Uijtdebroeks ha risolto anche il contratto con gli olandesi per diventare uno dei leader del Movistar Team.
Il 43 per cento della squadra spagnola è stato acquisito da, Quantum Pacific Management, un fondo di investimento guidato dal miliardario israeliano Idan Ofer. Così, appena si sono trovati in casa le risorse per puntare su un top rider, gli uomini di Unzue si sono prima mossi sulle tracce di Ayuso, che però ha preferito la Lidl-Trek. E a quel punto, dato che tutti i migliori erano ormai blindati e dovendo comunque pagare per rompere un contratto, gli spagnoli si sono orientati sul belga. Uijtdebroeks alla Visma si trovava stretto e ha scelto di cambiare nuovamente maglia.


Tra Uijtdebroeks e Lipowitz
La Bora-Hansgrohe nel 2023 accolse come stagista anche Florian Lipowitz, che si è fidato, è cresciuto e lo scorso luglio è salito sul podio del Tour. Mentre Uijtdebroeks, entrato in squadra nello stesso anno, vaga ancora da un team all’altro. Forse a fare la differenza c’è stata la capacità di dare fiducia ai tecnici prescelti: il belga non è stato capace di farlo oppure ha preferito ascoltare anche altre voci.
«La Visma è una squadra importante, con molte vittorie nei Grandi Giri – ha dichiarato Cian allo spagnolo Marca – ma i miei obiettivi non erano in linea con i loro. Sono convinto che il passo che sto facendo sia quello giusto. In Visma ci sono così tanti corridori forti che le opportunità sono minime. E nel mio ultimo anno, tra infortuni e problemi, sono rimasto indietro molto rapidamente. La visione che io e Alex Carera (il suo agente, ndr) avevamo per il mio sviluppo era diversa da quella della squadra. Sono già arrivato tra i primi 10 alla Vuelta a Espana 2023, ma voglio di più. E’ lì che è nata la differenza di visione. Movistar mi ha offerto questa possibilità fin dal primo minuto».


Il Tour de l’Avenir a 19 anni
La Movistar è convinta di poter ritrovare il ragazzino terribile che si presentò al professionismo con la vittoria al Tour de l’Avenir, ottenuta quando già correva con la Bora-Hansgrohe.
«Penso di poter fare ancora meglio – ha sottolineato Uijtdebroeks – quel livello è ancora nel mio corpo e voglio superarlo. La prima cosa è conoscere bene la squadra, ma so che ci arriverò. Al momento, potrei non essere pronto a vincere un Grande Giro, ma forse in futuro sarà possibile. Sono passato per momenti incredibilmente difficili. Sono passato dalle top 10 ai ritiri ed è stato davvero doloroso. La parte peggiore era non sapere perché, così quando abbiamo scoperto che tutto dipendeva dalla posizione in sella e da come questa influenzava un muscolo, ho tirato un sospiro di sollievo. Abbiamo cambiato le cose e sono tornato. Ma quel vuoto è stato terribile, una brutale sensazione di impotenza».


La lezione di Vingegaard
Il ragazzino è sveglio. Ha 22 anni e ha già cambiato tre squadre, ma non se ne è andato senza essersi guardato intorno e aver preso gli… appunti più utili.
«Alla Visma ho imparato moltissimo – ha spiegato al giornale spagnolo – ho imparato a conoscere la mia posizione in bici e i problemi collegati. Ma anche l’alimentazione, il tipo di allenamento più adatto a me e anche come i grandi leader affrontano le giornate negative. Condividere una corsa con Vingegaard e vedere la calma con cui gestisce tutto è stata una grande lezione.
«Ho capito che sarebbe stato meglio andare via alla fine di questa stagione, quando abbiamo discusso il programma per l’anno prossimo. Prima abbiamo affrontato i miei problemi fisici, poi siamo entrati negli aspetti sportivi. E mi hanno detto che sarebbe stato difficile per me correre un Grande Giro nel 2026. Quello è stato il punto di svolta: le nostre visioni non erano più allineate».


Un ambiente familiare
E così, dopo aver snocciolato la necessità di guadagnare in esplosività e a cronometro, aver ammesso che gli piace il Giro d’Italia perché è il primo e che gi piace la Vuelta perché è dura, Uijtdebroeks si appresta a scoprire la serenità della Movistar. Seguirà il percorso inverso di Jorgenson che la lasciò per la Visma, cercando un livello tecnico superiore. Ha la stessa età di Pellizzari e Del Toro, ma complici gli infortuni e le sue scelte, deve ancora trovare una dimensione.
«Alla Bora e alla Visma ho conosciuto culture diverse – ha detto – ora ho scoperto di aver bisogno di un ambiente professionale, sì, ma anche umano, qualcosa che mi faccia sentire a mio agio. A Pamplona, durante il ritiro, mi sentivo già parte di una famiglia. Ecco perché sono sicuro di aver fatto la scelta giusta. Sebastián (Unzue, ndr) e io condividiamo la stessa visione. Il piano è perfetto».