Il ciclismo corre e cambia i suoi connotati. Fino a pochi anni fa si dava poco risalto alle gare per allievi sottolineando come in quella dimensione l’aspetto ludico dovesse mantenere la preminenza. E’ ancora così? Molti lo dicono, ma alla resa dei conti, assistendo alle gare, ci si accorge che ormai la categoria è vista come un vero e proprio antipasto degli juniores, come una porta d’accesso al ciclismo che conta.


Ragazzini, ma dal fisico già strutturato
Ecco così che tutti quei principi di base, come il fatto che a quel livello il lavoro di squadra è ancora un concetto astratto, perdono valore. La categoria sta cambiando, non a caso i procuratori guardano già con sempre maggiore interesse a quanto avviene a quei livelli, vanno a caccia di talenti, ma il problema rimane sempre lo stesso: ci si dimentica spesso che la maturazione non ha gli stessi tempi per tutti
Innanzitutto dal punto di vista fisico: chi gira per le gare degli allievi si accorge che ci sono ragazzi di 15-16 anni già formati, strutturati e che sfruttano questo vantaggio fisico per emergere. Ma la maggior parte non è così, è ancora lontana dal raggiungere la sua conformazione ideale e definitiva: chi dà a questi il tempo di farlo? Il rischio di perdere di vista talenti importanti è concreto e il ciclismo italiano non può permetterselo.


Si gareggia troppo?
Non è questo l’unico rischio: c’è anche il fatto che il calendario, stretto com’è nella fascia tra marzo e ottobre, è sovrabbondante. Abbiamo preso in esame 336 gare, se poi si considera che molti (per fortuna…) fanno anche altre attività, come il ciclocross invernale oppure la mountain bike in alternativa, ci si accorge che i ragazzi sono impegnati praticamente tutti i fine settimana. Ma parliamo di ragazzini impegnati con la scuola, che tra allenamenti e gare vivono un impegno alternativo che riempie le loro giornate. Forse anche troppo…
E’ un problema solo italiano? Assolutamente no. Una considerazione che emerge guardando la stagione è che ormai abbiamo una categoria che è copia conforme a quella successiva. Squadre di riferimento assoluto, trasferte in giro per l’Italia a ogni pié sospinto, ma c’è un altro dato che emerge: i confronti sempre più frequenti con gli stranieri. In Italia in questa stagione sono emersi spesso nuovi talenti sloveni, come quel Maks Olenik vincitore dell’ultima Coppa d’Oro battendo un suo connazionale. Le imprese di Pogacar stanno facendo proseliti, il movimento locale è in forte incremento come nel tennis avviene anche da noi…


Le squadre di riferimento
L’analisi della stagione dice che ci sono squadre che rappresentano i fari della categoria allievi, portando a casa la maggior parte delle vittorie. Come la Petrucci Zero24 e il Team Iperfinish che spesso finiscono per accaparrarsi podi popolati solamente da loro rappresentanti. Questo significa che già a quell’età si fa la corsa per entrare in quei contesti, dove c’è anche una forte concorrenza interna. Come in ogni cosa, è un fattore che può avere una valenza positiva o negativa, dipende da come lo si guarda.
Che non si possa più parlare di una categoria dove l’agonismo e l’aspetto tecnico sono in secondo piano passa anche dall’evoluzione delle corse a tappe, in importante sviluppo. E che danno responsi importanti, ad esempio mettendo in evidenza Andrea Endrizzi, corridore del VC Marostica vincitore de Le Fiumane, prova su 5 frazioni e poi terzo al Giro delle Tre Province, vinto da Andrea Gabriele Alessiani.


Il primatista delle vittorie
Il portacolori del Petrucci Zero24 Cycling Team è sicuramente il corridore che si è messo più in luce in questa stagione: primatista di vittorie fra gli allievi con 11 successi, trionfatore al Gran Premio Liberazione a Roma, Alessiani rappresenta pienamente il discorso fatto prima, con uno sviluppo fisico prepotente tanto che a guardarlo si pensa di essere davanti a uno junior già formato e pronto per il grande salto.
E’ proprio in casi come il suo che bisogna lavorare di cesello, evitando la facile tentazione di fargli saltare le tappe. In fin dei conti, se si dice che è dagli juniores che si comincia a fare sul serio, una ragione ci sarà…


L’effervescenza nelle Isole
Andando in profondità c’è però un altro elemento, per certi versi un po’ nascosto, che emerge ed è la forte vitalità che emerge da regioni solitamente considerate ai margini della grande attività, come Sicilia e Sardegna. Dove non solo si svolgono molte gare per allievi (magari all’interno di altre, con classifiche estrapolate) ma emergono anche buoni talenti, grazie soprattutto al fatto che c’è un forte scambio con altre regioni.
I migliori delle Isole vanno a gareggiare anche nel continente e alcune prove locali raccolgono adesioni anche da team di riferimento di altre regioni. Questo è un dato anche superiore a quanto avviene poi fra gli juniores, dove ad esempio l’attività siciliana è strettamente locale e quella sarda molto ridotta in paragone. Su questo aspetto bisognerebbe sicuramente lavorare.