Lo aveva promesso, aspettava solamente l’occasione giusta per andare in fuga e quando Enrico Battaglin ha un obiettivo in mente fa di tutto per portarlo a termine. Il corridore della Bardiani CSF Faizané è uno dei più esperti della carovana anche se ha 32 anni, è quindi nel pieno della maturità. Eppure di chilometri ne sono passati sotto la sua bici…
Battaglin sa bene come interpretare un grande Giro e quindi anche tenere a bada un fattore spesso poco considerato, ma che può avere un grande peso, a volte addirittura decisivo: il clima. Come ci si gestisce se la giornata sarà calda o fredda? E’ chiaro che si parte dalle previsioni meteorologiche: «Rispetto a quando ho iniziato sono molto più precise, sai di ora in ora e di luogo in luogo come sarà il clima e quindi ci si adegua di conseguenza».
Come ci si regola nella scelta del materiale da portarsi dietro?
La squadra predispone sempre alcuni punti d’incontro con massaggiatori e addetti, dove puoi ritirare il necessario soprattutto se fa freddo. Io però sono abituato ad avere con me mantellina e guanti in anticipo perché se comincia a piovere tutti si riversano in fondo al gruppo per ritirare il necessario dalle ammiraglie e si crea molta confusione, pericolosa confusione…
Peggio il caldo o il freddo?
Sicuramente quest’ultimo, il caldo non aiuta la prestazione, ma quando ci sono acqua e freddo è durissima. A maggio una giornata di clima gelido può capitare, anzi puoi trovare gli estremi opposti nel corso della stessa edizione. A settembre-ottobre si è visto che c’è più uniformità. Poi è chiaro che per le Alpi il discorso è a parte, lì sai che troverai sempre temperature basse.
Qual è stata la giornata peggiore vissuta al Giro?
Quella del 2014, la scalata di Stelvio e Gavia – ricorda Battaglin – già alla partenza avevamo la pioggia, via via che andammo avanti trovammo la neve sui passi, fu davvero tremendo. Lì la mantellina non basta, servono manicotti e antivento, anche un paio uno sopra l’altro per cercare di proteggersi il più possibile. In quelle condizioni si è davvero tutti sulla stressa barca, a condividere il destino.
Il clima può essere un fattore nella strategia di squadra?
Sì, magari non per sorprendere qualcuno perché come detto le previsioni sono accurate e in possesso di tutti, ma si sa che c’è chi tollera meglio un certo clima e chi un altro.
Tu che cosa preferisci e che cosa ti aspetti ancora dal Giro?
Io mi adatto a qualsiasi tempo e credo di averlo dimostrato. Il Giro è ancora lungo e potrebbero saltar fuori altre possibilità per andare in fuga. Certo mai come quest’anno hanno tutti voglia di provarci, all’inizio è sempre una battaglia per entrare in quella giusta e io non mi tiro certo indietro.