Un record: dopo Giro e Tour, anche la Vuelta a casa di Sobrero

24.08.2025
6 min
Salva

TORINO – Una tripletta casalinga difficile da ripetere. Tutti i corridori sognano, almeno una volta nella vita, che un Grande Giro passi sulle strade di casa, quelle su cui si è imparato a pedalare e cominciato a sognare in grande. Difficilmente però qualcuno riuscirà a emulare Matteo Sobrero. Non contento di aver vissuto il primo Giro d’Italia della sua carriera nel 2020 e di aver bissato lo scorso anno con il passaggio del Tour de France, oggi verrà travolto dal bagno di folla ancora una volta nella sua Alba.

 «E’ un traguardo personale più unico che raro – comincia a raccontarci il ventottenne della Red Bull-Bora-Hansgrohe – ma davvero splendido. Il Giro 2020 è stato tutto strano e speciale. Ero all’esordio nel mondo dei pro’ e non nascondo che ero parecchio emozionato. In realtà, lo ero anche l’anno scorso al Tour, mentre stavolta mi sento più rilassato. Sono molto contento che la Vuelta parta dal Piemonte e passi da Alba e sto cercando di assaporare ogni momento».

Il primo assaggio

Un bell’assaggio c’è stato già giovedì con la presentazione delle squadre in Piazzetta Reale: «C’era tantissimo tifo, nonostante qualche goccia di pioggia ed è stato emozionante sentirmi incitare a gran voce e chiamare da tanti appassionati, grandi e piccini, oltre ad avere al mio fianco la mia famiglia e gli amici».

Nulla però in confronto a quanto accadrà oggi su tutto il percorso, come ci ha anticipato la sorella minore Francesca, che ogni anno organizza la festa del fans club a fine novembre.

«Abbiamo saputo della sua presenza soltanto domenica scorsa – racconta – per cui non abbiamo organizzato nulla di grandioso. Un po’ anche per scaramanzia perché quest’anno eravamo già pronti per il Giro e poi è caduto, per cui non abbiamo voluto bruciare le tappe. Noi siamo di Montelupo Albese, 10 minuti sopra Alba e sembra davvero che ultimamente i percorsi dei Grandi Giri siano fatti apposta per lui. A parte gli scherzi, cercheremo di sospingerlo su tutto il tragitto. Noi saremo in partenza e in arrivo, ma so che anche la squadra dei giovanissimi in cui è cresciuto Teo, l’Asd Alba Bra Langhe Roero, si schiererà a Pollenzo di fronte alla loro pista con tutti i bambini e striscioni dedicati per omaggiarlo. Tanti amici e parenti saranno disseminati nei primi chilometri». Poi aggiunge: «L’ho visto più tranquillo del solito, molto contento del calore e del tifo e davvero carico».

La seconda Vuelta

Ci pensa Matteo a raccontare come è nata la sua seconda campagna spagnola dopo quella del 2023: «Tutto è iniziato lo scorso inverno – spiega – quando abbiamo fatto i programmi con la squadra. Avrei dovuto fare Giro e Vuelta se tutto andava bene e avevo chiesto io di poter fare soprattutto quest’ultima perché partiva dal Piemonte. Poi, la caduta ha rimesso in discussione tutti i piani».

Già, perché gli strascichi non sono stati semplici da cancellare e il ritorno alla normalità è stato ben diverso da quanto ipotizzato in un primo momento: «Non pensavo onestamente di metterci così tanto ed è stato forse il rientro più difficile da quando ho cominciato a correre in bicicletta. Nel letto d’ospedale, non avevo ben capito cosa fosse successo. Ricordo che all’inizio credevo di cavarmela con qualche giorno di stop, addirittura di potercela fare per la Sanremo o quantomeno per preparare con calma il Giro».

Con il 3° posto nella crono finale, Sobrero ha conquistato il podio del Polonia, confermando il ritorno ad alto livello
Con il 3° posto nella crono finale, Sobrero ha conquistato il podio del Polonia, confermando il ritorno ad alto livello

Al telefono con Ganna

Invece, è andata diversamente: «Non sono riuscito ad arrivare in forma nemmeno in ottica Tour de France e per ritrovare le migliori sensazioni in corsa c’è voluto il Polonia. Quando batti la testa ti sembra una cavolata, ma è una delle cose più difficili perché non riesci mai a capire se sei davvero tornato quello di prima.  Più che le fratture al naso o allo zigomo, è stata la commozione celebrale a richiedere più tempo. Dopo un mese dalla caduta, uscivo in bici e pensavo di sentirmi come prima, ma non era così. La mia condizione andava bene per un’uscita da amatore, ma c’era tutto da ricostruire, fisicamente e mentalmente.

«Ne ho parlato molto poi anche con Filippo (Ganna, ndr), che ha avuto un problema simile, anche se più leggero. I sintomi erano gli stessi e ci siamo sentiti parecchio per confrontarci e supportarci. Lui, sua sorella Carlotta che è la mia ragazza e tutta la mia famiglia sono stati davvero preziosi in questi sei mesi e ora mi sento finalmente in forma».

Ultima altura nel rifugio Umberto Maroli di Macugnaga, poi Sobrero e Ganna hanno raggiunto Torino (immagine Instagram)
Ultima altura nel rifugio Umberto Maroli di Macugnaga, poi Sobrero e Ganna hanno raggiunto Torino (immagine Instagram)

Fra squadra e sogni

E la Red Bull-Bora si è affrettata a inserirlo nel team per la Vuelta, perché la poliedricità del jolly piemontese sarà importante: «Diciamo che cercherò di ricoprire più ruoli – illustra Sobrero – in base alla giornata. Aiuterò Jai (Hindley, ndr) per la generale dove necessario. Darò il mio contributo fondamentale per la cronosquadre e qualche giorno spero di riuscire ad andare in fuga, visto che due anni fa ho sfiorato il successo col secondo posto dietro a Kamna nel mio ultimo anno in Jayco».

Per sognare la gloria personale però bisognerà aspettare il ritorno della Vuelta in terra iberica: «Più facile che abbia libertà nella seconda o nella terza settimana – spiega Sobrero – perché nella prima cercherò di dare una mano alla squadra. Conosco bene le strade che attraverseremo in questi giorni, visto che ci sono passato correndo nelle categorie inferiori. L’unica che conosco un po’ meno è la terza tappa, ma l’arrivo di Limone sarà senza dubbio scoppiettante e qualcuno proverà a muoversi per prendere la maglia. Comunque, cercherò di godermi per quanto possibile la giornata sulle strade di casa: al Giro e al Tour è passato tutto troppo in fretta».