Il Tour de France riparte oggi da Tolosa con un probabile arrivo allo sprint ed è lecito pensare che ci sarà di nuovo una sfida fra Tim Merlier e il nostro Jonathan Milan. Una sfida che è anche tecnica. E quando si parla di tecnica e volate, quale miglior interlocutore di Silvio Martinello?
L’ex sprinter (e pistard) veneto fa un’analisi dettagliata dei due: rapporti, caratteristiche fisiche, tecnica. Ma alla base c’è una differenza chiave. Milan ha più margine di crescita rispetto a Merlier e questo, in ottica futura, fa ben sperare.


Silvio, iniziamo questo parallelismo fra Milan e Merlier, che sembra un po’ la bestia nera di Jonathan…
La bestia nera… direi piuttosto che è un velocista con caratteristiche diverse. Tim è il classico velocista che non vorresti mai avere a ruota, perché ha quella capacità di saltarti negli ultimi metri, quel cambio di ritmo micidiale che spesso è letale. Milan è migliorato molto, soprattutto nella capacità di farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Ve lo ricordate al Giro d’Italia 2023 quando vinse una tappa, ma poi ne buttò via tante perché era fuori posizione?
Sì, vero…
Rimontava sempre, ma se sei fuori posizione quando è il momento di lanciare lo sprint, perdi. Per quanto tu possa essere forte, qualcuno ti arriva davanti. Ecco, su questo Milan è cresciuto molto. Anche la tappa che ha vinto, l’ha vinta praticamente senza squadra. E’ stato lui a muoversi bene negli ultimi metri, capendo e leggendo perfettamente la situazione.
Come dici te, ha stupito per le posizioni, ma anche per le tempistiche…
Sì, posizione e tempismo. E’ migliorato tanto ed era il suo tallone d’Achille. Le sue qualità non si discutono: il motore c’è, è potentissimo. E’ il classico velocista che avrebbe bisogno di un treno votato solo a portarlo agli ultimi 200 metri, cosa che oggi si fa meno. Jonathan si sta adattando bene, ma poi ci sono anche gli avversari.
Cioè?
Gli sprint non sono corsie fisse: vince chi è più veloce, ma anche chi ha la miglior posizione e chi sceglie il momento giusto. Da questo punto di vista Merlier, come dicevo, è uno che nessuno vuole a ruota. Con Philipsen tagliato fuori dai giochi, i tre sprinter di riferimento erano loro, e infatti sono gli unici ad aver vinto finora in questo Tour. E credo che saranno ancora loro due a giocarsi le prossime tappe, salvo sorprese che nelle volate ci stanno sempre.


Da un punto di vista stilistico, cosa ci dici?
Questa continua ad essere una pecca per Milan: ondeggia troppo, muove le spalle, e questo non lo aiuta. Se un giorno riuscisse a correggersi – cosa complicata alla sua età, l’ho già detto in passato difficile che un pro’ cambi troppo – può migliorare. Ma nel ciclismo nessuno è imbattibile. Se dovesse riuscire a correggersi, a quel punto batterlo in volata diventerebbe durissima.
Perché guadagnerebbe aerodinamica abbassandosi con le spalle?
Certo. A quelle velocità, sopra i 70 all’ora, la posizione fa la differenza. Lui è molto alto e non mette mai la testa sotto le spalle: guarda avanti, punta l’arrivo. Ha però un motore eccezionale che non si discute.
E Merlier?
Anche lui, ma di certo è più composto. E’ alto, ma sta più schiacciato. Il sedere è più basso o in linea con le spalle, e questo migliora l’aerodinamica. Forse quella è la piccola differenza decisiva.
A Chateauroux si è notata una differenza anche nei rapporti: Milan aveva il 54×10, Merlier un 56×11…
Di certo Jonathan non ha tirato il 10, altrimenti sarebbe stato più duro, mentre era più agile di Tim. Si vedeva. Merlier è stato abilissimo anche a scegliere il momento giusto: sono partiti quasi insieme, ma lui lo ha leggermente anticipato, spingendo il rapporto più pesante. Attenzione però, siamo sicuri che Milan sia più agile?




Spiegaci meglio…
Milan magari aveva un 54×11 che è più agile del 56×11 di Merlier, ma la differenza è minima: roba di pochi centimetri. Secondo me è quel modo di pedalare che lo fa apparire più agile di quel che è realmente, il che è paradossale visto il fisico. Uno come Jonathan non dovrebbe avere problemi a spingere rapportoni. Credo sia una questione di stile personale, ma anche di esperienza.
Un’esperienza?
Milan è al suo primo Tour. Io ho fatto la mia ultima Grande Boucle nel 1999, sono passati 26 anni e magari le cose sono cambiate, ma ho sempre trovato che le mischie al Tour siano più complesse di quelle del Giro. C’è più tensione, più concorrenza. Milan sta facendo molto bene, ha anche focalizzato la maglia verde che è un obiettivo importante. Tra l’altro secondo me, questo obiettivo gli sta togliendo un po’ di brillantezza.
Perché?
La differenza di punti ai traguardi intermedi è minima, ma solo Milan sprinta con quella determinazione per la maglia verde. Gli altri pensano più all’arrivo finale. Questa è una differenza anche nervosa, non solo di energia. Per questo dico che Jonathan ha bisogno di imparare. E’ giovane, ha margini e queste esperienze lo aiuteranno di sicuro. Poi è anche vero che se punti a quella classifica i traguardi volanti sono determinanti.
Silvio, si è notato che hanno modificato l’ordine del treno. Simone Consonni non è più l’ultimo uomo..
Vero, lo avevo notato subito. Simone forse non è brillantissimo in questo momento e credo che abbiano scelto di cambiare proprio per questo motivo. Al Tour devi raccogliere risultati. Meglio invertire i ruoli con Stuyven, ma ripeto: Milan si muove bene anche da solo. Merlier, invece, sta facendo molto da solo, più del solito.


Altre piccole differenze che hai notato?
Sono due velocisti diversi, ma fortissimi. A me Merlier piace molto, da sempre. Ha un atteggiamento umile, e per un velocista non è scontato, spesso hanno personalità più informali, fuori dalle righe. Non lo conosco di persona, ma da come parla e si muove mi sembra uno concreto, educato. Mentre tecnicamente non dimentichiamoci che Merlier viene dal ciclocross: certe abilità di guida se le è portate dietro.
Sono entrambi da volata lunga?
Sì, ma più Milan. Merlier se lo hai a ruota ti salta nove volte su dieci. Al tempo stesso, se serve, prende anche l’iniziativa. Anche per questo, nella mia personale classifica di gradimento degli sprinter oggi, Merlier è davanti a tutti.
Anche a Philipsen?
Sì, anche a Jasper Philipsen. Philipsen ha caratteristiche simili a Milan e Pedersen, un altro grande sprinter.
Ecco, per un treno super Pedersen potrebbe fare da apripista a Milan? E anche viceversa?
Il contrario (Milan che tira per Pedersen) lo vedo difficile. Pedersen potrebbe fare da ultimo uomo, ma mi chiedo se accadrà. Van der Poel fa l’apripista a Philipsen e Groves, ma lui non fa volate di gruppo. Pedersen invece sì e le vince Non è un caso che abbiano programmi separati.
Silvio, con la tua esperienza: a chi paragoneresti Milan e Merlier tra i velocisti del passato?
E’ facile. Per caratteristiche fisiche e tecniche, Milan lo avvicino a Cipollini o Petacchi, magari con un treno tutto per lui. Merlier invece mi ricorda Danny Nelissen: il classico velocista belga o comunque del Nord cresciuto nelle mischie, con abilità innate nel muoversi da solo. E, nel suo caso, sfruttando anche ciò che ha imparato dal cross.