Covi: «Così fa male. Ho poche occasioni e ci ho provato»

30.06.2025
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GORIZIA – Il primo dei battuti? Il secondo? Come la si legga, ieri Alessandro Covi è stato colui che ha sfiorato il tricolore più di tutti. La sua “colpa” è quella di essere arrivato secondo alle spalle di un corridore che non appartiene a un team professionistico, mentre lui corre per la UAE Emirates, anzi per la prima squadra al mondo nel ranking.

Tuttavia questa lettura rischia di essere fuorviante. Le corse vanno analizzate. Primo, perché Conca, e lo abbiamo scritto anche ieri, non è “il primo che passa”. Secondo, perché nel finale Covi è stato colui che ha tirato più di tutti, contribuendo in modo decisivo a far sì che il drappello dei cinque arrivasse al traguardo.

Covi è visibilmente deluso. Ci teneva moltissimo a questa maglia. E’ consapevole, una volta per tutte, che gli mancano certi scenari. E’ il bello e il difficile di correre in una corazzata come la UAE Emirates. E’ tosta trovare le occasioni. Ma questo vale per tutti, anche per campioni più affermati, non solo per lui.

La UAE Emirates si è presentata con Covi e Baroncini che nel finale ha rimontato fortissimo. E forse era più deluso di Covi stesso
La UAE Emirates si è presentata con Covi e Baroncini che nel finale ha rimontato fortissimo. E forse era più deluso di Covi stesso
Alessandro, che corsa è stata?

Una corsa abbastanza selettiva, nonostante il percorso fosse aperto a tante opzioni. Ho dato io il via alla fuga decisiva e poi ci ho provato in tutti i modi. Ma… ovviamente non è bastato. Sono arrivato secondo, però ero lì e complimenti a Filippo che non ha rubato niente a nessuno. Mi ha battuto in volata, quindi è stato forte.

Immagini già le polemiche. Un atleta del WorldTour che è battuto da un corridore di un club non professionistico…

Allora ce ne sono tanti altri, nella mia stessa situazione, tutti quelli che sono arrivati dietro di me. Quanti eravamo 120? Vale per gli altri 118. E’ stato forte Conca, complimenti a lui. Comunque parliamo di un corridore che era nel WorldTour fino a due anni fa e, ripeto, non ha rubato niente a nessuno.

Alessandro, con il tuo compagno Filippo Baroncini siete riusciti un po’ a parlare? Sapevi che era dietro?

E come facevamo a parlare? Non avevamo la radio. D’altronde siamo a un campionato italiano: guardi davanti, non dietro. Io sentivo di avere la gamba, una buona gamba. Penso di aver dimostrato di essere uno dei più forti. Forse il più forte.

Covi è in un buono stato di forma, ma anche lui ha sofferto per il caldo
Covi è in un buono stato di forma, ma anche lui ha sofferto per il caldo
Lo ha detto anche Conca…

Ma non si saprà mai. Ho provato a vincerla. Vincere un campionato nazionale è un’occasione che capita poche volte nella carriera di un corridore. Questa era una di quelle, ci sono andato vicino, ma la stagione non è finita. Speriamo che questa maglia la indosserò prima o poi. Sì, ci sono andato molto vicino. Così fa male però.

Alessandro, hai tirato moltissimo nel finale. Anche Baroncini ci ha confidato che, magari con lui dietro, potevi anche provare a fare il furbo. Ma, d’altra parte, non avendo le radioline non potevi saperlo…

L’hanno detto anche altri che ho tirato di più. Anche Aleotti è venuto a dirmelo. Ma secondo me non ero io che ho tirato di più, ma gli altri che hanno tirato di meno. A Giovanni l’ho detto: «Tira, tira un po’ di più». Ma lui mi diceva di no: «Tu sei più veloce». L’obiettivo era avvicinarci il più possibile all’arrivo. Poi, se pensi di essere il più fresco o che io ero il più veloce, attaccami… Ma di attacchi non ce ne sono stati, quindi ho dovuto prendere la volata di testa. Se magari qualcuno avesse allungato, avrei avuto un punto di riferimento. Invece ho dovuto prendere la volata davanti e Filippo, arrivando da dietro, ha dimostrato di essere veloce e mi ha battuto.

Nelle ultime gare sei andato forte. Si può dire che Covi sta tornando ai suoi livelli?

La costanza di rendimento non è male. Io penso che quest’anno sono ai miei migliori livelli da quando sono professionista. Ovviamente sto facendo gare che magari non posso dimostrarlo al pubblico, però in quelle gare che sto facendo sono sempre tra i migliori. Manca non essere nei grandi palcoscenici, perché sono quelle le gare che contano, ma diamo tempo al tempo. L’importante è essere tornati ad avere le buone sensazioni.

Covi sul traguardo di Gorizia, ha sfiorato il successo. Nel finale aveva tirato più degli altri
Covi sul traguardo di Gorizia, ha sfiorato il successo. Nel finale aveva tirato più degli altri
Chiaro…

Ho passato due anni molto complicati, soprattutto con la mononucleosi, e non è mai scontato tornare a buoni livelli. Mi sembra di essere quello di due anni fa, e forse anche più forte.

Quali sono adesso le tue prossime gare?

Siamo solo a metà stagione e ce ne saranno tante. Adesso c’è subito il Giro d’Austria, probabilmente aiuterò Isaac Del Toro che torna a correre. E poi immagino farò tantissime gare in Spagna e poche gare WorldTour.

Staccherai? Farai altura?

No – dice con un sorriso malinconico che sa tanto di chi vorrebbe farla – purtroppo non ho tempo e la farò quando punterò obiettivi grossi, magari non quest’anno ma l’anno prossimo. Sto facendo un bel po’ di punti, che sono l’obiettivo della squadra. Il mio calendario è stato disegnato per questo e quindi sta funzionando. Ovviamente per un corridore è difficile non partecipare ad alcune gare, però ho accettato, ho sposato il progetto della squadra e va bene così.