Jarno Widar parla a monosillabi, a volte quando risponde alle domande dei giornalisti sembra che ti faccia un favore. Il sorriso è lo stesso che abbiamo imparato a conoscere lo scorso anno sulle strade del Giro Next Gen quando il giovane belga ha messo tutti in fila senza troppi complimenti. Ancora prima di passare under 23 la forza di Jarno Widar era emersa al Giro della Lunigiana, quando fu il mattatore indiscusso delle prime due semitappe. Una forza e una solidità che lo ha portato spesso a vincere fin da piccolissimo.
Le stigmati del predestinato che tuttavia non è immune da giornate no. Lo scorso anno dopo aver dominati all’Alpes Isere Tour, al Giro Next Gen e quello della Valle d’Aosta sembrava essere lanciato verso la conquista del Tour de l’Avenir. Alla corsa a tappe francese invece crollò inesorabilmente e questo piccolo passo falso bastò per minare le sicurezze e la fiducia nel progetto che la Lotto gli aveva cucito addosso (in apertura foto Alexis Dancerelle/DirectVelo).


Più convinto
Scongiurati addii prematuri e rinforzato il rapporto con il team, Jarno Widar ha ripreso il 2025 cambiando qualcosa ma non i risultati. Dopo un primo blocco di gare con il team professional è tornato sugli stessi passi fatti lo scorso anno per preparare il Giro Next Gen, nel quale tornerà a difendere il titolo conquistato a Forlimpopoli.
«Mi sento abbastanza bene – racconta – credo di essere pronto per iniziare questa corsa. Il Giro Next Gen è un grande obiettivo ma non il più importante dell’anno. La preparazione nel complesso è andata bene, siamo stati in altura con la squadra e poi una volta tornato a casa ho lavorato sui cambi di ritmo e l’alta intensità».


Avete già pensato a una tattica per la corsa?
Ci piace attaccare, quindi probabilmente cercheremo di farlo. Ma forse sto dicendo troppo.
Chi pensi siano i rivali principali di questo Giro Next Gen?
Nordhagen e Lorenzo Finn. C’è anche Albert Whiten Philipsen da tenere sotto controllo. Però mi sento pronto e sicuro di me. Cos’altro devo dire? Farò del mio meglio, questa è la cosa più importante. Solo così potrò guardarmi indietro felice.


Qual è il più grande insegnamento che ti sei portato a casa lo scorso anno?
Non ammalarmi nei momenti più importanti.
Sta iniziando un periodo dove lo scorso anno hai fatto vedere grandi cose, senti la pressione di doverti ripetere?
No, non mi stresso affatto. La pressione per me arriverà più avanti credo e sarà lì che mi preoccuperò un po’ di più. Al momento sono tranquillo. Sono sorpreso delle mie qualità e aver raccolto ottimi risultati mi motiva ulteriormente.


Come ti sei preparato per questo Giro Next Gen?
Abbiamo fatto un periodo in altura a Sierra Nevada. E’ stata la prima volta per me in altura quest’anno ma mi sono sempre trovato molto bene con questo tipo di allenamenti.
Hai guardato il percorso, cosa ne pensi?
La cronometro iniziale sarà un bel test. Sicuramente questo tipo di prove non sono mai state il mio punto forte ma ci abbiamo lavorato bene in quest’ultimo periodo. Poi altre frazioni fondamentali saranno la terza, la settima e l’ultima a Pinerolo.