Velocisti da Giro, velocisti “da Malesia”: il punto con Mazzoleni

15.05.2025
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Tutto nasce da una frase di Matteo Malucelli, il quale presentando i velocisti del Giro d’Italia, aveva usato l’espressione «velocisti da Malesia», per indicare cioè quegli sprinter puri più idonei a corse solitamente molto veloci, su percorsi più abbordabili. La tappa di ieri con arrivo a Matera ha scavato la netta differenza fra i pochi, Pedersen fra loro, che hanno retto fino al traguardo e quelli che si sono staccati prima.

Il corridore e ingegnere della XDS–Astana aveva anche aggiunto che corridori così avrebbero fatto più fatica a finire il Giro, a mantenere lo spunto veloce su percorsi più duri e in una corsa a tappe tanto lunga. Lui stesso aveva detto che in parte si riconosceva in questa categoria e che per poter affrontare un Giro serviva un compromesso fra tenuta e spunto veloce.

Un aspetto tecnico davvero interessante che abbiamo posto all’attenzione di Maurizio Mazzoleni, capo dei preparatori proprio della XDS–Astana.

Maurizio Mazzoleni, preparatore e sport manager della della XDS-Astana (foto XDS-Astana)
Maurizio Mazzoleni, preparatore e sport manager della della XDS-Astana (foto XDS-Astana)
Maurizio, prendiamo come spunto le parole di Malucelli, il quale in Turchia dopo la sua vittoria ci aveva detto che non avrebbe fatto il Giro perché sarebbe una sofferenza grande per lui. Quindi ci deve essere un velocista che è pronto per un grande Giro? Ed eventualmente, come si può diventarlo?

E’ chiaro che, come avevamo detto a inizio anno, il nostro obiettivo è massimizzare le performance degli atleti in base alle caratteristiche che hanno e metterli nelle condizioni di esprimerle al meglio nelle gare che più gli si addicono. Per questo Malucelli rientra in una valutazione che facciamo utilizzando la nostra esperienza, i nostri dati e anche quelli dell’intelligenza artificiale, mettendo assieme tutto.

Chiarisci meglio…

E’ emerso che il miglior calendario per Malucelli non prevedeva i grandi Giri. Quando si prepara un grande Giro e lo si corre, in quei due mesi si rinuncia ad altre gare che gli si addicono di più. Questo è il punto.

Non si tratta solo della corsa, quindi?

Esatto. Se devo preparare un grande Giro non posso sempre correre. E poi c’è un altro discorso.

Malucelli, qui vincitore della tappa finale del recente Tour of Turkiye, non ha mai preso parte ad un grande Giro
Malucelli, qui vincitore della tappa finale del recente Tour of Turkiye, non ha mai preso parte ad un grande Giro
Quale?

La scelta della lineup per quella determinata competizione. Se si prevede un velocista puro, devi supportarlo con uno, due, anche tre uomini che lavorino per lui. Finalizzare il lavoro vuol dire usare corridori con caratteristiche specifiche. Al tempo stesso sono corridori in meno che potrebbero fare un altro tipo di lavoro. Per Malucelli, la valutazione è rientrata in questo ambito.

Allarghiamo però il discorso, usciamo da Malucelli…

In generale, nel ciclismo il velocista puro è un tipo di corridore che si sta trasformando. Se guardiamo gli ordini di arrivo in certe tappe, come quelle iniziali del Giro, abbiamo visto corridori come Pedersen, Strong, Groves: passano salite che prima certi velocisti non superavano.

E quindi?

E’ un nuovo tipo di sprinter. Sono corridori moderni che passano anche asperità intermedie. Ma sicuramente hanno previsto una preparazione specifica per il grande Giro. Queste qualità sono in parte genetiche, ma sono anche allenabili. Non è precluso che un velocista puro possa fare un grande Giro, ma bisogna considerare che le tappe veramente piatte sono poche: due, forse tre. Le altre occasioni se le devono sudare.

Anche fare gruppetto (qui Dainese, Gaviria e Consonni in una foto del 2023) può non essere scontato nei grandi Giri
Anche fare gruppetto (qui Dainese, Gaviria e Consonni in una foto del 2023) può non essere scontato nei grandi Giri
Sempre prendendo spunto dalle parole di Malucelli, si parlava del recupero. E’ più difficile per uno sprinter?

La struttura fisica di un velocista comporta una maggiore massa muscolare. A livello di tossine e di recupero metabolico, lo sforzo produce più metaboliti e scorie. I tempi di recupero possono essere maggiori, ma fa parte della loro normalità. Gli scalatori hanno meno masse muscolari e un volume aerobico maggiore che gli consente un recupero più efficiente.

Prima hai detto che a uno sprinter puro il Giro non è precluso, ma bisogna lavorarci. Ebbene, come si lavora in questa direzione?

Questa riforma del calendario spinge a considerare l’intera stagione. Non è detto che un professionista debba fare i grandi Giri per forza. Anzi, si stanno promuovendo anche le attività parallele. Noi, per esempio, siamo al Giro d’Italia, ma in maggio facciamo anche tre attività con l’obiettivo punti: le 4 Jours de Dunkerque, il Tro Bro Léon e il Giro d’Ungheria. Bisogna allontanarsi dall’idea che ci siano solo tre grandi Giri. Un atleta può essere completo anche seguendo calendari diversi.

Se una squadra punta forte sul velocista, può avere anche 6 uomini a sua disposizione. Qui l’Astana 2024 per Cavendish al Tour
Se una squadra punta forte sul velocista, può avere anche 6 uomini a sua disposizione. Qui l’Astana 2024 per Cavendish al Tour
Da un punto di vista tecnico, come dovrebbe lavorare uno sprinter per affrontare un grande Giro?

La prima cosa è non snaturarsi: Cavendish ad esempio non lo ha mai fatto. Bisogna arrivare pronti a una competizione importante, ma senza alterare troppo la preparazione. Più si esaspera la parte aerobica, più si rischia di perdere le qualità anaerobiche. E’ sempre un equilibrio delicato. Un velocista puro deve avere comunque un livello minimo per completare tre settimane e non uscire dal tempo massimo. Non è scontato. Anche se oggi le percentuali sono un po’ più generose, resta un rischio. Basta una giornata storta in una tappa dura, e può uscire fuori tempo massimo.

Discorso lineup: tu ci hai parlato di un certo numero di uomini a supporto. Puoi dirci di più?

Gliene servono minimo due per il lead-out, e poi chi lo accompagna nelle tappe più difficili. Come ho detto, da due a quattro uomini se la squadra ha anche altri obiettivi. Se invece si punta tutto sul velocista, possono arrivare anche a sei.