E bravi gli azzurri. La Liegi di Ciccone, Velasco e Bagioli

27.04.2025
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LIEGI (Belgio) – Come vi avevamo accennato nel pezzo precedente, parlando della vittoria di Pogacar, alla Liegi-Bastogne-Liegi si è vista una buona Italia. La compagine dei corridori di casa si è fatta valere: Ciccone secondo, Velasco quarto e Bagioli sesto.

Ma era nell’aria. Parlando con i ragazzi filtrava un po’ di ottimismo. Okay, non è una vittoria, ma di questi tempi non è poco su cui fare leva in chiave futura. E poi le cotes delle Ardenne storicamente ci hanno sempre sorriso un po’ di più rispetto alle pietre.

Ciccone è al secondo podio in una classica Monumento. Il precedente al Lombardia 2024 sempre dietro a Pogacar
Ciccone è al secondo podio in una classica Monumento. Il precedente al Lombardia 2024 sempre dietro a Pogacar

Podio Ciccone

Giulio Ciccone si presenta in conferenza stampa con la sua medaglia. Gli occhi sono stanchi, ma il morale è alto. E come potrebbe essere diversamente?

«All’inizio, venendo dal Tour of the Alps, non stavo benissimo – racconta l’atleta della Lidl-Trek – poi mi sono trovato meglio. Rispetto alla corsa alpina, qui si trattava di tutt’altra gara: tanti più chilometri, salite più brevi e ripide, tanto stress in corsa.
«Quando è partito Pogacar cosa ho fatto? Mi sono messo del mio passo e basta. Ho preso tempo. Chiaramente non avevo le gambe per seguirlo, ma per quelle per tenere la mia velocità e cercare di fare qualcosa, di portarmi avanti. Tre italiani nei primi sei? E’ geniale, sappiamo che tutti vorrebbero una vittoria, ma non è sempre possibile. Godiamoci dunque questa giornata positiva».

Ciccone sul podio con Pogacar ed Healy
Ciccone sul podio con Pogacar ed Healy

Il podio in una Monumento vuol dire tanto per Ciccone. Alla fine è la seconda volta in pochi mesi che finisce alle spalle dello sloveno. Ciccone ha raggiunto Liegi in macchina dal Tour of the Alps: a quanto pare non ama troppo l’aereo. Ma evidentemente viaggiare con le gambe distese e senza stress gli ha fatto bene.

«La Liegi è la mia classica favorita, insieme al Lombardia – dice – sono davvero contento di questa prestazione e di arrivare bene al Giro d’Italia. Ora passerò cinque giorni a casa e poi andrò in Albania».

La grande volata di Velasco (sulla sinistra). Mentre Bagioli è al centro (secondo casco rosso da sinistra)
La grande volata di Velasco (sulla sinistra). Mentre Bagioli è al centro (secondo casco rosso da sinistra)

Velasco bravo e sfortunato

Se vi diciamo che Simone Velasco avrebbe potuto ottenere molto di più, ci credete? La storia della sua Liegi è davvero incredibile. Ed è giusto lasciarla raccontare a lui.

«Ho rotto la ruota prima della Redoute – racconta con orgoglio e ancora il fiatone forse 20′ dopo aver concluso la corsa – penso che nel finale avevo una gran gamba. Avere un problema meccanico lì, in quel momento, è incredibile. Ho provato a rientrare, ho rimontato non so quanti corridori. Ho inseguito fino alla Roche-aux-Faucons. Ci ho sempre creduto. Lì sono rientrato. Ho tenuto duro e poi ho vinto la volata del gruppo. Penso che sia davvero un gran bel segnale che posso essere all’altezza di certe gare».

Un gran bel segnale, ma anche forse un pizzico di rimpianto. Forse Simone poteva stare davanti con Ciccone ed Healy.

«Ho dimostrato di essere presente anche nelle corse che contano – commenta – e di questo sono contento anche per la squadra. Finalmente abbiamo raccolto un buon risultato in una gara importantissima, speriamo di continuare così».

Velasco racconta di una corsa tirata, nervosa. Ormai si va sempre forte. Lui e Ciccone si erano anche parlati un po’. Ora Simone riposerà un po’. «Andrò nella mia Elba a prendere un po’ di sole e di mare. E poi inizierò a lavorare per il Tour de France».

A Liegi anche i supporter di Bagioli: Mario Rota e suo padre
A Liegi anche i supporter di Bagioli: Mario Rota e suo padre

Bagioli: per Cicco e per sé

Infine c’è Andrea Bagioli, sesto. Anche lui autore di una gara ottima, e soprattutto di una gara che lo ha visto attivo. Il suo non è un sesto posto a rimorchio, diciamo così.

«Se ieri sera qualcuno mi avesse detto che avrei fatto sesto alla Liegi non ci avrei creduto – ha detto Bagioli – tanto più con dei capitani come Skjelmose e Ciccone. E invece… Oggi ho dovuto lavorare, ho dato una bella trenata all’imbocco della Redoute proprio per farla prendere bene a Cicco. Lui è rimasto un po’ lì poi è andato. Eccome. E dire che ad inizio corsa non stava benissimo, aveva detto a noi compagni».

Dopo la fase di apnea per la tirata sulla Redoute, Andrea Bagioli non ha mollato, ma si è rimesso sotto.

«Alla fine – riprende il valtellinese – sono riuscito a tenere il gruppetto con il quale siamo ritornati sotto alla Roche-aux-Faucons e stavo bene. Ma a quel punto non ho potuto sfruttare il fatto che Giulio fosse davanti per stare a ruota, anzi, ho dovuto chiudere spesso i contrattacchi e per questo sono contento. E’ un sesto posto che dà molta, molta fiducia. Rispetto all’anno scorso, in cui ho vissuto una stagione difficile, sono cambiate un po’ di cose.

«Adesso per me – dice – si profila l’Eschborn-Frankfurt (in scena il 1° maggio, ndr). Con i direttori sportivi abbiamo parlato e stabilito che potrò avere le mie carte. I leader saremo io e Nys. Io potrò fare qualcosa prima e lui eventualmente in volata. Con Francoforte chiudo questa mia parte di stagione che è molto lunga. Vado avanti dall’Australia».