Cataldo: «Che disastro quando l’hotel è lontano…»

14.05.2021
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«Una passeggiata serale? Mai fatta in 15 anni. Ho girato l’Italia in lungo e in largo e non ne ho vista neanche un po’…». Dario Cataldo, uomo d’esperienza della Movistar con i suoi 36 anni, sorride alla domanda se alla sera, per recuperare anche mentalmente, viene data una seppur minima libera uscita. D’altro canto uno degli aspetti per molti versi più complicati in un grande Giro è il tempo che la logistica toglie al riposo, con i continui cambi di hotel.

Il 36enne corridore della Movistar ormai non ci fa quasi più caso: «Siamo abituati, sai che al mattino devi consegnare la valigia pronta al massaggiatore che te la farà trovare nell’hotel successivo. Per la squadra è un impegno non da poco, non si può sbagliare. Per noi corridori conta molto se l’hotel è vicino all’arrivo o alla partenza perché è tempo guadagnato. L’ideale è quando le località coincidono, ma capita ormai di rado».

hotel Dorelan 2021
La distanza dell’hotel dall’arrivo è un aspetto importante, che può influire molto sul recupero
Hotel Dorelan 2021
La distanza dell’hotel dall’arrivo è un aspetto importante, che può influire molto sul recupero
Quanto influiscono i trasferimenti sulla prestazione?

Secondo me molto: se l’hotel è vicino puoi tornare con calma e farti la doccia, i massaggi, cenare in orario utile e andare a letto presto, tutto ciò favorisce il recupero. Quando invece è distante, è tempo perso. Il trasferimento in pullman ora è più comodo perché sono stati attrezzati per i nostri bisogni, ma non riposi comunque.

Quando la tappa termina tardi i problemi aumentano?

Notevolmente, lo scorso anno è capitato spesso – ricorda Cataldo – e questo pesava perché i ritardi si concatenavano. Alla fine abbiamo contato che abbiamo fatto più ore in sella che di sonno…

Una distanza ideale?

Finché l’hotel è a una trentina di chilometri è perfetto, il problema è quando te ne devi sobbarcare dai 100 in su, non arrivi mai. Capisco che gli organizzatori facciano i salti mortali e devono anche accontentare più località possibili, ma per noi resta un problema.

A parte il recupero fisico, come cercate di staccare mentalmente?

Come detto ogni minuto rubato al sonno è recupero in meno, noi però dopo la cena ci ritroviamo un quarto d’ora nel camion cucina: tra una tisana e un decaffeinato scambiamo due chiacchiere, condividiamo le nostre sensazioni sulla tappa affrontata e quella che arriva. Quei pochi minuti sono per molti una necessità.

Quanto tempo dedicate allo smartphone?

Bella domanda – Cataldo ride – noi più anziani lo ripetiamo sempre ai più giovani, se passi mezz’ora a smanettare al telefono è tempo che togli al sonno e in gara rischi di pagarlo. Diciamo che piano piano imparano…