Persico in cerca di Persico si allena (ma non corre) nel cross

18.12.2024
6 min
Salva

BENIDORM (Spagna) – Sivia Persico è moderatamente allegra. La giornata fuori è radiosa, i chilometri si stanno sommando e l’obiettivo di riguadagnare un buon posto nel gruppo motiva la bergamasca alla ripresa della stagione. La terza per lei che approdò al UAE Team Adq con il contingente della Valcar di Capo Arzeni. Cose sono andate bene, altre meno bene. Quel che si nota è che il 2024 ha segnato uno stop rispetto alla crescita avviata l’anno prima. Capirne i motivi è il modo giusto per dare una svolta al futuro.

«Il 2023 era andato bene – dice – il 2024 così così. Speriamo che il 2025 sia l’anno giusto, anche per trovare l’equilibrio che forse è mancato. Qualcosa di buono alla fine c’è stato. Ho corso le Olimpiadi e ho imparato tanto. Ad esempio a trovare qualcosa di positivo anche nei momenti negativi. Ho avuto accanto non troppa gente, però quella giusta. Quando si vince, tutti salgono sul carro, ma diciamo che le persone su cui contavo c’erano ancora e questo mi basta».

Alle Olimpiadi con Balsamo, Cecchini e Longo Borghini, guidate da Paolo Sangalli
Alle Olimpiadi con Balsamo, Cecchini e Longo Borghini, guidate da Paolo Sangalli

Sfinita dall’Amstel

Silvia parla veloce e con frasi corte. Mette in fila i passaggi come fasi di una corsa e li sottolinea con sguardi da fumetto con cui parallelamente commenta quello che dice. Le cose che deve dire e quelle che direbbe.

«Sono partita da gennaio con dei problemi al ginocchio – dice – poi per un po’ è andata abbastanza bene. Poi è morta mia nonna e di lì ho avuto un maggio un po’ così, perché non stavo benissimo fisicamente. Non lo so, sembrava che nella squadra ci fosse un po’ di disinteresse per la mia salute. Ne abbiamo parlato e loro dicono che non è così. Avrò capito male. Speriamo che nel 2025 vada meglio, sono sicura che sarà così. E alla fine comunque ho fatto il Covid prima delle Olimpiadi. Per fortuna nel finale di anno le cose sono andate meglio e mi sono ritrovata. Ero molto legata alla nonna, ma non è stata quella la causa di tutto. Però è arrivata in un momento della stagione un po’ particolare. Arrivavo dal Fiandre in crescendo di condizione (settima a 9″ dalla Longo Borghini, ndr) e ho fatto 5-6 giorni senza fare niente. E dopo sono andata a correre l’Amstel e lì secondo me mi sono finita».

In ritiro per Persico e la squadra anche sessioni di lavoro in palestra (foto Aymerik Lassak)
In ritiro per Persico e la squadra anche sessioni di lavoro in palestra (foto Aymerik Lassak)

Le classiche in testa

Silvia Persico che sogna il Fiandre e lotta per il Giro ha visto arrivare in casa sua Elisa Longo Borghini, che ha vinto per due volte la classica dei Muri e nel 2024 finalmente ha conquistato la maglia rosa rincorsa per anni. E’ la situazione giusta per capire la serenità di chi hai davanti. Se arriva qualcuno da fuori e ha la pretesa di raccogliere nel tuo orto, potresti non prenderla troppo bene.

«Invece sono contenta – dice Persico – lavorare per qualcuno che sa finalizzare il lavoro può cambiare molte dinamiche in positivo. Lavorerò per lei, ma avrò anche i miei spazi, contando sul fatto che ora la pressione maggiore sarà tutta sua. Io ho capito che le corse a tappe non sono per me, fare classifica non è la mia passione. Però negli ultimi due anni la squadra mi ha spinto a farlo e posso anche capirli, visto che nel 2022 ero andata forte sia al Giro sia al Tour. Però io preferisco le classiche, andrei in un Grande Giro per puntare alle tappe. Doveva essere così anche nel 2024, così almeno era nella mia testa, ma in quella della squadra. Anche perché nell’ultima tappa del Giro Women ho scoperto di avere il Covid, quindi il mio Giro è finito così».

Europei gravel: il cittì Pontoni con Persico e Arzuffi, rispettivamente seconda e terza alle spalle di Sina Frei (foto FCI)
Europei gravel: il cittì Pontoni con Persico e Arzuffi, rispettivamente seconda e terza alle spalle di Sina Frei (foto FCI)

Ritorno al cross?

Resta aperto il tema della preparazione, da quando la squadra emiratina fece sapere di non gradire il suo impegno nel cross. Si organizzò pertanto un percorso alternativo affidato a Luca Zenti che le desse ugualmente la brillantezza tipica dopo una stagione di cross.

«Secondo me non ha funzionato – dice lei – perché il cross mi dava tanto. E allora quest’anno a livello di allenamenti, ne inserisco uno di cross alla settimana. L’intensità magari non è paragonabile ai 50 minuti full gas di una gara, però comunque è già qualcosa. La tentazione di tornare a gareggiare c’è, ma non voglio andare a una gara senza supporto. La squadra dice che se volessi sarebbe al mio fianco, ma non abbiamo il materiale, non ho il camper e non ho il personale, quindi questo supporto non è che sia proprio tanto. In tutto questo, il cittì Pontoni continua a chiamarmi. Anche quando abbiamo fatto l’europeo gravel (Persico è arrivata seconda a 1’26” da Sina Frei, ndr) continuava a dirmi che mi aspetta. Anche io mi aspetterei, ma il fatto è che la stagione su strada è sempre più lunga, cominciamo sempre prima. Io parto da Mallorca e poi vado al UAE Tour, c’è poco spazio per altro. Ma se dovessi restare qui, magari potrei pensare di inserire qualcosa nel contratto».

Il UAE Tour è la corsa di casa del team. Qui Silvia Persico a inizio 2024, durante un’intervista. Accanto, Melissa Moncada, capo del team
Il UAE Tour è la corsa di casa del team. Qui Silvia Persico a inizio 2024, durante un’intervista. Accanto, Melissa Moncada, capo del team

Passaggio a Bilbao

Domani il ritiro si chiuderà e sarà tempo di Natale. Silvia racconta velocemente che ha fatto ferie a Gran Canaria dopo l’europeo gravel. Poi è stata ad Abu Dhabi per il primo ritiro e da lì è tornata a Bilbao, dove vive la sua compagna. I Paesi Baschi le piacciono, ammette ridendo, ma il loro clima proprio no.

«E’ molto bello per andare in bici – si dispera – ma d’inverno è freddo e piove sempre. In realtà piove anche d’estate, visto come è tutto verde? Però almeno d’estate non è così freddo. Per andare in bici è molto meglio che in Italia: si è molto più rispettati. Per cui da qui vado su a Bilbao, mi fermo pochi giorni e poi torno in Italia per fare Natale a casa. E poi ci si prepara per correre.

Il GP della Liberazione 2024 è stata la prima gara in Italia di Bastianelli come collaboratrice del cittì Sangalli
Il GP della Liberazione 2024 è stata la prima gara in Italia di Bastianelli come collaboratrice del cittì Sangalli

Nazionale alla “Bastia”

L’ultima annotazione Silvia la dedica alla nazionale. Il cittì Sangalli dal prossimo anno salirà sull’ammiraglia della Lidl-Trek e nel 2025 delle elezioni federali, ci si chiede chi andrà su e a chi affiderà la nazionale delle donne. Lei non ha dubbi.

«Chi sarà il cittì della nazionale? La Bastia! Io punterei su Marta Bastianelli – dice senza la minima esitazione – e la aspetterei fino a che non sarà in grado di partire, visto che aspetta una bimba. Mi piacerebbe che fosse lei. Ho imparato tanto quando l’ho avuta in squadra. Mi ha dato tanti consigli, ha una buona testa e una buona lettura di gara. La vedrei molto bene. Sapevo da tempo che Sangalli sarebbe andato via, si poteva immaginare, la voce era già nell’aria da un po’ di mesi. Forse voleva stimoli diversi, non so fino in fondo perché abbia fatto questa scelta».