I cinque minuti a 700 watt di Pogacar. Chi poteva stargli dietro?

02.10.2024
9 min
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E’ quasi una abitudine, come si fa tra amici, ritrovarsi all’indomani di una grande corsa a commentarla con Pino Toni. Accadde con la fantastica Roubaix di Van der Poel e più di recente con il Tour di Vingegaard e la suggestione della Vuelta per Pogacar. Questa volta, appena rientrati da Zurigo, il tema della chiacchierata con il preparatore toscano, che ha avuto fra i suoi atleti anche Alberto Contador, Peter Sagan e il cittì azzurro Bennati, è il mondiale dello sloveno. Quei 100 chilometri di fuga non sono stati per caso, questa almeno la nostra sensazione.

«Secondo me – dice sorridendo – non è andato a tutta per tutto il giorno. Però nel momento dello scatto, ha fatto quella menata con i suoi soliti 5 minuti a 700 watt che li ha smontati tutti. Bagioli si è fatto male da solo a stargli dietro. Avrebbe potuto anche riprendersi, buttarsi nel gruppo e tirare il fiato. Ma quella che fa male è proprio la mazzata morale. E’ come essere in un gran premio di MotoGP. Sul rettilineo arrivi in scia a uno che vuoi superare, lo affianchi e quello allunga di 150 metri. A quel punto cosa fai?».

Cinque minuti a 700 watt?

Esatto. Secondo me, in un test di valutazione, lui nelle gambe ha 5 minuti a quasi 700 watt. E penso anche che potrebbe avere benissimo i 10 watt per chilo. Quando scatta ha la capacità di fare 700 watt per 5 minuti. Magari saranno stati 600 alti, ma comunque verso i 700. Del resto, Quinn Simmons che era dietro è stato staccato quando aveva un wattaggio medio di 743 watt. Magari li ha appena visti o li ha tenuti per 2 minuti, però vedendo i dati, per me Pogacar ha queste capacità. E una volta riportate in corsa, sono devastanti, perché gli altri sono lontanissimi da certi valori.

Se così fosse, saremmo davvero di fronte a un fenomeno.

Qui c’è una questione anche di forza, non soltanto di capacità fisiologiche. Forza e capacità di esprimere forza sui pedali. Quindi coordinazione, le leve giuste, i muscoli giusti. Questo ragazzo sembra una macchina perfetta. Dieci anni fa si pensava che i 500 watt sui 5 minuti fossero un numero già fuori dal seminato, lui però ha cambiato tutto. Magari un altro sulla salita lunga riesce a far valere il suo minor peso, le sue leve diverse, magari il suo miglior VO2 max. Però le differenze tra lui e tutti gli altri sono queste. Secondo me, per quello che posso intuire dall’esterno, Pogacar è uno che in una valutazione dei migliori 5 minuti, quindi non con la stanchezza addosso ma con un buon riscaldamento, ha una capacità che è più vicina a 700 Watt su 5 minuti che ai 600. Per me lui è uno che va vicino ai 10 watt/kg.

I dati degli altri

A conferma dei dati ipotizzati da Pino Toni arrivano i dati pubblicati su social molto aggiornati (in questo caso Knowledge is Watt), ripresi evidentemente dai file Strava dei diretti interessati. Risulta che Simmons e Sivakov per stare dietro a Pogacar avrebbero dovuto sottomettersi a dispendi energetici piuttosto brutali.

Per rispondere ai primi 41 secondi dell’attacco di Pogacar, prima di essere staccato, l’americano ha espresso una potenza media di 743 watt con una punta di 985 watt. Subito dopo di lui, lo stesso destino è toccato ad Andrea Bagioli.

Invece Sivakov, che Pogacar ha agganciato nella fuga, sullo strappo di Zurichbergstrasse è stato per 1’54” alla media di 641 watt (9,3 per chilo). Mentre sulla successiva salita di Witikon il tempo è stato di 4’38” a 483 watt (7 per chilo).

I pochi dati usciti del campione del mondo riguardano la performance complessiva. Si parla della media di 42,410 in 6 ore 27’30” per un consumo di 5.439 calorie, con 92 pedalate al minuto.

Pogacar è arrivato al mondiale 68 giorni dopo il Tour, correndo nel mezzo le due gare canadesi (foto Slovenian Cycling Federation)
Pogacar è arrivato al mondiale 68 giorni dopo il Tour, correndo nel mezzo le due gare canadesi (foto Slovenian Cycling Federation)
Non è andato a tutta, quindi secondo te si è gestito?

Ma diamine, certo: non è mica un ragazzo incosciente! Diciamo che è un esperto di fughe, pensate agli 81 chilometri con cui da solo ha vinto la Strade Bianche. E considerate che se fai 81 da solo su quelle strade, col rischio di bucare e di cadere e senza l’ammiraglia dietro per chissà quanto tempo, farne 100 di fuga al mondiale ti fa meno paura. Hanno parlato di rischio di suicidio tattico, per me è stato più rischioso quello che ha fatto per vincere a Siena. Non lo so, questo è così.  Si diverte a fare certe cose, c’è poco da fare.

Stando da solo ha speso tanto più di quello che avrebbe speso con una condotta più accorta?

Molto di più, perché bene o male la sua media diventa molto più alta. Azzardo un numero, posso sbagliare chiaramente. Metti che uno va a 370 watt, quindi a 0,8 della sua performance, ha consumato comunque 200 grammi di carboidrati l’ora. A prescindere che avessero previsto un’azione come quella, lui una borraccia fatta bene ce l’ha sempre. Ci sta che abbiano anche delle cose un po’ diverse, nel senso che tramite la borraccia riescono a buttare dentro anche i 100 grammi, aggiungi un gel e sei già a 140 grammi. Quindi è un bel rifornirsi e secondo me gli sono serviti tutti. Alla fine, secondo me, era tanto stanco. Ha fatto un numero, dietro non sono mica arrivati riposati…

Un bel rifornirsi per sostenere un bel consumare, quindi?

Il problema dei consumi è che li calcoli prevalentemente sul lavoro delle gambe, perché quando fai test li fai da seduto. Invece nel caso della corsa c’è un consumo più generale, perché ci sono tante vibrazioni e quindi consumi di più. E’ anche un’altra andatura, come quando Van der Poel alla Roubaix fece da solo più di 47 di media. E comunque anche Pogacar alla fine ha chiuso oltre 42 all’ora, non poco…

Secondo Pino Toni, Pogacar ha controllato per tutta la durata della fuga. Solo nel primo attacco ha dato davvero tutto
Secondo Pino Toni, Pogacar ha controllato per tutta la durata della fuga. Solo nel primo attacco ha dato davvero tutto
A fine corsa ha detto che probabilmente era stata una mossa stupida, ma secondo te quando uno così parte, davvero non pensa di poter arrivare? Quanto rischio c’è a questi livelli?

Secondo me lui ha fatto un’accelerazione. E’ partito non con la convinzione di andar via solo, ma di ridurre il gruppetto a una quindicina di persone e che i migliori gli andassero dietro. Erano ancora in tanti e di squadre diverse. L’avevano già allungato, però non abbastanza. Invece si è ritrovato da solo e ha gestito anche questo, tenendosi vicino prima Tratnik e poi Sivakov. Questo l’ha anche aspettato dopo lo strappo duro, perché gli ha permesso di respirare. Magari gli ha dato solo due cambi, però lui intanto non era da solo.

E’ Pogacar. Ha già fatto 80 chilometri di fuga alla Strade Bianche. Ha vinto Liegi, Giro e Tour e quando attacca ai meno 100, Evenepoel e Van der Poel non lo seguono?

Secondo me hanno provato la carta del “si ammazza da sé: si ripiglia e lo troviamo stanco”. Però diciamo che un pochino di fatica ce l’avevano anche loro a quel punto della corsa, nel senso che erano ognuno nel suo. Avevano la loro tattica, avevano in mente sicuramente qualcosa di diverso e volevano aspettare un pochino più avanti a fare la vera selezione. Anche perché quando è andato via Pogacar, c’era ancora tanto tempo. Hanno pensato che lo avrebbero ripreso per strada e lui sarebbe stato stanco. Capite che qui cambia tutto?

Cosa cambia?

Uno di questi che è in giornata cambia quelle che sono sempre state le tattiche del ciclismo. Cosa gli dici nel bus? Quando parte Pogacar, gli vai dietro? Lunedì ho mandato un messaggio a Daniele (Bennati, ndr) per dirgli: “Ti ho visto un pochino rammaricato, ma stai nel tuo, hai questi corridori qui, non potevi fare una selezione diversa e portare qualcuno di diverso”. Di fatto ci siamo ritrovati nella stessa condizione della Spagna, che con Ayuso, Mas e Landa si dice abbia dei campioni. Idem la Danimarca e la Germania. Purtroppo contro questi c’è poco da fare. Quando Bettiol non è in forma o ti dice di no, tolto anche il Ganna della Roubaix o della Sanremo dello scorso anno, tanto altro non abbiamo.

Quello visto all’arrivo è stato un Pogacar molto più stanco che nelle precedenti occasioni
Quello visto all’arrivo è stato un Pogacar molto più stanco che nelle precedenti occasioni
Tornando a Pogacar, nell’ultimo giro gli erano arrivati a 35 secondi, lui in salita ha dato una sgasata e li ha rimessi a 45…

Secondo me aveva tanti controlli cronometrici lungo il percorso. Ho visto la foto della borraccia, ma quella la preparavano e la davano lì al rifornimento. Però secondo me aveva persone sul percorso che gli davano i distacchi. Che poi bastava averne 5 o sei.

Secondo te è più sbalorditiva questa fuga o quella di Van der Poel alla Roubaix?

Sono entrambe belle cose, che però vengono in due momenti diversi della stagione. Secondo me è molto più apprezzabile questa del mondiale, soprattutto fatta da uno che quest’anno aveva già vinto la Liegi, il Giro d’Italia e il Tour de France. Prima del mondiale aveva già 22 vittorie. Trovare la forza per fare una cosa del genere è notevole.

Invece si può pensare che Evenepoel sia arrivato stanco al mondiale, avendo fatto e vinto dopo il Tour anche le Olimpiadi?

Allora, ho fatto un’osservazione. In tutti gli sport individuali, quello cioè dove conta tanto anche la testa, chi ha fatto le Olimpiadi ne è uscito martoriato. Nel tennis, i due che hanno fatto la finale sono usciti al secondo turno del torneo successivo. Secondo me anche mentalmente sono usciti tutti cotti. E poi, guardando il calendario del ciclismo, l’Olimpiade è quell’appuntamento in più che ti frega. E’ qualcosa che alla fine non riesci a metabolizzare. Tutte le stagioni hanno lo stesso schema, l’aggiunta delle Olimpiadi li ha stroncati tutti. E Remco a Parigi voleva fare bene.

Pogacar ha concluso la corsa consumando 5.439 calorie, pedalando a una frequenza media di 92 rpm
Pogacar ha concluso la corsa consumando 5.439 calorie, pedalando a una frequenza media di 92 rpm
Meglio di così, due ori in due gare…

E’ chiaro che è andato con grandi motivazioni, ma uno che vince due medaglie d’oro va giù anche di testa e di tensione. Qui si ragiona su percentuali minime che fanno grandissime differenze. E dopo il Tour, Evenepoel le Olimpiadi le ha dovute preparare: non c’è arrivato in scioltezza. Pogacar invece si è fermato ed ha avuto due mesi per recuperare e lavorare. Quindi forse anche la scelta di non andare a Parigi, se aveva già in testa il mondiale, gli ha permesso di arrivarci molto più fresco. Fermo restando, come ho già detto, che lui quest’anno poteva fare veramente tutto.