Oviedo saluta la Vuelta, la Spagna scopre Castrillo

02.09.2024
5 min
Salva

Il secondo riposo della Vuelta si va concludendo a Oviedo: città del sidro e di Samuel Sanchez, campione olimpico di Pechino. In alto si riconosce il profilo del Naranco, arrivo di una classica in disuso dal 2010 che richiamava i migliori corridori del mondo. Negli hotel della Vuelta si ragiona molto sul tempo riguadagnato e poi perso da Roglic a causa delle penalità. Eppure, anche se O’Connor dice che venderà cara la pelle, la sensazione che lo sloveno si riprenderà presto ciò che è suo si fa largo nel gruppo.

La Spagna dibatte sulle gambe magrissime di Enric Mas terzo in classifica e sul doppio exploit di Pablo Castrillo, vincitore prima a Manzaneda e poi ieri sul Cuitu Negru, che nel pomeriggio ha parlato con i giornalisti molto curiosi. Quel che appare certo, riferendosi a un futuro ravvicinato, è che il corridore dell’Equipo Kern Pharma ci riproverà. Non potrebbe essere altrimenti, dato che alla Vuelta dall’ammiraglia lo guida Mikel Nieve: uno che sulle salite lasciava spesso il segno. Parlando più a lungo termine, appare ormai scontato che l’anno prossimo Castrillo indosserà una maglia diversa. Al grande interesse della Ineos Grenadiers, di cui il quotidiano Marca aveva iniziato a parlare già durante il Giro d’Italia, si sarebbe affiancato quello di altre tre squadre WorldTour. Il corridore ha fatto sapere che prenderà la decisione finale dopo la Vuelta.

«Devo ringraziare proprio Mikel Nieve – racconta – per come mi ha guidato fino ai pedi della salita. Ho deciso di provare da sotto perché Sivakov aveva tirato tanto. Quando Vlasov mi ha ripreso, sono diventato nervoso. Mi ha spaventato parecchio perché sapevo che è un avversario difficile, non sapevo però quanto fosse forte. Allora ho deciso di riprovare per vedere cosa sarebbe successo. E alla fine c’è scappata la vittoria. E’ stata una giornata incredibile».

La prima vittoria poteva essere un exploit, la seconda invece?

Ho sentito molti aggettivi. Ero già soddisfatto della vittoria di Manzaneda, per cui tutto quello che fosse venuto dopo sarebbe stato un regalo. Ma la vittoria di ieri per me è stata molto più di un regalo. Vincere contro gli uomini di classifica e su una salita così grande è stato davvero pazzesco. Qualcuno ha detto che gli ho ricordato Valverde, io non so chi diventerò. So che ho avuto molta calma e molto sangue freddo. Mi sono scoperto più tranquillo, soprattutto dopo la vittoria dell’altro giorno. Sono riuscito a conquistare la vittoria senza agitarmi come invece era successo a Manzaneda.

Come mai vieni fuori solo quest’anno, mentre nel 2023 hai faticato così tanto?

Ho pagato il passaggio di categoria, ma ho imparato dagli errori del passato e adesso sono capace di vincere. Mi sono appassionato al ciclismo grazie a mia madre e mio fratello Jaime, che è anche molto forte (corre in una continental portoghese, la Sabgal-Anicolor, ndr). Ha un motore incredibile, è un talento. Andavo a vederlo alle corse e, anche se da piccolo ho fatto altri sport come l’hockey che a Jaca è molto popolare, vederlo in bici mi ha fatto appassionare al ciclismo.

Vincendo a Manzaneda ti sei commosso dedicando la vittoria ad Azcona, in pratica il fondatore della tua squadra, scomparso proprio quel mattino.

E’ stato tutto pazzesco, lo dico dal profondo del cuore. Soprattutto per l’emozione con cui le persone stanno vivendo questi miei risultati. Chi mi ferma o mi scrive dice che prova una gioia immensa, come se la vittoria fosse stata loro. E questo è molto speciale per me. Ricevere tanto amore fa piacere, dà emozione. Mia madre mi ha detto di aver pianto davanti alla televisione per la prima vittoria e di averlo rifatto ieri. Non so se riuscirò a vincere nuovamente, tanti mi dicono di riprovare ai Lagos de Covadonga (la tappa di domani, ndr). Non so se verrà una tripletta, sono molto soddisfatto così.

Se non altro potrai correre con la mente libera…

Esatto, ora non ho niente da perdere. Cercherò di individuare altre fughe per vedere di vincere ancora. Ma adesso non ci penso. Il riposo serve per tirare il fiato e godere di quello che si è raggiunto. E io sono molto stanco e ho due vittorie da celebrare.