Vuelta, si riparte. Roglic fiuta la maglia, ma non si sbilancia…

03.09.2024
4 min
Salva

La conferenza stampa di Roglic nel riposo di Oviedo è piuttosto laconica. Lui è spiritoso e dispensa sorrisi, ma di base non c’è tanto da ridere. Se ne sono andate due settimane e O’Connor è sempre là davanti, solido come un brutto sogno. Non che le rimonte dell’ultima ora siano impossibili e tantomeno sconosciute allo sloveno, che al Giro del 2023 conquistò la maglia rosa soltanto nella crono finale del Monte Lussari. In ogni caso, i venti secondi di penalizzazione non sono stati una notizia di poco conto. Come minimo hanno vanificato tutti gli studi fatti sulla bicicletta presa per fare la differenza in salita.

«O’Connor è in gran forma – dice Roglic – è un grande corridore che ha già ottenuto ottimi risultati. Non è una sorpresa vederlo a questo livello».

Il riferimento probabilmente è al Tour de France del 2021, quando l’australiano arrivò quarto a 10’02” da Pogacar e a 2’59” minuti dal terzo posto di Carapaz. Richard ora lo segue, a sua volta quarto, a 2’44” dalla testa della corsa.

Questo è il rientro incriminato: scia prolungata dopo il cambio della bici
Questo è il rientro incriminato: scia prolungata dopo il cambio della bici

La schiena va bene

Domenica sul traguardo del Cuitu Negru, il cronometro gli aveva regalato un margine di 38 secondi sulla maglia rossa, che gli avrebbe permesso di affrontare la tappa di oggi ai Lagos de Covadonga con meno di un minuto. Invece i 20 secondi di penalizzazione rendono tutto più complicato.

«Non me ne va mai bene una – ha ironizzato il tre volte vincitore della Vuelta – ma naturalmente non è divertente, perché sono venti secondi in più che devo recuperare. Che io sia d’accordo o meno, non importa. Naturalmente non sono contento di perdere venti secondi in quel modo, ma posso farci poco. Se non altro sento di stare bene. Cerco di non pensare troppo al mal di schiena e di non fare movimenti troppo strani, che possano complicare le cose».

Roglic completa la scalata di Cuitu Negru assieme a Enric Mas
Roglic completa la scalata di Cuitu Negru assieme a Enric Mas

Un lento risalire

Difficile prevedere come proseguirà la corsa. Sta di fatto che al momento O’Connor può contare su un grande morale e una squadra sufficientemente attrezzata. L’australiano della Decathlon-Ag2R ha conquistato la maglia rossa con la fuga e la vittoria a La Yunquera. Da quel giorno si è ritrovato in testa con 4’51” di vantaggio, che Roglic ha iniziato lentamente a intaccare con piccoli morsi. Il primo affondo deciso di Primoz è venuto sul Puerto de Ancares alla tredicesima tappa di venerdì (foto di apertura). Quel giorno, arrivando a 10’54” dal vincitore Michael Woods, Roglic ha rifilato 1’54” a O’Connor, arrivato a 12’49”. Domenica salendo verso il Cuitu Negru il passivo del leader sarebbe stato di 38 secondi, prima che si abbattesse la mannaia della giuria.

«Non so come andrà a finire – ironizza Roglic – è complicato sapere per quanto tempo potremo riprendere, perché non conosciamo lo stato fisico dei nostri avversari. Manca un minuto, darò il massimo».

Sul Cuitu Negru, Florian Lipowitz ha conquistato la maglia dei giovani
Sul Cuitu Negru, Florian Lipowitz ha conquistato la maglia dei giovani

Fattore Lipowitz

Oltre a Vlasov che ha dimostrato di stare bene, accanto a Roglic si sta muovendo in modo davvero interessante il tedesco Lipowitz, che ha 23 anni ed è a sua volta in classifica. Sesto a 4’33” da O’Connor, a 3’30” dal suo capitano.

«Florian sta volando – spiega Roglic – è la prima volta che corro con lui, ma quest’anno aveva già dimostrato di essere fortissimo con grandi prestazioni. Lo dimostra anche qui alla Vuelta. E’ la maglia bianca e sono fortunato averlo con me».

Da domani inizieranno i fuochi d’artificio, con sei tappe che decreteranno il vincitore della corsa. Delle sei, quattro sembrano davvero importanti per gli uomini della classifica generale. L’arrivo ai Lagos de Covadonga. Moncalvillo. Picón Blanco e la cronometro di 24,6 chilometri a Madrid. Quel che resta, cioè le tappe di domani e dopodomani (Santander e Maeztu), sarà per cacciatori di tappe e velocisti