Cavendish, un altro ritiro. Tutto bene verso il Tour?

15.03.2024
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La parola d’ordine è non dire nulla. Attorno a Cavendish non ci sono versioni ufficiali e tantomeno sirene d’allarme, al punto che il sospetto che qualcosa non vada ti viene da sé. Pur capendo le parole di Martinelli sull’importanza del britannico per l’Astana e consapevoli del fatto che Mark già in altre occasioni ha cambiato pelle in modo repentino, non è facile convincersi che le cose vadano secondo i piani.

La vittoria in Colombia è parsa davvero tempestiva, anche se l’espressione del battuto Gaviria non ha trasmesso la sensazione di uno sprint tirato alla morte. L’esclusione dalla Tirreno-Adriatico per essere arrivato fuori tempo massimo nel primo giorno di montagna potrebbe essere fisiologica, se non fosse per il fatto che Cavendish ha bisogno di correre per mettersi a posto e sperare di combinare qualcosa al Tour.

Tirreno, tappa di Giulianova. Cavendish è staccato, il giorno dopo si ritirerà
Tirreno, tappa di Giulianova. Cavendish è staccato, il giorno dopo si ritirerà

Il ritorno a casa

E’ riuscito ad allenarsi dopo il ritorno dal Tour Colombia? Chi era laggiù e lo ha incontrato nuovamente alla Tirreno ha storto il naso. E Max Sciandri, che lo conosce sin da quando era un ragazzo, al via dell’ultima tappa della Tirreno-Adriatico, ci ha detto che a suo avviso un corridore come Mark a questo punto della carriera avrebbe bisogno di correre anche il Giro d’Italia, per sperare di arrivare pronto al Tour.

Di certo sul volto del britannico non si riconoscono grandi sorrisi e anche mercoledì, al via della Milano-Torino, ha salutato restando però alla larga da taccuini e microfoni. Il ritiro ha reso il quadro ancora più nebuloso.

La vittoria di Roma, ultima tappa del Giro 2023, è stata un bel capolavoro di caparbietà
La vittoria di Roma, ultima tappa del Giro 2023, è stata un bel capolavoro di caparbietà

Fuori tempo massimo

Richiamato dall’Australia per stare vicino al suo vecchio capitano, Mark Renshaw è salito sull’ammiraglia della Astana, componendo il cerchio magico attorno a Mark, assieme a Morkov e l’allenatore Vasilis Anastopoulos. Il giorno dopo che il suo amico è finito fuori tempo massimo alla Tirreno, Renshaw ha provato in tutti i modi a spiegarne le ragioni, senza risultare tuttavia troppo convincente.

«Anche lui era stanco – ha spiegato – e forse anche per questo ha mancato di entrare nel gruppetto e si è staccato. Lui e Morkov hanno inseguito. Sono arrivati a un minuto e mezzo dal riprenderlo, ma non ci sono riusciti. E a quel punto era impossibile con due soli corridori contro tutti, in una tappa breve come quella di venerdì e con il tempo massimo al 12 per cento che ha reso tutto più difficile».

Questa la vittoria di Cavendish al Tour Colombia. Gaviria, accanto, non sembra troppo impegnato
Questa la vittoria di Cavendish al Tour Colombia. Gaviria, accanto, non sembra troppo impegnato

Nessun allarme

Se è vero che la concentrazione di un corridore la vedi anche nel modo in cui gestisce le crisi, la situazione attuale potrebbe tradire un malessere più profondo.

«Fino a un certo punto – dice Renshaw – credo che Mark fosse contento della sua prestazione. Hanno combattuto, ma ad un certo punto ha mollato la presa. Non avrebbe avuto senso andare a tutta per tutto il giorno, ma i dati di potenza dimostrano che si sono impegnati. Comunque hanno terminato la tappa ed essere finiti fuori tempo è stato deludente. Non entro nel merito della preparazione, che compete al nostro allenatore Vasilis, non voglio parlare al suo posto. Ma non credo che ci sia un campanello d’allarme. Il programma va avanti. Peccato che abbiano indurito il finale della Milano-Torino che altrimenti sarebbe stata un obiettivo. Ma Cav è un corridore che quando vede il traguardo, ci prova».

Sin dal primo ritiro di Altea, Cavendish è parso molto motivato
Sin dal primo ritiro di Altea, Cavendish è parso molto motivato

Il corridore di sempre

Peccato che Cavendish il traguardo non l’abbia riconosciuto e alla Milano-Torino si sia fermato prima del tempo. Su questo Renshaw non si esprime e allora per capire basta scrutare negli sguardi del personale.

«Dal punto di vista psicologico – spiega l’australiano – è il corridore di sempre. Mentalmente è forte e ha un’ottima squadra attorno a sé. No, non mi manca il fatto di essere con lui nel gruppo per aiutarlo (ride, ndr). L’ho fatto per qualche anno, ma ora sono piuttosto felice di essere sull’ammiraglia e mi diverto davvero. Eppure non è un ruolo facile, è come essere corridore. E io sto imparando molto da quelli che mi circondano. E intanto mi diverto».

E mentre Renshaw fa esperienza, Cavendish è al lavoro per le prossime corse: Scheldeprijs, Giro di Ungheria e Tour de France. Domani, si sa, niente Sanremo. La sensazione di un distacco crescente affiora, ma per ora preferiamo credere alla serietà del professionista e alla sua voglia di fare la storia.