La seconda vita di Gazzoli, forgiato dall’anno più duro

05.01.2024
5 min
Salva

ALTEA (Spagna) – Tre vittorie in 25 gare: la prima appena al secondo giorno in Norvegia. Il 2023 di Michele Gazzoli è iniziato al rientro dalla squalifica e si è concluso il 15 ottobre in Turchia, con l’indicazione di ciò che va migliorato e la conferma del buono che la pausa non è riuscita a spegnere. L’indole del vincente è tutta lì e sarà presto in viaggio verso l’Australia, dove troverà pane per i suoi denti e certo più di una volata. Il bresciano (foto Astana Qazaqstan Team in apertura) ha il tono pacato, ma una grande irrequietudine nel fondo degli occhi, probabilmente per la voglia di far sparire le ultime cicatrici di una storia difficile. Ritrovare la calma sarà la prima conquista.

Gazzoli è rientrato in corsa il 17 agosto in Norvegia. Il giorno dopo è arrivata la vittoria ad Hammerfest
Gazzoli è rientrato in corsa il 17 agosto in Norvegia. Il giorno dopo è arrivata la vittoria ad Hammerfest
L’anno scorso hai iniziato da metà stagione, senza ritiro né altro. E’ stato diverso quest’anno?

Finalmente, direi. Quando si è tutti insieme, si ha un feeling diverso. L’atmosfera del ritiro mi era mancata. Eppure su quel periodo lontano dal ciclismo faccio pensieri diversi rispetto a quello che la gente immagina. Mi hanno chiesto spesso che cosa abbia perso in quei mesi. Io dico che invece mi sono serviti per rinforzare me stesso.

Spiegati meglio.

Fare un anno fuori, dopo quella brutta cosa che è successa, mi ha insegnato a prendere i problemi come un’opportunità. Alla fine mi ha forgiato sotto tutti i punti di vista, quindi secondo me più che aver perso, ho guadagnato il qualcosa che mi serviva per salire lo scalino in più.

C’è stato il momento del clic oppure è venuto come somma di esperienze?

E’ difficile dirlo. E’ stato un percorso, l’ho seguito, sono maturato. Diciamo che subito qualcosa scatta, è inevitabile. Una cosa grossa come quella che ho vissuto influisce su se stessi, su tutto. Non tutti i mali vengono per nuocere e io l’ho capito veramente quest’anno.

Gazzoli è passato professionista nel 2022 con l’Astana ed è stato fermato per un anno fino al 9 agosto
Gazzoli è passato professionista nel 2022 con l’Astana ed è stato fermato per un anno fino al 9 agosto
Questo è Gazzoli uomo, invece Gazzoli corridore a che punto è?

Al momento sono all’80 per cento di quel che potrei essere, sono molto contento della mia condizione. Sono arrivato in ritiro abbastanza allenato, ma non troppo. In Spagna ho trovato subito un buon ambiente, un buon gruppo di allenamento e belle sensazioni. Anche i direttori si sono detti contenti della mia condizione. Sapevo di dovermi fare trovare pronto, perché l’Australia arriva subito.

Non sei un velocista, ma sei veloce. Cavendish è il più veloce di tutti, hai capito qualcosa allenandoti con lui?

Solo qualcosa? Bisognerebbe rubargli il modo in cui fa… tutto. Da quando si sveglia la mattina a quando va a dormire la sera. Cavendish è veramente un gran compagno, un grande amico che ho conosciuto in Turchia, quando in teoria per lui erano le ultime corse della carriera. C’è stato subito un buon feeling e sono ovviamente orgoglioso di correre con lui. Probabilmente sono le stesse parole dette anche dagli altri, comunque Mark è tutta un’altra cosa.

Da cosa si capisce che è un campione?

Dalla sua classe. Mark ha proprio il mood da supereroe: si può usare questo termine? Alla fine, quello che fa sembra tutto giusto, bisogna solo imparare.

Gazzoli racconta di aver stretto un buon rapporto con Cavendish lo scorso anno in Turchia
Gazzoli racconta di aver stretto un buon rapporto con Cavendish lo scorso anno in Turchia
Che cosa vuoi per Gazzoli da questa stagione?

Sicuramente ho obiettivi grandi, medi, piccoli, pur essendo consapevole che sono giovane e devo crescere (Gazzoli è del 1999, compirà 25 anni il 4 marzo, ndr). Sono in Astana da due anni e mezzo. Ho sbagliato tanto e ho imparato tanto, quindi ho davanti un buon percorso di crescita con obiettivi ben definiti. Uno di questi è partire forte dal Tour Down Under, sempre però restando con i piedi per terra. Non mi tirerò indietro se ci sarà la possibilità, questo è sicuro. La voglia di alzare le braccia c’è sempre stata e sempre ci sarà.

Con l’arrivo di Vasil Anastopoulos, l’allenatore greco, la tua preparazione è cambiata?

Ha portato un po’ di scuola Quick Step, chiamiamola così,  una metodologia di allenamento un po’ differente. Sulla carta sembra di fare meno, ma alla fine i lavori sono sempre quelli. Cambiano intensità e volume. Si lavora un po’ più sulla soglia e un po’ più in zona 2 sull’endurance. Mi sto allenando così da quest’anno e sembra davvero la risposta al nuovo modo di fare ciclismo.

Che cosa intendi?

Il ciclismo non è più quello di pochi anni fa, senza nulla togliere a quei corridori. L’approccio alla corsa è differente, lo si vede anche in televisione. La gara inizia a 100 chilometri dall’arrivo, mentre quando sono passato alla Kometa continental nel 2018 e ho partecipato alla Valenciana con i pro’, c’era un atteggiamento completamente diverso. Andavi regolare fino agli ultimi 20, 30 chilometri e lì iniziava la gara. Oggi invece a 100 chilometri può scattare il campione di turno e decidere la corsa.

La volata dell’ultima tappa alla Arctic Race dimostra che Gazzoli tiene in salita, ma è costata la vittoria finale a Scaroni
La volata dell’ultima tappa alla Arctic Race dimostra che Gazzoli tiene in salita, ma è costata la vittoria finale a Scaroni
Non sei un velocista, come ti vedresti nelle classiche del pavé?

Non sono un velocista e l’ultima tappa dell’Arctic Race of Norway, con una salita di 4-5 chilometri tutta a gradoni, lo ha dimostrato (a quanto abbiamo saputo, quel giorno la squadra avrebbe dovuto sostenere Scaroni perché con l’abbuono avrebbe vinto la classifica, invece la volata di Gazzoli avrebbe fatto saltare il piano, ndr). Al Nord mi vedo bene, tanto che quest’anno ho in programma di fare tutte le classiche principali, a partire da Gand, Fiandre e Roubaix. L’obiettivo è fare una buona campagna con tutta la squadra, perché con gli uomini che abbiamo, possiamo dire la nostra. Da Ballerini, che ha un’esperienza esagerata, ho solo da imparare. Ormai quelle strade le conosco e quest’anno avremo le nuove ruote Vision che mi hanno stupito. Anche lì, il mondo cambia in fretta. Da strette e larghe siamo passati ai cerchi più alti. Il ciclismo va veloce, si vede da ogni cosa…