A Prati di Tivo, Pogacar li manda tutti in crisi

13.03.2021
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Tappa e maglia, Tadej Pogacar saluta l’arrivo di Prati di Tivo forte di un attacco che non gli consegna ancora la Tirreno-Adriatico, anche se il margine di 35 secondi su Van Aert inizia a farsi interessante.

«Ci aspettano tappe molto impegnative – dice – sia domani con le salite ripide e dure delle Marche, sia la crono. Ma abbiamo una squadra forte abbastanza per controllare e so che dovremo combattere per difendere il vantaggio di oggi».

Attese e ceffoni

Tappa rapida, con grandi promesse alla partenza. Nibali e Ciccone, attesi da tutto il team. Van Aert, ansioso di dare un volto alle sue ambizioni di classifica. Alaphilippe, capace di grandi cose sulle montagne del Tour. Bernal da capire, dopo la Strade Bianche che lo ha riproposto ad alti livelli. Eppure quando a  5 chilometri dall’arrivo Pogacar ha aperto il gas è come se le promesse siano andate a farsi benedire. Bernal a 58”. Van Aert a 45”. Nibali a 1’27”. Ciccone a 6’24”.

«Per puntare alla classifica di una corsa come questa – dice Pogacar – bisognava partire da lontano per guadagnare più margine possibile. Prima ha attaccato Bernal, che in quel momento era super forte, ma ho pensato che fosse troppo lontano dal traguardo. Quando poi ho capito che Thomas poteva essere un bel riferimento, ho attaccato. La salita era veloce sin dal suo inizio. Per questo, quando mi sono voltato e ho visto Yates alle mie spalle, ho pensato che anche lui doveva essere a tutta e che per prendermi avrebbe dovuto fare un super sforzo. Così ho continuato col mio ritmo ed è andata bene».

Yates si avvicina, ma Pogacar sa tenerlo a bada
Yates si avvicina, ma Pogacar sa tenerlo a bada

Il secondo fratello

Da uno Yates all’altro, con la condizione in crescita. Se al Uae Tour lo sloveno ha dovuto faticare per seguire gli attacchi di Adam Yates, questa volta ha tenuto a distanza Simon impostando il suo ritmo. Domani magari dovrà rincorrerlo ancora, ma per oggi è fatta.

«A dirla tutta – sorride – questa tappa è stata una delle mie migliori performance in salita degli ultimi tempi. Alla fine il lavoro fatto questo inverno sta dando dei buoni frutti. Ci siamo già detti dopo il Uae Tour che sono riuscito a passare indenne attraverso l’inverno dopo il Tour, ma la verità è che mi piace correre. Perciò, una volta finiti gli impegni con sponsor e interviste, sono riuscito a risalire in bici e a dimenticarmi di tutto il resto. Adesso ho 35 secondi su Van Aert e domani sarà un giorno super duro. La corsa per certi versi è appena cominciata».