Sottili gocce d’acqua sfiorano la pelle di Filippo, scivolando via lungo i muscoli stremati. Si volta, non vede più nessuno, non sa se è la nebbia che gli oscura la visuale o se è veramente riuscito a staccare gli ultimi compagni di fuga De Gendt e Rubio. E in quell’istante, quando il suo sguardo incredulo scruta alle sue spalle, capisce che può farcela.
Si alza sui pedali, tira fuori la lingua e spinge con gran forza la catena posta sul 53×25. Intorno a lui solo il buio del bosco, il grigio del cielo e il nero dell’asfalto. Però, ogni tanto, qualche tifoso, ritrovandosi davanti Filippo Ganna, grida a più non posso trasportato dall’emozione nel vedere da solo in salita il gigante delle crono; dando così alla cupa corsa…un tocco di colore.
Ed ecco che, dopo la lunghissima fuga iniziata fin dai primi chilometri della corsa in compagnia di altri sette corridori tra cui il suo compagno di squadra Puccio, Pippo inizia la sua inusuale crono in salita, lanciato verso un nuovo traguardo, tanto inaspettato quanto sognato.
C’è freddo, ma il cuore di Ganna pulsa sangue carico di energia ed adrenalina. Lui, che pesa 83 chili ed è alto 1,95, sembra volare anche in salita. Ha gli occhi lucidi, carichi di emozione e di un pizzico di cattiveria agonistica. Vuole farcela, sa che può, sa che tutti fanno il tifo per lui e per quella che si può considerare a tutti gli effetti un’impresa.
Improvvisamente succede qualcosa, Filippo si agita, non gli funziona più la radiolina; non sa quale sia il suo vantaggio, se dietro qualcuno è in rimonta o se può proseguire del suo passo. Da una moto lo rassicurano, gli dicono che può stare tranquillo, che il gruppo è lontano e che l’arrivo è vicino.
Quando capisce che il sogno sta per diventare realtà pensa, inevitabilmente, a Puccio: doveva esserci lui al suo posto secondo quanto pianificato la mattina dalla squadra. E, invece, è stato proprio Salvatore che da buon “fratello maggiore”, finché è stato al fianco del giovane gigantesco cronoman, lo ha consigliato, dall’alto della sua esperienza, su come alimentarsi e conservare le energie lungo tutta la fuga: consigli preziosi! A credere fortemente in questa fuga era stato soprattutto Geraint Thomas che la sera prima, in seguito al suo ritiro, aveva inviato un messaggio di incitamento al corridore di Verbania.
Filippo vede la linea del traguardo da lontano; si volta, è ancora solo, è lui il protagonista indiscusso. Piange, non riesce a crederci. Pensa a suo padre e a quando gli diceva che la propria squadra è sacra; così, stacca le mani dal manubrio ed indica il nome stampato sulla sua maglia Ineos Grenadiers. Dopo la vittoria della prima tappa a Palermo e la consequenziale conquista della maglia rosa: anche la quinta tappa del Giro 2020 è sua… Chi l’avrebbe mai detto!